Covid-19, Confesercenti: “L’esclusione delle enoteche dal divieto di asporto è un passo in avanti”

VITERBO – “L’esclusione delle enoteche dal divieto di asporto è certamente un passo avanti. Ma il divieto, anche se ora a carico dei soli bar, rimane un provvedimento iniquo e incomprensibile-. Così dichiara Giancarlo Banchieri, Presidente nazionale di Fiepet Confesercenti. – Lo stop all’asporto crea un grave danno alle sole imprese di somministrazione senza cucina ( bar, caffetterie, etc) mentre minimarket e grande distribuzione potranno infatti continuare tranquillamente a vendere bevande, anche alcoliche, negli orari in cui ai bar la vendita d’asporto è preclusa. La verità – continua Banchieri – è che si limita l’attività delle imprese nella speranza di limitare la mobilità sociale: in sostanza, si colpisce l’asporto per colpire gli assembramenti, che però, continueranno comunque anche con i bar chiusi per decreto. È infatti evidente che la strategia non stia dando i frutti sperati: la cronaca di questi giorni segnala numerosi casi di feste private e ‘assembramenti spontanei’ di persone che niente hanno a che fare con le imprese della somministrazione. Bisogna cambiare metodo, così non funziona: si deve fare di più contro gli assembramenti, smettendola di accanirsi sulle sole imprese”.

“La scelta di permettere alle enoteche di poter effettuare l’asporto – afferma dal canto suo Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo e membro della presidenza nazionale – apre uno spiraglio a favore di aziende che accusano pesanti perdite, ma non ci si può fermare solamente a questo. Bisogna intervenire per favorire le attività del settore della ristorazione con opportune misure, favorendo la ripresa, dopo un luogo e grave periodo di grandi difficoltà. Ribadiamo che è importanjte accelerare la vaccinazione degli addetti del settore per tutelare la saluite della clientela. Contro gli assembramenti – conclude Peparello – è necessario intervenire con azioni mirate, perché non può essere il comparto della somministrazione a pagare con pesanti perdite, il dissennato comportamento di gente che non ha nulla a che fare con il gli esercizi addetti al ristoro”.

 

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