Confesercenti, Peparello: “La restrizione degli orari è l’anticamera della chiusura per molti esercizi”

VITERBO – “L’aumento dei contagi preoccupa tutti, ma la soluzione non può passare sempre e solo per la chiusura delle imprese. In questo modo si finisce per dare il colpo di grazia a bar e ristoranti e mettere in ulteriore difficoltà migliaia di famiglie”.

Così Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti, commenta le indiscrezioni sul DPCM che dovrebbe prevedere nuove misure restrittive per le attività commerciali.

“La riapertura dei pubblici esercizi dopo il lockdown – continua Banchieri – non ha causato un’impennata dei contagi. Le cause sono da ricercare probabilmente nei comportamenti personali.

È necessario quindi fare appello al senso della responsabilità e al senso civico di tutti per evitare la diffusione del Covid. Bene, quindi, l’estensione generalizzata dell’utilizzo delle mascherine e il rafforzamento dell’App Immuni, ma si intervenga con restrizioni sui pubblici esercizi solo dove e quando necessario. Il settore sta già pagando più di altri la crisi economica e le conseguenze del lockdown.

È chiaro – conclude il presidente di Fiepet – che la tutela sanitaria dei cittadini viene prima di tutto e le nostre imprese hanno lavorato e speso tantissimo in questa direzione. Tuttavia, nuove restrizioni, come la paventata chiusura anticipata di bar e ristoranti, avrebbero la sola conseguenza di mettere in ginocchio l’intera categoria”.

“Restringere gli orari dei pubblici esercizi non risolverebbe il problema – aggiunge Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo, membro della presidenza nazionale e responsabile regionale area turismo – ma creerebbe ulteriori difficoltà al settore che ha già pagato un prezzo altissimo per la chiusura imposta dal lockdown.

Peraltro è dimostrato che i contagi non hanno registrato un forte balzo alla ripresa delle attività dei pubblici esercizi, che nella totalità hanno rispettato e rispettano le norme antivirus. Pertanto agni riduzione imposta agli esercizi sarebbe solo drammaticamente l’anticamera della chiusura di molti”

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