“Decoro e pulizia, comunicazione e organizzazione: così si salva Viterbo dalla morte”

VITERBO – Riceviamo dal Comitato “IoApro Rinascimento” con Sgarbi per Viterbo e pubblichiamo: “Non esistono miracoli in politica. Ma la volontà e la possibilità di cambiare una situazione al limite dell’umiliazione. Non si può pretendere che i cittadini, i turisti e gli investitori, i giornalisti e gli appassionati, vivano serenamente, vengano ad ammirare, esaltare e “salvare” la città, quando si legge che alcuni esercenti del centro, come riportava qualche giorno fa il Corriere di Viterbo, siano costretti a “pulire i vicoli” per conto loro, a strappare le erbacce che infestano i muri urinati dalla movida, prospicenti alle loro attività. Questa è la dignità di una città? Se parlassimo con alcuni commercianti o proprietari di attività del centro storico, potrebbe accadere di sentirci dire che il turista, sia esso italiano o straniero, occasionale o motociclista della domenica, gode della città per poi lamentarsi del pessimo stato di conservazione del “cadavere”, magari online, su Trip Advisor.

Se casa propria fosse fortemente e continuamente in disordine, gli ospiti come si sentirebbero nel venirci a trovare? A disagio.

Come ci si può arrendere alla considerazione che “il centro storico è ridotto così da anni e nessuno, tanto, cambia le cose” ma pretendere, poi, di parlare di turismo, ricettività, visibilità e vivibilità da grande città italiana, magari da capitale della Cultura?

Se la nostra casa sarà sciatta e dimenticata, non avverrà nessuna magia. Perché la politica può fare tutto, persino schifo, ma non può fare miracoli.

Noi siamo qui, anzitutto, per aiutare a realizzare questo processo verso una nuova mentalità che solo con figure come Vittorio Sgarbi, in veste di assessore alla Bellezza dell’amministrazione Frontini, anche per mezzo della sua squadra viterbese, nel pieno della legittimazione, può man, mano realizzarsi. Allora sia chiaro: non siamo qui, tra le nostre proposte, per fare miracoli, ma semplicemente per organizzare e rianimare un centro storico che, anzitutto, sia vigilato (maggiore controllo della Polizia Locale per evitare atti di vandalismo e incuria) e ordinato, in cui il decoro e la pulizia, nonché la presenza essenziale e sensibile del Comune nei restauri e nell’assetto urbanistico, siano garantiti in maniera costante dall’Amministrazione Comunale, con appositi atti puntuali e regolamenti. Basta poco per chi ha le idee chiare, la visione ampia e nessun interesse, se non quello di sottrarre uno dei più importanti centri storici europei, come quello di Viterbo, dalle mani dell’improvvisazione.

Rievocazioni sui principali fatti storici di Viterbo nei luoghi in cui si sono svolti (dal Conclave, all’omicidio di Enrico di Cornovaglia), iniziative artistiche e culturali cadenzate nell’anno, affinché vi sia vita, con la pioggia e con il sole, tra le vie del centro. Una comunicazione mirata che conduca telecamere e redazioni nazionali anche oltre la sera del 3 settembre. Ricostruire l’identità e la vitalità della città con l’istituzione di una scuola di arti e mestieri, di antichi saperi e molto altro. Solo così chi ha scelto di investire nel centro storico non vedrà il senso del fallimento ma della rinascita, con atti di civiltà e lungimiranza utili ad attrarre visitatori.

L’unica cosa che vogliamo sentir strappare a Viterbo dai commercianti sono centinaia di scontrini dopo gli acquisti dei cittadini e dei turisti che verranno nella nuova Viterbo, come accaduto a Sutri.

Ma non è solo questione di centro città: “La strada, quando capita, la puliamo noi, i bagni non funzionano da un po’. Alcuni forestieri venuti per le cresime, volevano fare le foto ricordo ma sono dovuti andare altrove da quant’era alta l’erba. Guardate i vasi dell’ex Comune, sono secche le piante da mò! Ma vi rendete conto? Ma chi comanda in questa città? Ma di Grotte non interessa a nessuno? Quanto poco ci vorrebbe a pulí tutto?” (alleghiamo foto scattate domenica 22 maggio).

Ecco come due anziane e gentilissime signore ci hanno accolto domenica a Grotte Santo Stefano durante la nostra visita. Più di chiaro di così. Per essere esempio, nel nostro piccolo, abbiamo inaugurato la sede di “IoApro Rinascimento” in via Saffi, luogo defunto, tenuto in vita solamente dall’impegno dei commercianti locali rimasti”.

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