Covid-19, Peparello (Confesercenti): “Svaniti 1,5 miliardi di fatturato per bar e ristoranti. Stop a Tari e occupazione suolo pubblico”

VITERBO – Più take away e più spazi all’aperto, ma anche più tecnologia per limitare i contatti. Bar e ristoranti si preparano ad affrontare la sfida doppia della Fase 2: garantire la sicurezza di clienti e lavoratori e provare a ripartire dopo il lockdown. Il cui conto, per il settore, è stato particolarmente salato: in media, ogni pubblico esercizio ha perso circa 55mila euro di fatturato, quasi il 30% di quello annuale, per un totale di 11,5 miliardi di euro di ricavi ‘svaniti’. A stimare l’impatto economico dello stop su bar, ristoranti e altre attività della somministrazione è Fiepet Confesercenti.

“La salute pubblica è la priorità, e i pubblici esercizi hanno mostrato i massimi livelli di collaborazione. Il lungo periodo di fermo, però, è stato disastroso: moltissime imprese rischiano di chiudere per sempre, decimando uno dei settori d’eccellenza italiani”, commenta Giancarlo Banchieri, Presidente nazionale di Fiepet Confesercenti. “Con l’arrivo della Fase Due dovremo creare nuove modalità di vendita e di gestione dei locali, per garantire la salute di tutti e una rapida ripresa del servizio. Per questo, proporremo al governo una ricetta in pochi punti per far ripartire la somministrazione in tutta sicurezza. In primo luogo, occorre puntare con decisione sul take away. Nel mondo post-coronavirus, la consumazione a domicilio, o sul luogo di lavoro, avrà un ruolo cruciale. Per questo chiediamo che ristoranti e bar possano riprendere la vendita d’asporto, garantendo la sicurezza dei consumatori attraverso la regolazione delle entrate nei locali, nelle stesse modalità già applicate dalle altre attività commerciali aperte – spiega Banchieri – Serve poi uno sforzo straordinario sugli spazi all’aperto. Per ripartire in sicurezza e mantenere le distanze, ristoranti e bar hanno bisogno di avere più spazi. Chiediamo che si estenda straordinariamente la metratura a disposizione dei dehors di bar e ristoranti senza costi aggiuntivi per le imprese”.

 “Sono da tenere in considerazione i costi – dichiara Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo e membro della presidenza nazionale – Nella Tuscia per mantenere in piedi la rete dei pubblici esercizi, è necessaria la collaborazione di tutti: Dagli enti locali – aggiunge – ci si aspetta un gesto concreto: lo stop immediato per Tari e occupazione suolo pubblico per tutto il 2020. Su bar e ristoranti, anche se sono costretti all’inattività, continua a pesare il costo di questa tassa e di quella relativa alle insegne. Si tratta di una spesa molto elevata per centinaia di imprese di Viterbo e provincia, già ridotte in ginocchio dal lockdown. A queste andrebbero invece dati indennizzi a fondo perduto sui ricavi mancati e la decontribuzione del costo del lavoro, almeno per tutta la durata delle restrizioni”

. La Confesercenti di Viterbo è stata la prima a chiedere la detassazione per bar e ristoranti, ringrazia il comune di Viterbo, gli altri comuni che hanno accolto questa richiesta e attende che venga adottata da tutti gli enti locali della provincia.

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