Dal Casato De’Medici di Toscana nuova honorificentia per il viterbese Sebastian Serafini

Partendo dal novero nell’Ordine Civico Mediceo con la qualità di Uniate, giunge ora da Firenze per il viterbese Sebastian Serafini una nuova onorificenza. In seno alla Compagnia delle Opere Granducali infatti, Sua Altezza il Granduca di Toscana Titolare non soltanto ha voluto comprendere il N.H. Don Sebastian Nobile di Firenze, quale membro effettivo con il titolo civico di Soprintendente Mediceo, ma “Avendo Noi inoltre apprezzato con sincera gratitudine le opere della Sua Nobilissima Persona, le quali rappresentano un esempio di senso civico…..è infine nostra intenzione di comprenderLa nel direttivo della suddetta Compagnia delle Opere, fra gli illustrissimi membri del Collegio dei Garanti del Patto di Famiglia dell’Elettrice Palatina (1737), con il titolo onorifico di Gonfaloniere Palatino di Giustizia”.
Sebastian Serafini (1)“Ringrazio sentitamente Sua Altezza il Granduca per quanto ha voluto concedermi, e considero questa una spinta ad andare avanti nel segno di quanto mi è stato insegnato dalla mia famiglia. Sono cresciuto con l’eco dell’impegno civico e culturale che nel mio paese, Soriano Nel Cimino, mio nonno materno Carlo Pennazzi ed il fratello Anacleto hanno sempre profuso, organizzando manifestazioni sportive, culturali, di gala, nel mondo del cinema, adoperandosi nell’ambito lavorativo e sociale. Mio padre Agostino poi, è stato per me un esempio di signorilità umana unica, ed una guida di cui ogni giorno sento la mancanza materiale, ma di certo non morale. Nel mio piccolo con attività legate alla mia grande passione, il teatro, cerco di essere presente sia nel mio paese che fuori, specialmente volgendo lo sguardo, con occasioni di beneficenza, a chi è meno fortunato, cosa che tutti, ognuno secondo le proprie possibilità di tempo e propensione, dovrebbero fare. Ma anche tramite altre associazioni di cui faccio parte, collaboro con amici veri per portare sul territorio manifestazioni culturali che possano coinvolgere gli interessi della maggior platea di pubblico possibile, poiché le espressioni dell’arte sono molteplici così come i “gusti” degli spettatori. In merito ai riconoscimenti alla mia persona, se valgo qualcosa lo faccio per poter lasciare un giorno a mio nipote Mattia un segno ed un retaggio che possano renderlo orgoglioso di impegnarsi così come oggi fa lo zio, e come prima di lui hanno fatto il nonno ed il bisnonno. A lui un domani andranno i titoli, e gli insegnerò che dovranno essere onere e non onore”.

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