Coronavirus e terme, Marco Sensi delle Terme dei Papi: “Il nostro fatturato sarà 1/3 del solito”

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – In questa fase 2 di graduale ripresa di alcune attività commerciali ci sono dei settori che sono ancora chiusi e che stanno risentendo grandemente della crisi economica legata alla pandemia. Tra questi figura il termalismo. Marco Sensi delle Terme dei Papi ci spiega la situazione. “Sono in attesa di conoscere i protocolli, le disposizioni di sicurezza sia per i clienti che per il personale. Ancora non sappiamo come fare. A livello nazionale ci sarebbe la possibilità di riaprire i centri termali  per quanto riguarda i Lea, i livelli essenziali di assistenza, che sarebbero le cure Asl  (inalazioni, fangoterapia, bagni in vasca). Poi la Regione deve dare disposizioni per poter lavorare e queste ancora non sono chiare. Noi siamo pronti a partire. Abbiamo tantissime richieste ad esempio per la fangoterapia, il servizio che non ha subito flessione perché la terapia con i fanghi deve essere fatta tutti gli anni. La gente fa queste cure per necessità e di settimana in settimana stiamo rinviando le prenotazioni. I nostri clienti si aspettano di trovare un ambiente sano e prenotano il servizio, ma noi siamo costretti a rinviare le prenotazioni finché non ci daranno le disposizioni chiare per ripartire. Siamo pronti ad attuarle con il massimo rigore. Per gli altri servizi, come le inalazioni, non essendo su prenotazione, non possiamo avere la percezione di come sta andando la domanda”.

Secondo Marco Sensi “chi strilla di più ha maggiori attenzioni. Strillano le palestre e si aprono le palestre, strillano i parrucchieri e si aprono i parrucchieri. Le terme sono poche, seppure importanti, non strillano e nessuno ci si fila. Nessuno stabilimento termale è aperto, neppure con i Lea. Non ci sono né protocolli, né chiarezza”.

Ma quanto è il danno che le Terme dei Papi stanno subendo? “Quest’anno il nostro fatturato sarà 1/3 del solito e sono 200 le persone che sono in cassa integrazione. Quando sarà consentito riaprire, fine maggio, inizio giugno, non lo sappiamo, non potremo però riassumere tutti, perché il lavoro sarà molto minore e, quindi, prevediamo di ricominciare a fatica, tenendo a bada i costi. Non possiamo pensare di riavere la stessa clientela di prima. Sarà tutto da reinventare. Secondo me quest’anno non lo recupereremo più.  Ci leccheremo le ferite”.

Di cosa ci sarebbe bisogno nell’immediato? “Ci sarebbe bisogno di robuste iniezioni di liquidità per le aziende perché il problema non è solo quello di essere stati chiusi due mesi, ma che non lavoreranno più per i prossimi 10 mesi, specialmente per gli alberghi, i servizi turistici. Non è il danno avuto adesso che deve preoccupare di più, ma quello che avremo in futuro. Tutti questi settori sono stati penalizzati perché lavorano con le attività produttive, che sono rimaste chiuse. Una parte del Paese è stata molto più penalizzata di altre. Sto invidiando il posto fisso, sto valorizzando Checco Zalone (riferimento al film “Quo vado”, ndr.). Io sto sulla graticola, chi ha il posto fisso sta tranquillo. Chi fa l’imprenditore questa situazione l’ha messo a terra e deve solo sperare nella provvidenza, non avendo altri aiuti”.

Quindi voi sareste pronti a riaprire subito? “Lo siamo, già da tempo abbiamo recuperato tutto il materiale, come schermi, mascherine, guanti, visiere, grembiuli sterili in grandi quantità, tutto materiale che non è facile trovare e che abbiamo cercato di reperire già da tempo insieme ai distanziatori e cartelloni. Siamo pronti”.

Quali servizi potrebbero ripartire subito senza particolari problemi? “Potrebbero ripartire tutti con le dovute attenzioni necessarie, facendo ingressi alternati e applicando tutte le misure di sicurezza che attueremo con grande severità. Del resto questa non è una cosa che finirà domani e non si possono tenere le aziende chiuse. Il lavoro, purtroppo, è un un decimo di quello di prima. Molte persone torneranno a casa senza lavoro, molti non ce la faranno a pagare gli affitti, a sostenere le aziende con i costi che ci sono. Staremo a vedere. Noi, intanto, attendiamo di avere tutte le disposizioni per ripartire”.

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