Dalla Regione Lazio 30 mln di euro in 4 avvisi pubblici per la ricerca e l’innovazione

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Un piano di sviluppo per la ricerca, un salto nel futuro, è stato presentato a Roma, questa mattina, durante l’evento “La ricerca per il Lazio del futuro”. Obiettivo: contrastare gli effetti provocati dal coronavirus e integrare le eccellenze dell’università e del mondo della ricerca del Lazio con l’economia del territorio. I 30 milioni per i quattro bandi si aggiungono ai 5 stanziati a marzo a favore della ricerca per il vaccino contro il Covid-19 (come da Protocollo cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca per 3 milioni di euro).

Quattro bandi regionali da complessivi 30 milioni di euro per ricerca, innovazione e start-up, al fine di contrastare le conseguenze dell’emergenza Covid-19 e, nel contempo, di orientare il modello di sviluppo del Lazio ancor più nettamente verso l’innovazione, il trasferimento tecnologico e la sostenibilità. Sono stati presentati oggi ai rappresentanti delle istituzioni, delle università, delle associazioni e degli organismi di ricerca nella sede della Regione Lazio durante l’evento “La ricerca per il Lazio del futuro”.

Presenti all’appuntamento, assieme al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, e gli assessori regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Ricerca, Start-up e Innovazione, Paolo Orneli, e al Lavoro e Nuovi Diritti, Formazione, Scuola e diritto allo studio universitario, Politiche per la ricostruzione, Claudio Di Berardino.

Lo scopo dei quattro bandi è duplice: da una parte si vuole sostenere il mondo della ricerca, aiutandone l’integrazione con la realtà delle imprese e permettendo la diffusione di nuovi procedimenti e prodotti in modo da portare l’innovazione fino al livello dei consumatori, rendendola percepibile e fruibile da tutti. Dall’altra invece si vuole rafforzare la lotta contro la diffusione del coronavirus, in modo da contribuire a contrastarne il più rapidamente possibile gli effetti.

Questo il dettaglio dei quattro avvisi, così come sono stati illustrati dall’assessore Orneli:

  • Il primo, “Progetti di Gruppi di Ricerca 2020”, è destinato a Organismi di ricerca e diffusione della conoscenza (università e centri di ricerca) con sede nel Lazio che presentino progetti singolarmente o in aggregazione tra loro, ha una dotazione da 20 milioni di euro (fondi Por-Fesr 2014-2020 e fondi regionali) e come scopo la realizzazione di programmi di ricerca e sviluppo di potenziale interesse delle imprese del Lazio nel quadro della Smart Specialisation Strategy (S3) regionale, valorizzando l’eccellenza del capitale umano rappresentato dai ricercatori del Lazio. Ciascun progetto sarà finanziato al 100%, per un importo massimo di 150mila euro. Obiettivo finale: arrivare a finanziare fino a 140 gruppi di ricerca, per un totale di oltre 560 ricercatori laziali beneficiati. Il formulario per la partecipazione al bando si potrà compilare in modalità telematica sulla piattaforma Gecoweb a partire dal 30 settembre.
  • Il secondo avviso, “Emergenza coronavirus e oltre”, ha una dotazione di 3 milioni di euro (fondi regionali) ed è pensato per finanziare progetti, presentati in partnership da Organismi di ricerca (Odr) e imprese, che possano portare sul mercato (entro 6 mesi al massimo) sia soluzioni per il contrasto al Covid-19 (medicinali, trattamenti, dispositivi medici, attrezzature ospedaliere e mediche, strumenti per la raccolta e/o il trattamento dei dati per il monitoraggio della diffusione del virus ecc.), sia strumentazioni, dispositivi, sistemi e applicazioni in un‘ottica di welfare innovativo (cura dei contagiati a domicilio tramite teleassistenza, telemonitoraggio, robotica dispositivi per lo svolgimento delle attività lavorative a distanza o sul posto di lavoro in condizioni di sicurezza, dispositivi per la protezione individuale da Covid-19 e per il distanziamento sociale ecc.). Il contributo concedibile a un singolo progetto non potrà essere inferiore a 150mila euro né superiore a 350mila. Il formulario per la partecipazione al bando si potrà compilare in modalità telematica sulla piattaforma Gecoweb a partire dal 31 agosto.
  • Il terzo bando, “Dottorati Industriali”, è finanziato con 3 milioni di euro (fondi Por-Fse 2014-2020), ed è stato pensato per promuovere e ampliare la collaborazione tra il sistema della ricerca e dell’innovazione regionale e le imprese del Lazio. L’obiettivo è utilizzare le risorse regionali per cofinanziare circa 50 dottorati industriali ad alto contenuto innovativo promossi dalle partnership tra università (statali e private), Pmi e grandi imprese ed enti pubblici. I progetti di ricerca, della durata di 3 anni, devono essere coerenti con la S3 regionale. Scopo ultimo è valorizzare i giovani laureati delle università del Lazio, al fine di creare e facilitare i rapporti di collaborazione tra università e imprese, innovare il modello produttivo laziale investendo in ricerca e sviluppo e favorire l’inserimento nelle imprese laziali di giovani altamente qualificati. Il bando verrà pubblicato nel mese di settembre.
  • Per quanto riguarda l’ultimo avviso, “Pre-Seed”, si tratta di un bando già aperto che è stato rifinanziato con una nuova iniezione di risorse pari a 4 milioni di euro (fondi Por-Fesr 2014-2020) – il che porta lo stanziamento totale a 8 milioni – e al quale è stata inserita una riserva di 1 milione di euro per progetti finalizzati alla gestione dell’emergenza Covid-19 e dei suoi impatti economici e sociali. Si tratta di un bando con cui la Regione intende finanziare con contributi a fondo perduto due tipologie di progetti: da una parte, con interventi fino a 30.000 euro sostiene la creazione e la fase avviamento di start up innovative, al fine di renderle interessanti per il mercato del capitale di rischio; dall’altra, al fine di rafforzare il legame tra il mondo della ricerca e le imprese, si promuove la nascita di spin-off della ricerca con interventi fino a 100.000 euro. Il bando è aperto in modalità telematica sulla piattaforma Gecoweb.

Maggiori informazioni sui bandi sono disponibili su www.lazioinnova.it e www.lazioeuropa.it.

Questo impegno della Regione Lazio si aggiunge all’intervento diretto nella lotta contro il Coronavirus già messo in campo con il Protocollo d’intesa siglato a marzo assieme ai Ministeri dell’Università e della Ricerca Scientifica della Salute, il Cnr e l’Irccs “Spallanzani”, per l’individuazione di un vaccino contro il Covid-19 per il quale è già in corso l’erogazione di 8 milioni di euro (5 dalla Regione e 3 dal Mur).

L’assessore regionale Di Berardino ha detto: “Questa iniziativa la trovo importante per tre ragioni: cade non casualmente in questo periodo che coincide con la lunga fase della ripartenza, in cui anche la nostra Regione ha risentito pesantemente di questa condizione, tant’è che se dovessimo paragonare quanto successo nei primi mesi del 2020, con la cassa integrazione rispetto al 2019 un incremento del 906 per cento in più passando da 13 mil di ore a 134 mln di cassa integrazione con una perdita di 16 mln di giornate lavorate. Capiamo che tutto questo ha determinato un forte indebitamento economico e sociale. La seconda ragione: è un’iniziativa che contribuisce a rilanciare il tema dell’innovazione e della ricerca, che sono due ingredienti fondamentali per uno sviluppo sostenibile. La terza ragione: c’è una convergenza profonda tra le istituzioni, regione e ministero, parte datoriali e università e ciò ci consegna la possibilità di poter raccogliere questa sfida. Il quadro d’insieme viene fuori da una strategia più profonda della regione che vede sul tema del diritto allo studio un forte investimento da parte della Regione per ridare nuova linfa all’ascensore sociale per rideterminare le condizioni di una ripartenza anche collegata alla qualità. Iniziativa che nasce dentro un terreno di buoni libro, di borse di studio, di copertura ai tanti tirocinanti rimasti fermi per il Covid, nasce con il contributo sul tema della connettività, al tema del servizio mensa universitario, al progetto Torno subito, per dare ai giovani una formazione dopo università per tornare meglio formati. 10 sedi con Porta futuro, il potenziamento fatto per allargare le ore di studio con il progetto h 24 delle biblioteche, lotta alla dispersione scolastica, incentivi per favorire le iscrizioni alle università, conciliando il disagio sociale e il premio del risultato. Messo in campo anche un importante progetto, un bando contro la fuga dei cervelli con l’obiettivo di trattenere nel nostro territorio queste capacità nel nostro territorio. Iniziato un confronto con il settore chimico- farmaceutico, per far tornare in Italia qualche cervello e in questo contesto che nasce il progetto dei dottorati di ricerca. Tentativo di una strategia che inizia per la prima volta come Regione Lazio, ma per noi diventa inizio di un percorso non solo sperimentale e confidiamo che questo esperimento possa dare dei risultati importanti perché ci predisponiamo a fare di questa scelta non occasionale, ma strategica. In questa scelta ci impegniamo con i fondi sociali europei con il primo finanziamento di 3 mln di euro e disposti anche ad ampliarlo perché quegli obiettivi di 50-60 dottorati è il primo scalino in questa direzione. Le università presenteranno dopo il nostro avviso, che potrà uscire a settembre, bisognerà poi coinvolgere le imprese, ma i tanti rapporti avuti con Tortoriello di Unindustria sono confortanti, che ci possa mettere l’altro 50 per cento. Parallelamente tutto questo deve essere fatto dentro una linea di sostenibilità e di inclusione senza discriminazione. Siamo, quindi, chiamati a fare in modo di condividere insieme, abbiamo bisogno di una crescita occupazionale, coniugando innovazione e diritti. Credo che ci siamo le condizioni per realizzare un vero e proprio patto tra le istituzioni che dia valore a questa scelta e non soltanto il contenuto delle procedure che seguirà l’azione amministrativa. Questa è una bella iniziativa di politica attiva del lavoro. Il nostro obiettivo è il lavoro e credo che se lo coniughiamo anche alla qualità abbiamo fatto davvero entriamo in scena dentro a questo nuovo mondo”.

La direttrice Longo ha quindi spiegato il percorso per arrivare a questo piano: “Il principio di ascolto, integrazione delle politiche e forte integrazione delle risorse finanziarie che si traduce in una programmazione unitaria di tutte le risorse. Questa metodologia è stata segnatala anche come buona prassi dalla Commissione europea. All’interno di questo piano abbiamo il fondo sociale europeo che sostiene le risorse umane, il Fesr,  fondo finalizzato allo sviluppo e le risorse ministeriali. Tutto questo è un principio di concentrazione delle risorse, ovvero maggiore efficacia dell’utilizzazione delle risorse per evitare atti a pioggia scoordinati. Come detto dall’assessore Orneli la metodologia è fondata con i mondi di riferimenti dell’università e della ricerca. Infine, mi piace sottolineare l’intenzione che tutte queste attività illustrate ambiscono ad una prospettiva di sistematicità. Noi abbiamo cercato anche di snellire dal punto di vista procedurale e auspichiamo che ci sia un’adesione ed un beneficio nei confronti del nostro tessuto sociale”.

Il presidente Zingaretti ha riferito: “Vorrei chiarire in quale scenario avvengono queste scelte. Credo che il compito più importante che abbiamo in Italia è ricostruire fiducia nel Paese e nel mondo nei confronti dell’Italia. Dobbiamo combattere l’idea sbagliata che i problemi si contemplano o si cavalcano. I problemi si risolvono. Non esisterà mai un tempo nella storia dell’uomo in cui non esistono problemi. Il primo punto che voglio dire al ministro è che siamo qui esattamente per questo motivo: siamo la seconda regione per Pil, e vogliamo dare nostro contributo alla rinascita italiana assolutamente convinti che possiamo vivere una stagione nuova. La grande opportunità che abbiamo è di poter dire che se ci impegniamo lasceremo alle nuove generazioni un’Italia migliore di quella che abbiamo trovato noi. Dei segnali già c’erano, ma non è un caso che il recovery fund abbia come titolo nex generation, per progettare il futuro. Il tema della formazione, della ricerca è uno dei pilastri fondamentali di questa sfida.  I dati sono spesso drammatici: l’Istat ha detto che l’italia è al penultimo posto dopo la Romania in Europa per il numero dei laureati. Vogliamo quindi rilanciare questo grande settore della ricerca come uno dei grandi pilastri della nuova Italia ed Europa. Ci siamo illusi che bastavano le eccellenze per convivere nella globalizzazione. Il problema è che dobbiamo passare da un sistema che ha tante eccellenze, ma disgregate ad un sistema eccellente. Ovviamente non è una parentesi nel nulla, non iniziamo ora. Con il Miur abbiamo avuto incontro della nostra scienza sul vaccino con lo Spallanzani che è un traguardo che crea valore aggiunto per questo grande progetto di ricerca. Sono orgoglioso di poter dire che il Lazio è unica regione italiana che partecipa, siamo assolutamente orgogliosi di aver vinto il progetto del Ddt a Frascati che sarà sempre di più un’infrastruttura tecnico- scientifica a carattere globale sull’energia nucleare. Non a caso abbiamo costruito qui il distretto della tecnologia applicata ai beni culturali. Abbiamo un progetto di co-finanziamento con il Mise ma soprattutto si tratta ora di intensificare questa metodologia. Daremo il nostro contributo al piano nazionale della ricerca, vogliamo far nascere nel Lazio un polo tecnico scientifico di avanguardia nazionale e ci sarà la madre di tutte le sfide che p la nuova programmazione europea. Alla regione Lazio dovrebbero essere destinati circa 1 mld e 480 mln, almeno il 40 per cento destinati alla ricerca e trasferimento tecnologico. Risorse, quindi, significative, che vorremmo gestire con questo clima. Parliamo di circa 660 mln di euro”.

Il ministro Manfredi ha affermato: “Abbiamo una macchina che ha una grande velocità, ma è facile andare fuori strada. Dobbiamo essere capaci di guidare bene. Negli interventi che mi hanno proceduto si è parlato di alcune cose importanti. Siamo nel Lazio che è una delle grandi regioni della ricerca e dell’università. Quindi, rappresenta un laboratorio molto importante per un progetto per il Paese. In primo luogo parliamo di ricerca e formazione: un progetto globale. Le nostre strategie devono essere, quindi, integrate. Il tema della scalabilità delle strategie è fondamentale e su questo l’Italia deve fare un passo avanti. Il piano nazionale delle ricerche può essere un tema importante per la definizione di una strategia globale delle priorità del Paese. Altro tema importante: l’integrazione delle risorse orizzontale. Fatto molto bene in questo progetto della Regione Lazio. Ma ci vuole anche un’integrazione verticale. Unica strategia possibile per creare una massa critica che ci consente di essere competitivi in un mondo globalizzato. Siamo arrivati a un punto in cui dobbiamo battezzare un modello. L’idea è quella che alla fine ci sia un ecosistema della ricerca, costruito nell’ambito nazionale. Da un lato c’è un finanziamento della ricerca di base, con cui si alimenta il motore. Fondamentale è la ricerca più applicata, di essere a contatto con il mondo industriale e dei servizi. Poi c’è il tema della formazione: abbiamo visto per troppi anni il dottorato come lo strumento di accesso al mondo della ricerca. Quindi, oggi investire sul dottorato come sistema fondamentale del sistema produttivo è importante. Lo strumento del dottorato industriale va potenziato, indispensabile anche per le aziende per formare capitale umano di alto valore, che diventa anche attrazione dei territori. Però anche il sistema delle imprese deve assumere queste persone con un contratto che sia dignitoso. Altro punto importante è la creazione di impresa. Dobbiamo mettere al centro poi anche degli obiettivi: non possiamo essere il Paese che ha i salari più bassi, il minor numero di laureati, altrimenti non possiamo competere in Europa. Noi non possiamo avere più questo gup. Se non abbiamo giovani formati, capaci, che vogliono investire il loro futuro in Italia non penso che possiamo costruire il futuro partendo dalla mia generazione. Questo deve essere il nostro obiettivo. Questo deve essere il progetto per i giovani. Abbiamo bisogno di energia, di talento.  Le novità con cui ci dobbiamo però confrontare quali sono? Il Covid ha cambiato lo scenario. Ieri ho avuto la riunione informale dei ministri europei per la ricerca. Il punto messo sul tavolo della discussione è stato il tema della sovranità tecnologica europea. Il tema delle mascherine è stato un esempio banale di come la produzione europea era largamente inferiore alle richieste. Ci sono dei settori strategici in cui l’Europa non può essere assente. Quando parliamo di farmaceutica, biomedicale, energia, cloud, tecnologie quantistiche non possiamo non essere protagonisti a livello europeo ed avere le produzioni legate alle tecnologie sul territorio europeo. Questo è anche un’opportunità per il Paese, perché può essere l’occasione di investimenti importanti in questi settori in territori che possono garantire opportunità e il nostro Paese può farlo. Quindi, la scelta che ha fatto la Regione lazio di mettere insieme ricerca e formazione, è fondamentale.

Cosa oggi noi consideriamo per la ricerca e la formazione? Forse la percezione è cambiata. Ricerca e formazione non sono un bene dei ricercatori, ma sono un bene comune e questo lo hanno capito anche i cittadini,  in un momento di grande difficoltà. Ciò non significa negare l’eccellenza, ma guardare all’eccellenza come uno strumento per raggiungere degli obiettivi, che sono una politica di qualità medio-alta, dove si aumenti la capacità di includere e dove questo abbia una ricaduta concreta su occupazione di qualità. Se vogliamo costruire occupazione e crescita è indubbio che la leva della ricerca e della formazione sono determinanti”.

Al termine della presentazione degli avvisi si è tenuta la tavola rotonda “Università e impresa per un nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo”, cui hanno partecipato il coordinatore dell’Accordo Regione Lazio-Università del Lazio sul trasferimento tecnologico, Guido Fabiani, il presidente del Crul e rettore dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Giovanni Betta, il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello, la prorettore alle Infrastrutture di Ricerca dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, Maria Sabrina Sarto, l’economista, membro del comitato di esperti LazioLab, Annamaria Simonazzi, il coordinatore del tavolo LazioLab “Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico”, Andrea Lenzi, e la prorettore con delega ai rapporti col mondo del lavoro dell’università degli Studi di Roma Tre, Silvia Ciucciovino.

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