Danilo Rea incanta il pubblico di piazza San Lorenzo con il suo omaggio a De Andrè

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Una piazza San Lorenzo sold-out, ovviamente rispettando le restrizioni imposte dal Covid-19, ha accolto ieri sera con entusiasmo Danilo Rea, per la 15esima edizione del Jazzup Festival, dopo la performance di successo di ieri di Dado Moroni. Prima dell’esibizione, il direttore organizzativo Glauco Almonte, insieme al fondatore e direttore artistico Giancarlo Necciari hanno spiegato come, nonostante le molte difficoltà, abbiamo deciso di non lasciare morire la città e di organizzare questo evento, una manifestazione che ha come obiettivo richiamare l’attenzione dei media e far sì che tutto il  tessuto sociale ed economico possa essere proiettato all’esterno. Hanno poi ricordato come il Jazzup Festival sia stato finanziato dal Comune di Viterbo, dalla Fondazione Carivit, dall’università degli studi della Tuscia e da altri importanti sponsor, nominati uno ad uno.

E’ stato, quindi, invitato a salire sul palco Manfredi Genova, ospite speciale, che ha premiato Danilo Rea con il Premio Jazzup festival 2020, offerto appunto da uno dei main sponsor del festival, il Civico Zero resort.

Il grande pianista, prima di esibirsi in un piano solo dedicato ed ispirato alle canzoni di Fabrizio De Andrè, ha ringraziato per il premio ricevuto ed ha detto: “Sono in un posto meraviglioso dove venni due anni fa con Peppe Servillo e suonare di fronte a questa meraviglia è fantastico. Questa sera il concerto è dedicato a De Andrè. Suono jazz d’improvviso perché mi dà la libertà e sono felice che voi mi concediate la possibilità di potermi esprimere. E’meraviglioso essere sul palco dopo tanto tempo. Chi suona e chi improvvisa ha bisogno di uno scambio emotivo con chi ascolta. Ce la metterò tutta come al solito e spero di riuscire ad entrare a contatto con chi mi ascolta”. Rea ha poi spiegato di essere cresciuto con la musica di De Andrè e Battisti, molto distanti musicalmente, ma che hanno segnato la sua vita musicale. “Quando Dori Ghezzi ascoltò una versione della canzone di Marinella del dottor Tre, un trio in cui ho suonato per anni, ci convocò e ci chiese di fare un concerto dedicato a De Andrè – ha raccontato Rea– . Lì per lì non ce la sentimmo. Poi d’estate in una villa in Sardegna organizzò un evento, mi chiamò da solo e suonai tutto quello che mi veniva in mente di De Andrè e che era nella mia memoria. L’improvvisazione parte sempre da uno spunto tematico. Sul prato ci saranno state 3 mila persone e fu l’inizio. Da allora ho iniziato a fare una serie di concerti. Non ho mai conosciuto De Adrè ma ho inciso la canzone di Marinella con Mina, poi Mina l’ha spedita a De Andrè che l’ha cantata nella sua sala di incisione. Mi rammarico molto di non averlo mai conosciuto. Forse fu l’ultima incisione che lui fece. Resta un grande poeta e compositore. All’inizio ero perplesso perché pensavo che senza testo queste canzoni non facessero lo stesso effetto, ma ho preso poi coraggio ed ho capito che il testo è un po’ come se fosse nella memoria di tutti noi. Per i voli pindarici che sentirete, quelli fanno parte del richiamo melodico di una nota che mi richiama qualche altra melodia”. E così Rea ha regalato un concerto ricco di richiami non solo alle più celebri canzoni di De Andrè, ma nei suoi voli pindarici ha anche omaggiato il grande Ennio Morricone. Il virtuoso pianista ha letteralmente fatto volare le sue dita sui tasti dello splendido pianoforte nero a coda, per regalare ai presenti un momento musicale intenso e suggestivo, suggellato da applausi scroscianti. Il Jazzup Festival proseguirà domani sera, sempre in piazza San Lorenzo, con il concerto per piano solo di Rita Marcotulli.

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