Decarbonizzazione, Lazio 7 anni in anticipo: il peso di Viterbo nella transizione energetica

di REDAZIONE-

VITERBO- Nel 2023, la regione del Lazio ha raggiunto con sette anni di anticipo gli obiettivi di decarbonizzazione inizialmente fissati per il 2030. Questo notevole successo è dovuto principalmente alla provincia di Viterbo, che ospita il 78% degli impianti rinnovabili della regione.

Mentre Latina è ferma al 13%, Roma al 6%, Frosinone all’1,65% e Rieti addirittura allo 0%, la Tuscia, nella provincia di Viterbo, è diventata il fulcro dell’innovazione energetica nel Lazio. Questa concentrazione ha sollevato preoccupazioni riguardo alle possibili ricadute negative per i comuni locali.

In una riunione del Consiglio regionale, i sindaci e le associazioni locali hanno espresso una richiesta unanime: il presidente Rocca deve intervenire e proteggere il territorio viterbese, come promesso in campagna elettorale.

Le aree con la maggiore concentrazione di impianti si trovano attorno al lago di Bolsena e nel triangolo Tuscania-Tarquinia-Montalto, ma la diffusione sta gradualmente coinvolgendo tutto il territorio. Tuttavia, ci sono preoccupazioni per il rispetto delle distanze minime tra gli impianti, poiché spesso queste non vengono rispettate.

Gli attivisti propongono che la Regione stabilisca regole chiare attraverso una legge dedicata, stabilendo distanze minime tra gli impianti e specificando le aree idonee e non idonee. Altrimenti, si corre il rischio di danneggiare l’ambiente mentre si cerca di mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Alcune delle preoccupazioni riguardano l’eliminazione della fauna e della flora, il degrado dei suoli e l’inquinamento del mare e del cielo. In particolare, il territorio viterbese ospita centinaia di pale eoliche di notevole altezza, e gli ettari di terreno occupati da pannelli solari sono numerosi.

Il consumo di suolo nella Tuscia è significativo, e le preoccupazioni si estendono all’impatto sull’occupazione locale, con timori di emigrazione e disoccupazione in futuro.

Gli attivisti chiedono norme più chiare e restrittive per regolamentare l’espansione degli impianti rinnovabili e salvaguardare l’ambiente, il paesaggio, l’economia, il turismo e l’agricoltura locali.

Tutto ciò solleva il dibattito sulla necessità di decentralizzare l’energia prodotta e garantire che i benefici rimangano nella regione anziché essere distribuiti in rete nazionale. La semplificazione delle normative è un punto unanime tra i politici locali.

In conclusione, la transizione energetica del Lazio è un successo, ma l’attenzione deve essere rivolta alla gestione e alla protezione del territorio, affinché l’innovazione energetica non abbia un impatto negativo sulla regione.

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