Controversia sul deposito nazionale di scorie nucleari: contraddizioni nel Pd tra Parlamento e territorio viterbese

di REDAZIONE-

VITERBO- Emergono chiare contraddizioni all’interno del Partito Democratico (Pd) riguardo alla questione del deposito nazionale di scorie nucleari, focalizzato su 21 siti viterbesi individuati da Sogin, l’ente incaricato del decommissioning delle centrali nucleari. Sebbene nessun comune nella zona voglia accogliere il deposito, l’Unione Europea impone la sua realizzazione.

Il governo Meloni ha proposto nel Decreto Legge Energia di aprire alle autocandidature per evitare decisioni impopolari, ma finora solo il comune di Trino in provincia di Vercelli ha manifestato interesse. Sogin, tuttavia, ha sollevato perplessità tecniche riguardo a Trino. Altri comuni hanno presentato autocandidature, portando il governo a prorogare i termini per la presentazione.

Nel Parlamento, il centrosinistra, compreso il Pd, si è opposto all’apertura delle autocandidature, difendendo la mappatura di Sogin e cercando di prioritizzarla. Questa posizione contrasta fortemente con quella del Pd viterbese, guidato da Enrico Panunzi, vicepresidente del Consiglio regionale, che ha dichiarato la necessità di impedire che il territorio accolga il deposito. La contraddizione all’interno del Pd è lampante, con Chiara Braga a Roma che sostiene la coerenza con le decisioni passate, mentre Panunzi nella Tuscia si oppone fermamente.

Il dibattito in commissione ambiente della Camera ha evidenziato la mancanza di una linea politica verticale nel Pd. Fontana del Movimento Cinque Stelle e Di Sanzo del Pd hanno ribadito le loro posizioni, ma gli ordini del giorno del centrosinistra non hanno ottenuto l’approvazione in aula. La discordia interna nel Pd rischia di influenzare la gestione del delicato tema del deposito di scorie nucleari.

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