Coronavirus. Confcommercio Roma: grande sofferenza, ma seguiamo indicazioni “da Governo primissime misure, non sono certamente risolutive”

Roma – “Il protrarsi delle misure di contenimento e dunque delle chiusure delle attività’ ovviamente ci rattrista e rattrista moltissimo i nostri imprenditori che sono in grandissima parte piccoli e piccolissimi. Tuttavia, non potremo che rispettare, come stiamo facendo, queste dure restrizioni se servono, come e’ sicuramente, alla salute dei cittadini e di tutti noi.
Ci atterremo alle indicazioni del Governo, perché’ dal nostro punto di vista in questo momento la comunità’ scientifica e’ molto importante, cosi’ come la capacita’ di sintesi che saprà’ fare la politica contemperando le esigenze sanitarie con quelle economiche”. È questa la posizione della Confcommercio Roma, espressa dal suo direttore Pietro Farina, a proposito dell’imminente prolungamento delle chiusure delle attività’ commerciali che non siano di prima necessita’.
Intervistato dall’agenzia Dire, Farina auspica che “nel tempo ci possano essere graduali riaperture, ovviamente nel pieno rispetto delle misure di sicurezza per tutti noi. Ogni giorno che passa il livello di sofferenza delle nostre imprese aumenta. Era già’ altissimo nel periodo pre-chiusura. Siamo in una città’ e un territorio che vivono tantissimo di turismo – spiega – e il venire meno di quella componente già’ prima delle chiusure ha dato una botta fortissima a tutto il comparto turistico e a tutta la filiera, perché’ non e’ poco rilevante la spesa dei turisti nel commercio e anche in altre attività’ di servizi”.
A parte le attività’ che possono rimanere aperte “e che stanno più’ o meno mantenendo i livelli pre-emergenza, soprattutto il settore alimentare che e’ anche in lieve crescita, per gli altri- ribadisce Farina- il livello di sofferenza e’ altissimo. La prima cosa che ci chiedono sono i finanziamenti immediati per poter sostenere le spese correnti, perché’ le attività’ sono chiuse, ma non sono sospesi i costi, tra cui gli affitti, il pagamento dei fornitori e quello dei dipendenti. Ma chiedono anche uno snellimento e una possibilità’
di accedere molto velocemente agli strumenti per i dipendenti, come cassa integrazione e fondo integrazione salariale”.
Si tratta di un aspetto su cui “ci si e’ mossi abbastanza in fretta, il Governo alcune cose le ha fatte in fretta, con tempi impensabili rispetto al passato. Sta di fatto- conclude il direttore- che tutti i nostri associati considerano queste delle primissime misure che non possono essere certamente risolutive rispetto al momento attuale. Ogni giorno che passa il pagamento di fornitori, affitti e dipendenti diventa insostenibile per chi ha una attività’ che adesso sta incassando poco o nulla”
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