Controversie e polemiche a Viterbo: il film ‘Il Testimone’ accusato di propaganda filorussa sulla guerra in Ucraina

di REDAZIONE-

Viterbo si trova al centro di una controversia a causa della proiezione del film “Il Testimone”, un’opera accusata di essere una pellicola di propaganda filorussa sulla guerra in Ucraina. La proiezione, prevista per domenica 18 febbraio al teatro San Leonardo, ha sollevato una serie di preoccupazioni e critiche.

A portare la questione all’attenzione pubblica è Giacomo Barelli, coordinatore nazionale della Buona destra e membro dell’assemblea nazionale di Azione. Barelli esprime il suo sgomento per l'”inopportuna proiezione” definendo il film “Il Testimone” pieno di falsità sulla guerra in Ucraina. Il teatro San Leonardo, di proprietà della curia vescovile, diventa il centro delle polemiche.

Il film è annunciato dal profilo Twitter di Donbass Italia, un’associazione che, secondo il suo sito internet, propone “video, documentari, interviste e reportage dal Donbass”, sostenendo di offrire “tutte le notizie censurate nel democratico Occidente”. Barelli, in risposta, chiede l’intervento delle autorità competenti, compreso il vescovo Orazio Francesco Piazza, la sindaca Chiara Frontini e i gestori del teatro San Leonardo, per cancellare la concessione alla proiezione del film.

Il coordinatore nazionale della Buona Destra sottolinea che proiezioni simili del film sono state annullate in altre città italiane come Bologna e Torino, e esorta a non permettere un precedente del genere a Viterbo. Barelli denuncia la presunta disinformazione russa in Italia e richiama l’attenzione sulle manipolazioni del Cremlino, affermando che è dovere denunciare e opporsi a tali pratiche.

“Il Testimone” è il primo film russo sulla guerra in Ucraina, uscito a Mosca ad agosto e finanziato dal ministero della Cultura russo. Barelli critica il supporto all’iniziativa da parte di Unindustria e della Uil, i cui nomi campeggiano in fondo al manifesto della proiezione a Viterbo, evidenziando che il film presenta una prospettiva anti-ucraina e favorevole all’invasione russa.

Il film racconta la storia di un violinista belga in Ucraina durante l’invasione russa, dipingendo i soldati ucraini come neonazisti efferati. Barelli denuncia la rappresentazione distorta e falsa, sottolineando che questa prospettiva è parte della propaganda russa. Infine, l’appello di Barelli invita al boicottaggio della propaganda filorussa a Viterbo e nel paese, sottolineando il sostegno all’Ucraina nella sua lotta per la libertà ed europeizzazione contro l’occupazione russa.

 

 

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