“Covid, usura e costi fissi: dobbiamo salvare le imprese della Tuscia”

di DIEGO GALLI –

VITERBO – La pandemia Covid19 continua a mettere a repentaglio la vita delle aziende della Tuscia, aumentando il numero degli indebitati e, inevitabilmente, alimentando la crescita delle organizzazioni a stampo mafioso presenti già nella Provincia.

Lo spaccato sull’attuale situazione, illustrato stamattina dal presidente Vincenzo Peparello di Confesercenti Viterbo e dal presidente di SOS Imprese Lazio Lino Busà, mostra una Tuscia molto sofferente, dove “quasi 7 attività della ristorazione su 10 rischiano di non farcela”.

Lino Busà, presidente SOS Imprese Lazio

“Intorno alle grandi mafie – ha proseguito – si stanno aggregando dei piccoli gruppi locali, autonomi e di violenta intimidazione. Delle entità ‘imprenditoriali’, ovvero espansionistici e di presenza sul territorio”.

Il turismo, come evidenziato poi da Vincenzo Peparello, continua a essere il settore più a repentaglio e, spesso dimenticato dal governo. “Senza aiuti concreti e un’accelerazione del piano vaccinale, rischiamo di perdere la gara per il turismo estivo con i nostri competitor europei. Paesi come la Grecia, ma anche la Francia, sono avanti a noi, pronti per intercettare il flusso dei turisti”.

Dubbi, per entrambi i rappresentanti delle imprese, sorgono anche per quanto riguarda il piano delle riaperture che rischia, dando la possibilità di riaprire solo a chi possiede dehors esterni, di fare “figli e figliastri”, come già evidenziato più volte dagli stessi ristoratori e baristi.

“Da gennaio 2020 a gennaio 2021 abbiamo assistito a un forte stop alla nascita delle imprese nel Viterbese, un calo pari al 15% – ha spiegato Peparello – Tra chi soffre di più, vi sono gli imprenditori che continuano a sostenere forti ‘costi fissi’, come affitti e TARI. Il governo deve aiutare queste aziende a riposizionarsi sul mercato e a sostenere queste spese inevitabili. Purtroppo, già entro la fine di quest’anno, assisteremo a un grave incremento dei fallimenti e dell’occupazione. Si tratta di un fattore inevitabile, ma dobbiamo cominciare a porvi un rimedio”.

Vincenzo Peparello, presidente Confesercenti Viterbo

“Noi, come associazione SOS Imprese – ha proseguito Lino Busà – siamo pronti per aiutare tutti gli imprenditori come meglio potremo, offrendo servizi legali gratuiti, ma anche supporto psicologico. Dobbiamo aiutarli a resistere, a non cedere alla tentazione di affidarsi agli usurai, che hanno già mietuto moltissime vittime anche a Viterbo”.

I due hanno inoltre ribadito come anche gli imprenditori debbano darsi da fare, rinnovandosi e aggiornandosi. “Circa il 50% delle imprese chiude i battenti entro i 5 anni dalla nascita – hanno spiegato – Un dato che ci fa campire come molti imprenditori non possiedano la capacità professionale necessaria per entrare nel mercato, non pensando a cose fondamentali come il digital marketing e le analisi dei competitor. Noi facciamo già del nostro, offrendo dei servizi tramite i nostri sportelli digitali, ma chiediamo che il governo ci aiuti incrementando l’offerta relativa ai corsi di formazione per i neo imprenditori”.

“Vaccini, sostegni più consistenti e aiuto nel gestire i costi fissi”. Ecco cosa viene chiesto dalle due associazioni legate all’imprenditoria della Tuscia e del resto d’Italia. “Pensiamo agli alberghi – ha poi dichiarato Peparello per fare un esempio – che, nonostante l’assenza di entrate, stanno sostenendo affitti altissimi per mantenere i loro stabili in attesa della ripresa”.

Sportello Sos imprese – Rete della Legalità è un’associazione nazionale per la difesa dal racket e dall’usura, nata nel 1991 a Palermo per iniziativa di un gruppo di commercianti per difendere la loro libera iniziativa imprenditoriale, per opporsi al racket e resistere alla criminalità organizzata e offre la possibilità di denunciare in forma anonima, pressioni, intimidazioni, usura ed estorsioni ed ottenere una consulenza legale gratuita.

“Sono stati numerosi gli interventi promossi nel Lazio e nel Viterbese – ha affermato Lino Busà – ed abbiamo ottenuto ottimi risultati. Sono stati bloccati tentativi compiuti ai danni di imprese che l’associazione ha protetto non solo dal  grosso racket, ma anche da piccoli gruppi delinquenziali locali. In pratica 112 sono stati i casi  presi in carico e ai quali è stata garantita l’assistenza. Per la maggior parte si tratta di imprese della città di Viterbo, ma anche del litorale. Si tratta di ditte individuali e piccole imprese commerciali e artigianali. Le richieste di intervento riguardano: quelle per esposizione al rischio di usura  il 25% del totale, quelle di estorsione il 10%, le imprese colpite con situazione da forte indebitamento il 70%. Infine altri casi riguardano generiche vessazioni. L’impegno dello sportello Sos impresa continua soprattutto in questo lungo periodo di lockdown che ha indebolito gli operatori esponendoli a rischi”.

“Noi siamo a disposizione e nessuno deve vergognarsi di chiedere aiuto. Il nostro numero verde 800900767 esiste per questo”, ha concluso Lino Busà poco prima di donare a Vincenzo Peparello una targa attestante il suo impegno per il territorio e la disponibilità che, come Confimprese Viterbo, ha sempre offerto a SOS Imprese.

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