Discarica abusiva a Tarquinia, ringraziamento all’Arsial per aver risolto la questione

TARQUINIA (Viterbo)- Riceviamo da Assolidi e pubblichiamo: “Ritorniamo con piacere sulla notizia della rimozione del cumulo di rifiuti che furono abbandonati lo scorso mese di Marzo una all’interno del Monumento Naturale de “la Frasca”.
Come noto i Carabinieri Forestali di Tarquinia, come da prassi, sequestrarono l’area per gli adempimenti procedurali previsti dalla Legge per cui da quel momento quel fazzoletto di terra rimase tristemente perimetrato con del nastro plastica bianco/rosso e con una transenna. Trascorsi i tempi previsti dalle procedure giuridiche , l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio (ARSIAL) si è fatta parte attiva per la soluzione della vicenda richiedendo il
dissequestro dell’area e provvedendo poi alla rimozione dei rifiuti abbandonati.
L’intervento dell’ARSIAL ha restituito ai luoghi la dignità che gli compete sanando una ferita causata
da un atto deprecabile che non trova giustificazione alcuna; ci auguriamo che la vicenda faccia riflettere sulla importanza della tutela dell’Ambiente da tutte le aggressioni piccole o grandi che siano.
La località “la Frasca” per la sua bellezza che incornicia quello che è considerato il più bel tratto della costa tarquiniese, anche per la biodiversità che vi trova il proprio habitat, non a caso è stata insignita del titolo di Monumento Naturale, titolo che, come noto, viene attribuito a particolari zone di territorio connotate da significativo pregio naturalistico o scientifico per i quali la legge prevede la
tutela integrale.
Questa località è stata frequentata nel corso dei secoli, in epoca romana era una mansione chiamata “Columna” in tempi recenti è stata nominata la “Frasca” nome probabilmente derivato da un sistema rudimentale, ma efficace, di segnalazione adottato per indicare la posizione dell’approdo alle imbarcazioni dei pescatori in caso di scarsa visibilità; per dare un riferimento certo a chi si trovava in mare venivano infissi sulla riva dei rami, in gergo chiamati “frasche”, che in caso di necessità erano dati alle fiamme la cui luce fungeva da punto di riferimento per un sicuro ritorno delle imbarcazioni e dei loro equipaggi”.

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