“Il ritorno alla spensieratezza tra i giovani adotta un modello preciso, che comprende il rispetto della quiete pubblica: l’Italia ha scelto finalmente di uniformarsi ad altri Paesi europei sui rave party e di tutelare la sicurezza dei cittadini”, così Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, associazione sindacale dell’Arma dei carabinieri, commentando il primo provvedimento del ministro Piantedosi agli Interni, “Finora i festini abusivi erano normati dal Tulps (Testo unico pubblica sicurezza) e dal codice penale, che però si limitavano a sanzionare la violazione di proprietà privata, gli allacci abusivi di luce e acqua e le attività per scopi di lucro. Pur di tornare alla convivialità, i partecipanti hanno cominciato a strumentalizzare l’art. 17 della Costituzione, che permette la libertà di riunione senza il permesso del Questore, organizzando i rave in zone industriali o abbandonate dal Paese. La libertà non ha nulla a che fare con il degrado, soprattutto se lede il diritto alla quiete pubblica e comporta un continuo dispiego di agenti: Unarma condivide la scelta del ministro dell’Interno Piantedosi di abbracciare una strategia già condivisa in Europa, come in Francia con la Legge Mariani e in Gran Bretagna con il Criminal Justice Act”.
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Decreto anti Rave party, Unarma: “Libertà non ha nulla a che fare con il degrado”
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