Criticità nelle procedure di accoglienza e controllo dei visitatori, interviene la Confael

VITERBO – Riceviamo dalla Confael Viterbo e pubblichiamo: “Alla scrivente O. S. perviene la legittima segnalazione, da parte del personale sanitario del P. O. di Belcolle, della criticità riguardante l’accoglienza dei visitatori all’interno delle Unità Operative e del controllo della relativa certificazione verde (Green Pass).

Innanzitutto vogliamo ribadire a codesta Direzione Strategica che il numero di operatori socio sanitari ed infermieri presso molte U. O. C. risulta insufficiente e, tramite la circolare diffusa dalla direzione di questa A. S. L., il compito della verifica della certificazione verde, è genericamente demandato, al “personale sanitario” in servizio presso le U. O. C. .

Deputare il personale sanitario ai controlli di cui sopra ci appare inappropriato, in quanto l’ingresso dei visitatori avviene in concomitanza con numerose altre attività assistenziali inderogabili da dover svolgere e quindi assegnare personale addetto all’assistenza allo svolgimento del compito in oggetto, risulta inopportuno poiché sottrae risorse che in quei momenti sono fondamentali per l’erogazione delle attività assistenziali che si svolgono nei medesimi tempi (somministrazione delle terapie e somministrazione dei pasti ai degenti).
Ci appare ancor più inappropriato in quanto l’articolo numero 13 del D. P. C. M. del 17 giugno 2021 definisce chiaramente quali sono le figure autorizzate al controllo della certificazione verde, ossia pubblici ufficiali nell’esercizio delle pubbliche funzioni (lettera a del comma n. 2 del suddetto articolo).
Ad oggi l’infermiere è un incaricato di pubblico servizio e non possiede lo status di pubblico ufficiale (come previsto dall’articolo n. 357 del Cod. Pen.) quindi non può essere impiegato al controllo del Green Pass o di alcun tipo di documento di riconoscimento.

A nostro parere, la già oggettiva carenza di personale sanitario all’interno di codesta Azienda Sanitaria Locale, non può e non deve subire ulteriori sovraccarichi ingiustificati e privi di fondamenti normativi che hanno come unico esito, un ennesimo sovraccarico lavorativo con mansioni e compiti non pertinenti ai profili delle professioni sanitarie.

Considerato quanto scritto, rimaniamo in attesa di azioni correttive che non compromettano ulteriormente l’erogazione delle ordinarie attività assistenziali”.

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