Delinquenza locale, Vejano e Oriolo: dove le prossime vittime?

di MARCO ZAPPA –

VITERBO – Nuove gravi aggressioni a Vejano e Oriolo nei giorni scorsi, notizie che ogni volta mi fanno ribollire il sangue dalla rabbia e che mi riaprono una ferita mai chiusa.

Stavolta la colluttazione è avvenuta all’esterno degli appartamenti ma il risultato è stato lo stesso: vittime pestate e ferite gravemente nel corpo e nella psiche. Mi riferisco soprattutto alla donna colpita ripetutamente sulla testa con un cacciavite! Ma ci rendiamo conto? La mia indignazione è naturalmente rivolta verso i delinquenti che magari hanno rubato poco ma che di male ne hanno fatto e come in altri casi simili accaduti in passato hanno dimostrato l’assoluto disinteresse per la vita altrui.

Si, mi riferisco al solito modo bestiale che appartiene a questa categoria di esseri antropomorfi che nulla ha che fare con i nostrani ladri di appartamenti. Dalle testimonianze infatti, si tratta dei soliti barbari dell’Est Europa (secondo me romeni vista la modalità delle aggressioni) che usano scagliarsi con spranghe o cacciaviti contro esseri umani in modo bestiale lasciando un marchio di infamia che li identifica.

Davanti a fatti così gravi ci sono ancora pericolosi imbecilli che sostengono che la difesa da apporre a questi esseri animaleschi debba essere proporzionata: cacciavite contro cacciavite, sbarra contro sbarra o pugni contro pugni, come si fa in un regolare match ma almeno nello sport vigono delle regole e soprattutto c’è un equilibrio di forze.

Vi immaginate un ottantenne che per difendersi deve armarsi di un cacciavite e con quello scagliarsi contro un bestione di venti anni abituato a menar le mani?

C’è equilibrio nello scontro?

E allora dov’è il problema se la gente si arma nella speranza almeno di intimorire un delinquente puntandogli contro la pisola o magari sparando in aria nel tentativo di evitare una colluttazione dall’esito tristemente certo?

Finiamola con questa ipocrisia che è stata e ancora è sostenuta con orgoglio dalle scellerate forze che si definiscono progressiste.

In queste aggressioni c’è scappato spesso il morto o il “paralizzato permanente” e senza l’uso di pistole, fucili o bazooka in mano ai delinquenti: pugni, spranghe o cacciaviti sono infatti le loro armi e vi garantisco che ad opera di queste bestie sono più efficaci di una Colt.

Vi dò una notizia: guarda caso gli assassini di mio padre, romeni, erano armati di spranghe e cacciavite, ma lui fu ucciso con un “semplice” pugno sulla mandibola.

Alla faccia delle armi!

 

 

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