Dai Flagellati di San Giovanni in Valle all’Arciconfraternita del Gonfalone

VITERBO – Nella seconda metà del 1300 anche a Viterbo si diffusero  le Compagnie dei Flagellati che avevano i loro Oratori in diversi punti della città. Una di queste, chiamata Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni in Valle, aveva la propria sede  in quella che oggi è Via S. Antonio, ancora contrassegnata da uno stemma in peperino. Qui i fratelli si riunivano per le pratiche devozionali compresa la flagellazione, talvolta portata fino all’effusione del sangue.

Verso gli inizi del secolo XVI le Compagnie dei Flagellati iniziarono un processo di evoluzione che, abbandonati gli eccessi autolesionisti, li portò ad assumere l’aspetto di quelle che conosciamo come Confraternite. Queste, oltre al decoro delle funzioni religiose, assunsero un importante ruolo nel campo sociale assicurando per secoli vari servizi là dove le istituzioni pubbliche erano latitanti.

Seguendo questo processo di cambiamento la Compagnia dei Flagellati di S. Giovanni in Valle nel 1561 si aggregò all’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma, che si ritiene fondata da S. Bonaventura da Bagnoregio, assumendo tra le finalità l’aiuto solidale tra i confratelli, la liberazione degli schiavi cristiani in mano ai turchi, il conferimento di tre doti annue per le ragazze povere.

Ben presto il Gonfalone di Viterbo divenne la Confraternita più ricca e importante della città, tanto da poter mettere in cantiere la costruzione di  una nuova chiesa con annesso Oratorio, la cui prima pietra fu   posta dal Card. Brancaccio, vescovo di Viterbo, il 21 Dicembre 1665.

La costruzione che durò diversi anni fu completata con le decorazioni dei maggiori pittori viterbesi del 1700 – Falaschi, Strigelli, Corvi, Marzetti – che la resero il capolavoro barocco della città, impreziosita inoltre dallo stendardo secentesco di Giovanni Francesco Romanelli.

Il prospetto settecentesco che dà su Via Card. La Fontaine sembra con la sua forma concava invitare i passanti ad entrare dove saranno accolti dai Fratelli della ricostituita Confraternita del Gonfalone.

Don Mario Brizi

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