“Dietro agli uomini in divisa c’è la loro storia”: commemorato stamattina l’anniversario dell’eccidio di Ponte di Cetti

di ANNAMARIA STEFANINI-

VITERBO – Nel carabiniere gli ideali di lealtà e onore e la normalità della vita quotidiana sono alla minima distanza e la divisa è una delle espressioni di questa continuità: rassicurante e riconoscibile quando vedi gli uomini che la indossano presidiare la nostra normalità e nello stesso tempo simbolo secolare dei valori identitari e di appartenenza, fedeltà e impegno.
Fino all’estremo sacrificio.
Era il giorno 11 agosto del 1980 a Viterbo.
Il Ferragosto era ormai alle porte e la città iniziava a svuotarsi. Alla caserma di via della Pace tutto sembrava tranquillo: molti carabinieri erano in ferie, altri ci sarebbero andati pochi giorni dopo, come l’appuntato Ippolito Cortellessa, che le avrebbe trascorse al suo paese, come si usava fare a quei tempi, a Vivaro Romano.

Ma quell’undici agosto si scrisse una delle pagine più cruente e dolorose per Viterbo e ogni 11 agosto si commemora, dal 1981, l’ anniversario dell’eccidio di Ponte di Cetti.

 È giunto ormai il 44° anniversario. Nel luogo in cui Ippolito Cortellessa e Pietro Cuzzoli vennero barbaramente uccisi, è stata deposta una corona d’alloro in memoria del Brigadiere e dell’Appuntato, insigniti della Medaglie d’Oro al Valor Militare alla memoria. Due eroi dell’Arma caduti coraggiosamente nell’adempimento del dovere, alle porte del capoluogo.

In quegli anni bui della Repubblica, quel giorno dell’agosto del 1980 tre terroristi infatti, a volto coperto, rapinarono una filiale della Banca del Cimino nel quartiere Pilastro; i due militari in servizio di pronto intervento intercettarono i fuggitivi a Ponte di Cetti, mentre salivano su un autobus per il trasporto pubblico diretto a Roma. Dal controllo, scaturì una violenta colluttazione al termine della quale un malvivente venne ferito e i due Carabinieri vennero uccisi a colpi d’arma da fuoco.

Nella stessa giornata a Montefiascone, il comandante della locale Stazione dei Carabinieri, Maresciallo Maggiore Antonino Rubuano, impegnato nelle incessanti ricerche dei terroristi, rimase vittima di un grave incidente stradale, nel quale perse la vita.

Le indagini dell’Arma appurarono che si trattava di terroristi del gruppo “Prima Linea” e, qualche mese dopo, riuscirono ad assicurare gli aggressori alla giustizia.

Nel 1982 è stata conferita al maresciallo Pietro Cuzzoli e all’ appuntato Ippolito Cortellessa la medaglia d’ oro al valore militare. Nel 2011 il presidente della Repubblica ha concesso anche al maresciallo Antonino Robuano la medaglia d’oro di vittima del terrorismo.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo hanno commemorato il tragico eccidio a partire dalle ore 9.30, innanzi la targa marmorea che ancora oggi ricorda l’assassinio, con la deposizione di una corona d’alloro alla presenza dei familiari delle vittime, del prefetto Gennaro Capo, del vescovo mons.Orazio Francesco Piazza, del questore Luigi Silipo, del Comandante Provinciale dei Carabinieri col.Massimo Friano, del vice sindaco Alfonso Antoniozzi, del presidente della Provincia Alessandro Romoli, del consigliere Alessandra Croci, del capitano dei Carabinieri Felice Bucalo, di tutti i Comandanti delle Compagnie dei Carabinieri della provincia, dei rappresentanti dei vertici istituzionali dell’Arma dei Carabinieri, della Finanza, dell’Esercito, dell’Aeronautica, oltre a rappresentanze delle Associazioni combattentistiche e d’Arma.

Nel corso della cerimonia sono state lette le motivazioni per il conferimento dei riconoscimenti, rispettivamente al maresciallo Pietro Cuzzoli e all’appuntato Ippolito Cortellessa.
Dopo il commosso ricordo a Ponte di Cetti, le autorità si sono a lungo fermate a parlare con i familiari delle vittime. La vedova di Cuzzoli ha ripercorso la tappa più dolorosa della sua esistenza, quando, in attesa di una bimba e con un figlio di 5 anni, si è trovata improvvisamente senza il marito . “Ma l’Arma non mi ha mai abbandonata” – ha tenuto a sottolineare la signora Cuzzoli.
Alle ore 10.00, nella vicina Chiesa di Santa Maria delle Farine, è stata poi celebrata la Santa Messa officiata dal vescovo Orazio Francesco Piazza, il quale ha evidenziato: “Dietro a ogni persona in divisa ci sono storie da conoscere. Quella dei Carabinieri che oggi ricordiamo deve essere un esempio anche per le nuove generazioni. Il loro sacrificio ci aiuti a passare dalla società dell’insofferenza a quella dell’appartenenza. Il sangue versato deve rappresentare un valore per tutti.”.
Il Comandante Provinciale dei Carabinieri col.Massimo Friano ha ringraziato tutti i presenti e ha affermato:”Un grazie va anche alla dignità e alla compostezza del dolore dei familiari. Un grazie poi a tutti i carabinieri in servizio e in congedo e ai miei collaboratori. Io ho avuto occasione di incontrare, in questi due anni, persone che hanno conosciuto Cuzzoli, Cortellessa, Rubuano, che mi hanno raccontato aneddoti riguardanti le loro vite, dando umanità a quei volti che io vedo nelle immagini in caserma”.

 

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