Covid 19 e Infortuni sul lavoro. Turchetti (Uil): “In sei mesi dalla Tuscia 64 segnalazioni all’Inail”

VITERBO- “Sessantaquattro. Tante sono state le le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 a Viterbo e provincia. Una cifra che pone la nostra area al quarto posto per questa tipologia di incidente dopo Roma, Frosinone, Rieti e prima di Latina. Nessuna segnalazione proveniente dal nostro territorio ha avuto esito mortale”. Sono i numeri che la Uil di Viterbo ha elaborato su fonte Inail nei primi sei mesi del 2020.

“Dal nostro focus – spiega Giancarlo Turchetti, Segretario generale della Uil di Viterbo – emergono 39 denunce provenienti da donne, mentre tra gli uomini se ne sono contate 25. L’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ha certificato che la fascia di età compresa tra i 50 e il 64 anni e poi quella tra i 35 e i 49, sono state le più esposte al rischio contagio, rispettivamente con 31 e 21 casi. Minore l’impatto sulla fascia di età tra i 18 e i 34 anni e quella degli over 64, con 8 e 4 denunce”.

“Da gennaio a giugno complessivamente nel Lazio le segnalazioni arrivate all’Inail sono state 1496 – prosegue l’esponente sindacale – Roma ne ha totalizzate 1192, Frosinone 98, Rieti 86, Latina 54. In undici casi l’esito è stato mortale. La Capitale con nove vittime ha pagato il tributo più alto, lutti anche a Latina e Frosinone con un caso ciascuno. Mentre In tutta Italia le denunce con esito mortale sono state 252. Nel Lazio la gestione dell’industria e servizi ha registrato il 94,7 per cento delle denunce, seguono poi la gestione per conto dello Stato (4,6%), la navigazione (0,6%) e l’agricoltura (0,1%). Circa l’86 per cento delle segnalazioni codificate per attività economica (Ateco) ha interessato il settore della sanità e dell’assistenza (69%). Infermieri, medici, operatori sanitari e socio assistenziali le professionalità più colpite”.

“Sono numeri – conclude Turchetti – che evidenziano i rischi e le difficoltà quotidiane di tanti lavoratori e lavoratrici. E di quanto siano stati necessari, e continuano ad esserlo, i protocolli anti contagio che il sindacato ha chiesto e ottenuto dal governo nei giorni più critici della pandemia. Dobbiamo continuare a vigilare perché il virus è ancora tra noi. E perché la sicurezza sul lavoro di tante donne e tanti uomini del nostro territorio come dell’Italia intera, viene prima di tutto“.

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