Coronavirus, nel Lazio 23 agenti di polizia penitenziaria positivi

ROMA – “I casi ultimi di decessi tra i nostri colleghi in pochi giorni, la quale ci stringiamo al dolore delle loro famiglie, impone urgentemente che in ogni sede di servizio del Lazio l’Amministrazione Penitenziaria si adoperi affinché vengano avviate le vaccinazioni a tutto il personale di Polizia Penitenziaria e i tanti operatori che svolgono funzioni previste dall’Ordinamento Penitenziario”. – dichiara Daniele Nicastrini segretario regionale Unione Sindacati Polizia Penitenziaria (USPP), all’indomani della tragedia che ha colpito alcuni colleghi deceduti per causa coronavirus in alcuni regioni d’Italia.

“Lo scorso novembre ho sottoscritto – prosegue il sindacalista – in sede interregionale per Lazio Abruzzo Molise un Protocollo d’intesa con il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la prevenzione la sicurezza nei luoghi di lavoro in ordine all’emergenza sanitaria da covid-19, con la quale si e anche indicato interventi è protocolli in ogni sede locale delle regioni, purtroppo sembra fare acqua da tutte le parti considerati i casi covid presenti tra il personale di Polizia Penitenziaria che investe ad oggi circa 23 unità tra Frosinone, Roma, Rieti, Viterbo è in dovere di  cronaca anche oltre 30 detenuti”.

L’annuncio dell’assessore regionale alla Sanità del Lazio sembra prevedere la campagna vaccinale destinata al personale penitenziario entro la metà di Marzo è questo preoccupa fortemente il personale di Polizia Penitenziaria che lavora negli istituti penitenziari è servizi della regione Lazio per tanta lungaggine ad una necessità che vale la vita o la morte per gli stessi operatori.

“Come appartenente alla Polizia Penitenziaria – in conclusione NICASTRINI – e da vesti di sindacalista con oltre 25 anni di esperienza attiva, sottoscritto anche protocolli all’inizio degli anni 2000 con l’ufficio del garante dei detenuti regionale,non ho mai compreso del perché la nostra vita viene messa sempre all’ultimo posto dalle scelte di chi dovrebbe salvaguardare le nostra operatività, le nostre vite è le nostre famiglie, considerando che circa 3000 agenti operano con circa 6000 detenuti è svolgono servizi nelle sezioni detentive nonché migliaia di traduzioni e servizi vari nei vari tribunali, ospedali ecc, sembra non interessare mai nessun componente governativo.”

 

 

 

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