Coronavirus, l’Italia verso un nuovo Dpcm

di REDAZIONE-

ROMA- Ci stiamo avvicinando verso un nuovo DPCM, visto che il  15 gennaio scadono gli atti normativi che hanno disciplinato le festività 2020, e perciò la cabina di regia dell’esecutivo dovrà definire ancora una volta  le prossime misure restrittive. Il 7 gennaio scadrà la zona rossa nazionale, fino ad allora il Paese sta vivendo in semi lockdown, con il solo 4 gennaio, domani, che è segnato come giorno arancione. Il problema principale è quello della riapertura delle scuole superiori, previsto per il 7 gennaio, che molti hanno contestato in quanto troppo a ridosso del lockdown e senza poter avere i dati aggiornati sulla pandemia post-feste. Inoltre, il problema dei trasporti permane. L’obiettivo del nuovo DPCM sarà, molto probabilmente, quello di prevedere indicazioni più precise e stabili per le Regioni in modo da evitare il caos normativo fra disposizioni locali e nazionali. Il premier Conte ha già fatto sapere che il  sistema delle zone gialle, arancioni e rosse rimarrà in vigore ancora per molto tempo. Ma potrebbe arrivare una modifica relativa ai parametri che sanciscono il passaggio di una Regione all’altra e, quindi, influire sui 21 indicatori che stabiliscono l’assegnazione delle zone. Per quanto riguarda il nodo scuola, l’ordinanza del 24 dicembre del ministro della Salute Roberto Speranza ha ridotto la presenza in classe al 50% solo per la prima settimana di riapertura, dal 7 al 15 gennaio. Valutata la situazione epidemiologica delle prime due settimane del 2021, il nuovo DPCM potrebbe stabilire le regole sulle lezioni in presenza, a seconda della zona in cui si trova la singola Regione. Dal  7 gennaio si dovrebbe tornare al meccanismo delle Regioni colorate e ci potremmo ritrovare con tutta l’Italia in zona gialla, con il rischio che tre Regioni, ovvero Veneto, Liguria e Calabria,  possano essere in zona arancione. Ma pare che il Governo stia valutando una nuova stretta per evitare dal 7 gennaio il “libera tutti” con criteri maggiormente restrittivi per avere più regioni in area arancione, evitando così gli spostamenti interregionali, intervenendo sull’indice Rt (la zona arancione scatterebbe con un Rt pari a 1,25 e la zona rossa con un Rt pari a 1,5). Questa ipotesi è sostenuta dai ministri Roberto Speranza e da Francesco Boccia, come pure dal capo delegazione del Partito Democratico, Dario Franceschini. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di prevedere restrizioni per le giornate più a rischio, come si è finora fatto per il Natale, quindi, istituendo zone rosse per il weekend, con bar e ristoranti chiusi nel fine settimana insieme ai negozi e spostamenti vietati se non per motivi essenziali.

 

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