Daniele Pietrucci, biologo nutrizionista, raccoglie il grido di aiuto del nostro intestino

di DANIELE PIETRUCCI-

VITERBO – Cari lettori di TusciaTimes, bentornati alla lettura di questa rubrica dedicata ad alimentazione e benessere, che spero riesca sempre a proporvi argomenti interessanti. Con questo articolo vorrei parlarvi della disbiosi intestinale, termine poco conosciuto che indica un’alterazione dell’equilibrio della flora batterica intestinale. In queste condizioni sono gli stessi bacilli fisiologici intestinali che possono diventare dannosi. Inoltre la disbiosi può arrivare a causare lesioni alla parete intestinale, permettendo così il passaggio nel sangue di sostanze tossiche, al punto di generare forti squilibri a livello neurovegetativo e a livello immunitario.

Tra le cause di questa alterazione possiamo evidenziare:
fattori alimentari, come carenza di fibre, scarsa assunzione di vegetali (non finirò mai di raccomandare un uso costante di frutta e verdure, sempre rispettandone le stagionalità), ma anche eccesso di zuccheri e infine quei cibi che non sono ben tollerati dal nostro organismo;
utilizzo sbagliato o eccessivo di farmaci come antibiotici, cortisonici, immunosoppressori, radioterapia, contraccettivi orali, psicofarmaci;
esposizione a sostanze tossiche come coloranti alimentari, conservanti, pesticidi, metalli pesanti (piombo, mercurio, cadmio), steroidi;
alcune patologie organiche del tratto gastroenterico (iper o acloridria, resezioni gastriche o intestinali, pancreopatie, patologie delle vie biliari, diverticoli, fistole, protesi);
e infine cause infettive o postinfettive, endocrine e psichiche.

I sintomi più comuni della disbiosi vanno dal meteorismo con distensione addominale, gonfiore alto o diffuso, all’eruttazione, ai dolori addominali particolarmente fastidiosi, stipsi o diarrea. Possiamo soffrire di un generale malessere che sintomaticamente si individua con le caratteristiche di un colon irritabile, per cui il più delle volte appare lecito sostituire il termine più generico con quello maggiormente preciso di disbiosi.

Ora che abbiamo chiarito gli aspetti generali e di inquadramento clinico della disbiosi, approfondiamone i due tipi più diffusi: quella putrefattiva e quella fermentativa.

La disbiosi putrefattiva è il più delle volte causata da una dieta eccessivamente ricca di grassi e carne, con un basso contenuto di fibre. Comporta una aumentata concentrazione di batteriodi e induzione dell’attività ureasica e beta-glucuronidasica batterica. I batteri aerobi tendono a produrre fenolo dalla tirosina, mentre gli anaerobi producono p-cresolo. Questo avvallerebbe l’ipotesi della produzione di fenoli volatili come co-cancerogeni da parte della flora intestinale, a partire dalla tirosina. In questi casi, dopo un accurato controllo medico, va immediatamente modificato il proprio regime alimentare, con una dieta personalizzata basata sulla riduzione dei grassi alimentari e della carne, sull’aumento delle fibre, degli agrumi e del consumo di preparati probiotici. Utilissima l’assunzione di un disinfettante intestinale che antagonizzi la disbiosi putrefattiva.

La disbiosi fermentativa si presenta come una intolleranza ai carboidrati, indotta da un’eccessiva fermentazione batterica, per lo più dovuta ad una sovra-crescita batterica a livello del piccolo intestino. I sintomi abituali sono distensione addominale, flatulenza, diarrea, stipsi e sensazione di malessere. Intolleranze frequenti sono anche a verdure a foglia verde, spinaci, coste, legumi, mais, castagne e spesso agli agrumi. Anche in questo caso, dopo il controllo medico, si può procedere con una dieta personalizzata basata sull’eliminazione dei carboidrati e delle fibre solubili. Rosmarino e Paglia di Avena sono specifici per la disbiosi fermentativa ed hanno effetto spasmolitico su tutto il tubo digerente.

Concludo questo articolo, che spero abbiate apprezzato, con la mia solita ma importante raccomandazione: affidatevi sempre con la massima fiducia alla scienza. Nel mondo migliaia di ricercatori, clinici, scienziati stanno dedicando ogni minuto della loro vita e tutte le energie e risorse possibili per contribuire al nostro benessere. A loro e ai loro studi clinici, in continua evoluzione, va data la massima fiducia. Più daremo forza e credito alla scienza e più sarà possibile vivere meglio.

Daniele Pietrucci
Biologo Nutrizionista, specializzato in Biochimica Clinica. Responsabile del Centro Nutrizionale TAOS a Tuscania e del Centro Nutrizionale Viterbese nel capoluogo.

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