ConfimpreseItalia chiama a raccolta a Fiuggi i suoi 100 Presidenti

FIUGGI – Una due giorni a Fiuggi tutta “parametrata” sui problemi reali delle micro, piccole e medie imprese, ma con un occhio attento anche alle dinamiche della confederazione. 

L’11 e 12 settembre a Fiuggi si è svolto “L’attivo nazionale dei Presidenti” di ConfimpreseItalia, aperto dall’intervento del Presidente nazionale Guido D’Amico. 
Una scelta precisa, operativa e simbolica al tempo stesso, perché è evidente la volontà di riunire in presenza i Presidenti delle varie articolazioni confederali. Con il rispetto di tutte le normative anti Covid, ma anche con la determinazione di confrontarsi “de visu”, in modo da sviscerare in maniera profonda tutte le problematiche sul tavolo. La voglia di esserci e di guardarsi negli occhi, nonostante il Covid. Un segnale agli associati ma anche al Paese. Un segnale di rispetto e di partecipazione. 

Il programma della due giorni è molto semplice: un confronto serrato che ha un interlocutore soprattutto. Vale a dire il Governo. Verranno analizzate tutte le tematiche, perché è evidente che l’elenco delle criticità è lunghissimo. 

 Troppi i provvedimenti del Governo che non hanno funzionato in questa lunga emergenza Covid. 

 Da sottolineare poi l’importanza della location: Fiuggi. La città termale è uno dei simboli italiani più importanti sul versante del settore turistico, alberghiero e ricettivo. Organizzare un evento del genere a Fiuggi è un messaggio forte e chiaro di condivisione e di partecipazione. 

D’Amico aggiunge: “Intanto è importante che ci ritroviamo tutti insieme dopo tanti mesi. E’ importante perché l’emergenza impone delle regole (che rispettiamo), ma il confronto in presenza costituisce un valore aggiunto. L’intenzione della nostra Confederazione è quella di studiare, approfondire, sviscerare le situazioni e avanzare delle proposte. Anzi, ri-avanzarle, visto che in questi mesi abbiamo fatto sentire la nostra voce ai tavoli ai quali abbiamo partecipato. E’ evidente che la ripresa economica non c’è e che i Decreti del Governo hanno fatto dei buchi nell’acqua”. 

 
“Ribadisco – continua il Presidente confederale – che quasi un terzo delle nostre imprese associate non ha riaperto dopo il lockdown: micro e piccole attività. 

 
Il nostro non è un approccio ideologico, rappresentiamo un’associazione che conta oltre 80.000 imprese, la maggior parte delle quali micro, piccole e medie. Il Governo non ha sbloccato il nodo della liquidità. L’unica maniera era rappresentata dai contributi a fondo perduto alle imprese. Anche i 25.000 euro alla fine rappresentano un ulteriore debito da onorare. Le imprese sono state lasciate sole. Questa è la realtà. E su questo, insieme con i nostri delegati, discuteremo. In maniera operativa e senza pregiudizi”.

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