Convegno al Caffè Letterario, svolto il primo di una serie di incontri sulla figura del Tutor Aziendale

di Redazione –

VITERBO – E’ stata posta la prima pietra di un edificio ancora in costruzione. Venerdì 18 maggio il Caffè Letterario ha ospitato un incontro conoscitivo attraverso il quale Ilenya Sapora, tutor aziendale fondatrice della Is Consulting, ha voluto promuovere sia la propria figura professionale non ancora conosciuta che tutto il ventaglio di attività e potenzialità contenute in un nuovo approccio al mondo imprenditoriale, alle aziende ed alle problematiche ad essi collegate.

A fare da moderatore il direttore generale di Confartigianato Viterbo , Andrea De Simone , che ha evidenziato come in questi anni di crisi a restare in piedi sono state sicuramente le aziende più forti e qualificate, ma, ha aggiunto “ mentre prima si trascuravano tanti aspetti oggi  investire su questi aspetti della vita aziendale non è una spesa”.

Il primo ad intervenire tra i relatori è stato il commercialista Gabriele Mattielli , il cui compito è quello di “Verificare gli aspetti meno seguiti dall’imprenditore. La Finanza non è legata solo alla redditività di cui tutti guardano gli importi, ma va a più a fondo”. Tra i temi accennati quello dell’investimento e soprattutto l’ acquisizione di una fonte di finanziamento: “I finanziamenti di terzi possono andar bene, altri invece vanno a creare uno squilibrio difficile da recuperare” il monito di chi conosce bene la distinzione tra ciclo produttivo e fabbisogno finanziario, patrimonio netto e cosiddetto “margine di tesoreria” (vedi foto sotto).

“Indici di bilancio che tutti dovremmo conoscere – la chiosa di De Simone – anche perché se non li conosciamo noi, li conosce il direttore di banca quando gli andiamo a chiedere 10mila euro”.

Dallo scorso anno una nuova legge, la 155, ha cambiato il quadro della situazione sui rapporti tra aziende e banche.

E , proprio a proposito della nuova legge che definisce gli “alert” attorno ai quali gli addetti ai lavori dovranno adeguarsi , ecco le parole del commercialista e revisore contabile Massimiliano Meschini: “Fin dal regio decreto del ‘42, la società fallisce perché non può pagare, un creditore innesca la richiesta e inizia l’iter. Anche l’imprenditore può iniziare la procedura , poi un curatore vende tutto quanto” . Non sempre però il percorso è lo stesso: “Oggi, infatti, è possibile il concordato, una sorta di via di mezzo. Io imprenditore, o qualcuno come il tutor,  mi fa rendere conto della situazione e noi cerchiamo di salvare il salvabile”.

La legge fissa dei paletti chiari sui soggetti che hanno in qualche modo precedenza, a partire dagli istituti bancari, l’agenzia delle entrate, i  dipendenti: “Prima si vedeva solo quanto uno guadagnava – chiarisce Meschini – oggi non più”. Meschini, poi, arriva a sostenere che “secondo una statistica non ufficiale tutti i bilanci sotto i 600mila euro si dice non siano veritieri”. Probabilmente un’esagerazione, ma la dice lunga sull’importanza da attribuire a certi meccanismi che letteralmente sfuggono al senso comune.

Parla Massimiliano Piombi

“La nuova riforma prevede un sistema di “alert” che devono essere monitorati da amministrati, sindaci, revisori, agenti della riscossione e istituti previdenziali – continua Meschini – La cosa che mette più paura sono i cosiddetti creditori istituzionalizzati. Se questi non si attivano vengono resi responsabili. Se gli alert c’erano, chi ne risponde? Amministratori, sindaci revisori, ma anche quelli che “potevano sapere”. A questo punto l’Agenzia delle riscossioni ci potrebbe chiamare per procedure concorsuali”.

Altra novità , all’interno della Camera di Commercio ci saranno dei “saggi” che prenderanno in mano l’impresa che vorrà essere assistita.

Motore instancabile dell’iniziativa e di numerosi progetti che la vedono fianco a fianco con lo stesso De Simone, Ilenya Sapora ha aiutato diverse aziende negli anni , fin dal 2009, quando ha aperto uno  studio. “ Viterbo mi ha insegnato tantissimo, – ha dichiarato all’attenta platea – perché ho trovato terreno fertile per questa figura che non esiste da nessun’altra parte. Una figura che fa da collettore tra tutta la parte tecnica dell’azienda e l’azienda stessa, ma ancor prima alle problematiche dell’imprenditore . Primo fra tutti il rapporto con le banche”.

Siamo noi – prosegue Sapora – che parliamo coi commercialisti e diciamo: Probabilmente questa azienda richiede anche, magari, mezzi finanziari sbagliati perché non ha liquidità. E perché non ha liquidità? Perché forse, per non pagare le tasse, fa il nero. A volte coi commercialisti discuto e dico: non creiamo gli strateghi per non pagare le tasse, creiamo strategie per migliorare il credito interno.

Un esempio: due anni fa è partita la società che fa microcredito fino a 35mila euro. Ebbene tutte le aziende che hanno fatto microcredito sono aziende che vanno bene”.

Altro capitolo : come ristrutturare l’azienda? Sapora non ne fa il nome ma rivela che in sala è presente la titolare di un’azienda ristrutturata. Un’azienda salvata dal fallimento solo con il credito interno: “Non andiamo a prendere soldi solo per prenderli”.

Per ciò che riguarda il credito finanziario la parola è passata poi a Massimiliano Piombi e Bernardino Burratti , consulenti finanziari di Fideuram Intesa San Paolo Private Banking che hanno sottolineato come, oltre ad avere le competenze tecniche, un buon consulente finanziario debba essere un interlocutore unico, una persona che sta davvero vicino al proprio cliente, col quale si deve instaurare un rapporto continuativo nel tempo.

In particolare Burratti ha dichiarato: “Dal ’99 la nostra è una logica multimarca. Abbiamo 4000 prodotti di banche terze in giro per il mondo. A volte incontriamo clienti con importi rilevanti scarsamente diversificati.

Numeri Fideuram

Spesso troviamo persone massacrate per l’ utilizzo errato di finanze, di scoperti, magari uno scoperto per comprare un capannone. Noi siamo “fichissimi” a gestire i soldi, ma anche consigliare un cliente è altrettanto fondamentale. Ci deve essere assistenza anche dal punto di vista del passivo. San Paolo è la prima banca in Europa a gestire il denaro. In Italia uno su 3 ha i soldi con noi”.

Burratti ha parlato anche del caos banche che ha coinvolto tanti italiani che ancora oggi pagano le conseguenze di scelte e gestioni scellerate, da parte di funzionari senza scrupoli, dei propri risparmi: “Il ricatto di alcune banche: io ti do i soldi ma voi comprate nostre azioni o obbligazioni. Da noi è vietato, da sempre, a meno che non si prenda la responsabilità il cliente, altrimenti ci arrestano”

Da noi il legame è diretto col cliente e vi assicuro che se io perdo un cliente mi chiedono mille spiegazioni, poi può darsi anche che il cliente se ne vada per sue ragioni… Siamo noi i primi a fare uno screening del cliente”.

Screening che rappresenta una garanzia non solo per il sistema creditizio, ma anche per lo stesso cliente.

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