Cosma Manera, l’eroedimenticato che ha salvato migliaia di italiani

di ANNA MARIA STEFANINI-

Nella giornata nazionale dell’Arma dei Carabinieri il canale “Rai Storia” dedica uno speciale al ricordo di una delle più incredibili imprese di salvataggio militare al mondo, ingiustamente relegata nel dimenticatoio della storia.
Lo scenario è quello della 1^ guerra mondiale e il protagonista è il Maggiore dell’Arma dei carabinieri Cosma Manera (1876-1958).
Tra i coscritti dell’impero Austro-Ungarico figurano anche molte migliaia di giovani italiani residenti nei territori di Trento e Trieste, allora appartenenti alla corona asburgica e per questo detti “territori irredenti”.
I giovani italofoni vengono schierati sul fronte orientale contro la Russia zarista ma in tanti sentono di essere stati mandati a combattere una guerra che non è la loro guerra e decidono di consegnarsi ai russi. Secondo alcune fonti gli italiani prigionieri dei russi sono circa 20 mila.
Quando, nel 1915 il Regno d’Italia scende in guerra con la Triplice Intesa, Russia e Italia diventano alleate e iniziano così i contatti per un difficilissimo rimpatrio dei nostri soldati. Protagonista assoluto di questa operazione è il Maggiore dei carabinieri Cosma Manera. Figlio di un generale di divisione dei Reali Carabinieri Manera è un abilissimo e tenace stratega che parla bene francese, inglese, tedesco, turco, bulgaro, serbo e russo.
Nel 1916 Manera viene inviato in Russia ma incontra subito due enormi difficoltà: gli italiani si sono nel frattempo sparsi nell’immenso territorio russo e nel 1917 scoppia la celebre Rivoluzione d’ottobre: da quel momento la Russia non è più un alleato e Manera è costretto a operare in semi-clandestinità. Malgrado questo l’ufficiale riesce, in più riprese, a rintracciare tanti soldati italiani e organizzare un rocambolesco rientro attraverso la Siberia e la Cina. Non soltanto: Manera riesce a riorganizzare gli italiani in ranghi militari e partecipare alle operazioni alleate volte a impedire ai tedeschi di appropriarsi del materiale bellico abbandonato dai russi.
Si stima che Cosma Manera sia riuscito a rintracciare e organizzare il rimpatrio di circa 6 mila dispersi italiani.
Finita la guerra Manera continuerà la sua carriera nell’Arma dei Carabinieri disimpegnando incarichi in quella che è la sua grande specialità: le missioni all’estero. Nel 1923 ottiene la reale onorificenza del “collare dei santi Maurizio e Lazzaro”.
Apprezzato dall’Arma otterrà il grado di generale di divisione ma inviso al regime fascista il suo nome e la sua impresa finiscono nell’ombra.
Merito di “Rai storia” aver riportato all’attenzione pubblica questa nobile ed eroica figura di italiano e carabiniere.

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