Cura di Vetralla, oggi l’ultimo saluto a Matias

di MARTINA DI BARTOLO-

VETRALLA (Viterbo) – In un silenzio irreale, squarciato a tratti dal pianto e dalle parole di conforto, la cittadinanza di Vetralla, ancora sconvolta ed incredula dall’accaduto, si è riunita, nella chiesa di Santa Maria del Soccorso, intorno alla mamma del piccolo Matias, Mariola Rapaja. Il piccolo di 10 anni  è stato ucciso lo scorso 16 novembre nella sua abitazione in strada Luzi dal padre, che aveva il divieto di avvicinamento al figlio e alla moglie, poi arrestato con l’accusa di omicidio. Ai funerali di questa mattina erano presenti anche tutti i compagni di classe  e le maestre di Matias, anima pura ed innocente al quale è stata strappata la vita in modo violento e disumano proprio dalla persona che avrebbe dovuto amarla di più, il padre, Mirko Tomkov.

Il sacerdote,  che ha officiato il rito funebre, don Paolo Chico, durante l’omelia, con la voce minata dal dolore, ha detto: “Vi è capitato mai di accendere il telegiornale e vedere una notizia che non ci piace? La prima cosa che facciamo è cambiare canale. Così anche in queste situazioni vorremmo cambiare canale. Ma non si può fare, non si può far finta di niente, oggi non si può far finta di niente perché questa notizia ci interroga tutti. Se tutti noi riuscissimo a prendere sul serio la Parola del Vangelo non ci sarebbe più male nel mondo. L’amore non fa alcun male. Ci stringiamo tutti accanto al dolore dei cari per la perdita del piccolo Matias, augurandoci di non dover mai più raccontare fatti di tale violenza. Chiediamo perdono se non ci siamo accorti di niente, assumendoci tutte le nostre responsabilità personali e comunitarie”. Molte le persone fuori e dentro la chiesa, a partire dal sindaco Sandrino Aquilani, gli assessori e consiglieri comunali, il senatore della Lega, Umberto Fusco ed una rappresentanza dell’arma dei carabinieri. Furo dalla chiesa tanti palloncini bianchi e gialli con i nomi dei compagni di scuola di Matias, che alla fine della Messa sono stati lanciati in cielo, come ultimo saluto al piccolo.

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