CoopUp – A scuola d’impresa cooperativa

ROMA- Venerdì 24 novembre presso il dipartimento di Economia dell’Università Tor Vergata di Roma (via Columbia 2, Aula T7) si chiuderà con un hackathon l’edizione 2023 di CoopUp, il percorso di (in)formazione economica finanziato dalla Camera di Commercio di Roma e organizzato da Confcooperative Roma e Next (Nuova economia per tutti), con l’obiettivo di valorizzare l’autoimprenditorialità cooperative attraverso il metodo della “open innovation”.

A partire dalle ore 16 oltre 60 studenti provenienti delle università Sapienza, Tor Vergata e Lumsa si affronteranno in una gara di creatività per risolvere tre challenge proposte da altrettante cooperative della capitale: Node, cooperativa specializzata in servizi digitali (infrastrutture, cloud, software e consulenze); Explora, cooperativa che gestisce il Museo dei bambini di Roma in via Flaminia; e Crei, cooperativa attiva nell’interpretariato della Lingua Italiana dei Segni (LIS). L’appuntamento è stato preceduto da incontri preparatori durante i quali i partecipanti hanno appreso come costruire la propria startup, attivare connessioni tra persone ed enti già esistenti e condividere il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze.

«CoopUp è quel tipo di iniziativa che ci aiuta a traghettare lo storico sistema cooperativo nel futuro – dichiara Marco Marcocci, presidente Confcooperative Roma –. A noi non basta far nascere nuove aziende, ma vogliamo che acquisiscano una solidità tale da sopravvivere oltre la durata canonica di una startup. Le esperienze nate nelle precedenti edizioni del progetto ci danno ragione in questo senso. Del resto, se vogliamo continuare a ritagliarci un ruolo da protagonisti sul territorio, è necessario investire in innovazione. Il sistema economico attorno a noi si sta rapidamente evolvendo e le cooperative, generative per natura, sono lo strumento ideale per trasmettere il patrimonio del passato alle nuove generazioni».

«L’hackathon è il terzo incontro in presenza con gli studenti, il più importante – nota Dario Poligioni, responsabile Hub e Coworking di Next –. Nei due precedenti abbiamo formato ragazze e ragazzi su cos’è una cooperativa e le peculiarità del mondo dell’innovazione. A loro è stato richiesto di arrivare con un team di lavoro, analizzare il contesto di riferimento delle cooperative, le caratteristiche dei loro competitor e il segmento di clientela di riferimento. Ora si fa sul serio. Team di cinque persone massimo si affronteranno in un processo di innovazione partecipata e condivisa. La parola d’ordine è confronto: tra cooperative e studenti e tra i diversi atenei».

«Ai giovani chiederemo di aiutarci a capire come digitalizzare le nostre cooperative senza rinunciare alla sostenibilità ambientale – esordisce Danilo D’Elia, ceo della cooperative Node –. Da chi è nato dopo l’avvento di Internet ci aspettiamo soluzioni all’avanguardia che possano accelerare il progresso tecnologico delle piccole e medie cooperative che non dispongono di risorse, tempi e competenze sufficienti per fare da sole. Da parte nostra offriamo l’occasione per conoscere una natura giuridica d’impresa ancora poco nota a Millennials e Generazione Z. Eppure tutte le startup all’inizio si muovono con una logica cooperativa: uno vale uno e tutti fanno squadra».

«Noi proponiamo alle ragazze e ai ragazzi è di consigliarci soluzioni per rendere più efficace il nostro ecommerce – afferma Patrizia Tomasich, presidente della cooperativa Explora –. Non c’è futuro né presente senza innovazione, i cui protagonisti restano gli under 30. L’hackathon ci fornirà l’occasione per dimostrare loro quanto possa essere appagante aprire e/o lavorare in una cooperativa, dove al centro troviamo il valore della condivisione. Trovo sia la risposta più indicata alle tante sfide che le nuove tecnologie stanno portando alla nostra attenzione».

«La sfida lanciata agli universitari è quella di aiutarci a capire come proporre modelli moderni di corsi di sensibilizzazione alla Cultura Sorda e alla Lingua dei Segni Italiana rivolti alle aziende e alle persone udenti rendendo le persone Sorde protagoniste di questo processo di avvicinamento culturale – spiega Cristiano Iacoangeli, presidente della cooperativa CREI –. Ciò che proponiamo quindi è un tipo di innovazione sociale, dove il destinatario canonico del servizio si fa parte attiva nel processo di integrazione. Integrare la cultura sorda nei programmi di sensibilizzazione rivolti alle aziende e alle persone udenti è un passo significativo verso l’inclusione e la diversità».

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE