Dinamiche imprenditoriali e lavoro nella Tuscia, Turchetti (Uil Viterbo): “Dati in chiaroscuro. La crisi non è ancora alle spalle”

VITERBO – Crescita di imprese. Lieve incremento occupazionale. Segno più per l’export. Questo e altro è contenuto nel dossier che la Uil del Lazio e l’Istituto di ricerca Eures hanno realizzato per monitorare le dinamiche imprenditoriali e il mercato del lavoro nella regione durante il 2021 e che la Uil di Viterbo ha analizzato evidenziando cosa è accaduto nella Tuscia.

A fine 2021 tra Viterbo e la sua provincia si sono contate 38.232 imprese, pari al 6,2% del totale regionale. Rispetto al 2020 c’è stata una crescita di 317 attività economiche. Dinamica espansiva determinata principalmente dal settore delle costruzioni – che ha beneficiato degli sgravi legati alle ristrutturazioni – con 202 imprese in più. In crescita anche il settore dei servizi – che da un anno all’altro passa da 8.789 a 8.980 imprese), progresso che però non ha interessato il commercio. Sono scese invece le imprese del già debole comparto industriale in senso stretto (-35 unità), mentre il settore primario ha perso 11 imprese.
Dal dossier dell’Eures si evince che alla ripresa imprenditoriale si è affiancata anche una crescita dell’occupazione, che ha fatto registrare un sostanziale ritorno ai livelli precedenti la pandemia: dopo la contrazione dell’1,8 per cento registrata tra il 2019 e il 2020 (con l’espulsione di 2mila persone dal lavoro), nel 2021 la provincia viterbese ha mostrato una crescita dell’1,9 per cento, che praticamente ha permesso a 2.100 tra lavoratrici e lavoratori di rientrare mercato del lavoro. “Un timido segnale di ripresa – dice Giancarlo Turchetti, Segretario della Uil di Viterbo -. Ma siamo molto preoccupati per il rincaro delle fonti energetiche che potrebbe abbattersi su questi dati riducendoli o addirittura azzerandoli”.
I dati di settore mostrano che la ripresa occupazionale è stata determinata soprattutto dal settore agricolo, che nel 2021 vede crescere di oltre 3.200 unità i lavoratori (+50,8%) e dal comparto industriale (+17,6%), che registra un amento di 3.600 lavoratori, di cui 2.500 assorbiti dal manifatturiero (+17,5%) e 1.100 da quello edile (+18%). In calo, invece, il terziario, che nell’ultimo anno perde 4.700 lavoratori, di cui 200 afferenti al commercio (-6,7%) e 4.500 alle altre attività dei servizi (-5,7%). “A conti fatti –dice l’esponente sindacale – a fine anno la nostra provincia contava 111300 occupati, 13500 le cittadine e i cittadini alla ricerca disperata di un lavoro, mentre gli inattivi (ovvero di quanti non lavorano né risultano alla ricerca di occupazione), hanno raggiunto le 71mila unità”.
Uno sguardo infine all’export. Lo scorso anno le esportazioni della provincia viterbese sono cresciute del 10,2% rispetto al 2020, raggiungendo i 420 milioni di euro. La dinamica espansiva dell’export è stata determinata soprattutto dal comparto dei prodotti in gomma e plastica, alimentare e dal comparto elettronico e ottico. E’ sceso invece il tessile, che ha fatto registrare una perdita di 9,3 milioni di euro (-16%). “La fotografia scattata dall’Eures e dalla Uil – conclude Turchetti – ci dice che la crisi innescata dall’emergenza sanitaria non è ancora alle spalle. Sebbene il nostro territorio abbia dato qualche piccolo segnale di risveglio, non possiamo nasconderci il fatto che una vera e propria ripartenza socioeconomica si avrà quando la crescita sarà omogenea e quando tutti i territori potranno sfruttare al meglio le loro peculiarità. Sotto questo aspetto i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono e saranno fondamentali, a patto che le sue ricadute creino finalmente lavoro stabile e di qualità, non occupazione precaria o intermittente”.
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