Decesso detenute carcere di Torino, Moretti (Uspp): “Soluzioni proposte dal Ministro richiedono tempi troppo lunghi”

ROMA – Riceviamo e pubblichiamo: “Prendiamo atto delle dichiarazioni del ministro Nordio, ma riteniamo che il problema delle carceri non sia legato solo alla riduzione del sovraffollamento, pur necessaria, piuttosto urge dichiarare lo stato di emergenza affinché si liberino maggiori risorse per colmare il grave vuoto che si è determinato dai tagli dell’organico avvenuto nel 2017 con la legge Madia, ma anche al disastro verificatosi con il passaggio della sanità penitenziaria alle competenze delle regioni che di fatto hanno tagliato proprio quei servizi di assistenza psicologica e psichiatrica necessari per assistere la popolazione detenuta con problematiche borderline” questo l’amaro commento di Giuseppe Moretti in merito a quanto proposto dal Ministro della giustizia Carlo Nordio oggi in visita nel carcere torinese dove è avvenuto il decesso di due detenute in circostanze ancora da chiarire. 

“siamo d’accordo che l’esecuzione di una pena detentiva non può essere contraria alla preservazione della vita umana” prosegue il rappresentante sindacale “e per far sì che ciò si realizzi non deve mancare nessuna delle figure che compongono il panorama penitenziario a cominciare da un numero adeguato di agenti ben dotati di strumenti e sufficientemente formati, passando poi per figure tecnico amministrative fino ad arrivare a personale medico specializzato con particolare riferimento ad esperti psicologi e psichiatri”.
Per Moretti “nelle carceri si sta vivendo un momento particolarmente delicato perché la riduzione dei presidi di sicurezza dovuta alla carenza di organico, correlata ad una indiscriminata libera circolazione dei detenuti nelle sezioni detentive e all’assenza di figure che possano intervenire per riequilibrare le normali tensioni che si amplificano nel corso della convivenza forzata in ambienti promiscui, rischia di generare ulteriori problematiche ed eventi drammatici come quello accaduto a Torino, fatto che non possono ricadere, come spesso sta accadendo, sul personale di polizia penitenziaria”.
In conclusione il presidente USPP esorta il ministro Nordio a chiedere “la non più evitabile proclamazione dello stato d’emergenza delle carceri, piuttosto che proporre soluzioni come quella dell’uso delle caserme militari dismesse, che pure può essere utile (semmai per aumentare le capacità di arruolamento delle scuole dell’amministrazione penitenziaria), ma il cui utilizzo richiede tempi incalcolabili per l’adeguamento di cui necessiterebbero anche sotto i profili della sicurezza. È altresì tempo che il Governo già impegnato in questa direzione, acceleri la messa in sicurezza del lavoro degli agenti ed in particolare di quelli operanti nelle “trincee” delle sezioni detentive, essendo ormai giunti allo stremo delle forze e che, seppur con tutta la professionalità che lo contraddistingue, riesce ancora ad evitare situazioni pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza interna alle carceri, non dimenticando che questo è anche un problema di sicurezza pubblica”.

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