Discriminazione: basta, facciamola finita!

di MARCO ZAPPA –

VITERBO – Non c’è limite alla follia e nel panorama attuale ho riscontrato una notizia che me lo conferma del tutto, la polemica intorno al celebre film Grèase, accusato di essere omofobo, sessista e misogino.
Ma si può? Premesso che tale musical uscì nel 1978 e quindi una vita fa, che senso ha scrutarvi significati cervellotici, astratti e di parte, considerando che la società da allora è del tutto mutata rispetto a quella odierna?
Partendo da questo principio dovremmo criticare e censurare tantissime opere d’arte del passato, opere musicali di Verdi, Rossini o Mozart che andrebbero riviste e rilette per dei contenuti che oggi potrebbero “offendere “qualcuno.
Siamo alla pazzia totale, quella di censurare e mettere alla berlina tutto e il contrario di tutto.
Basta che un cervello bacato crei in rete una polemica proveniente dalla sua mente degenerata per smuovere tanti pecoroni pronti a scendere nelle piazze a protestare.
Secondo questa logica tutto può essere messo sotto scacco e ogni categoria umana può sentirsi emarginata o bistrattata, così per mettere a tacere eventuali contrasti si scende a dei compromessi ridicoli.
Non sappiamo quale sarà la sorte di Grèase, e se consideriamo che oggi viene allestito nei teatri con diversi cast e riproposto continuamente, posso immaginare che verrà riscritto, riadattato per diventare politicamente corretto o più semplicemente verrà censurato e ripulito da tutto ciò che può offendere qualcuno.
E allora in questo folle revisionismo verranno aggiunte tutte quelle figure che nel film originario non compaiono (magari uno dei protagonisti maschile o femminile sarà di colore) e per renderlo ancora più trasversale occorrerà aggiungervi una bella storia d’amore gay (ancor meglio se fra due donne) in modo che tutti siano felici e contenti.
Poveri noi.
È strano che ancora nessuno ha posto il veto sulle maschili figure michelangiolesche della Cappella Sistina ma in futuro qualche associazione femminista potrebbe asserire che Michelangelo era sessista e misogino dal momento che amava il corpo dell’uomo e uomini ritraeva per adattarli al ruolo della donna (infatti alcune prendono Artemisia Gentileschi come icona della ribellione al sopruso maschile, dimenticando che la giovane artista non fu stuprata dal suo mastro Tassi ma si offrì consenziente all’atto sessuale del quale evidentemente provava piacere).
E allora censuriamo tutto e se il Rinascimento non basta torniamo all’età dei romani o della pietra se si preferisce…hai voglia a censurare.
Trovo meschino di contro l’atteggiamento remissivo e vigliacco verso le vere forme discriminatorie perpetrate dalla religione musulmana verso la donna, i gay e i cristiani ma in questo caso nessuno alza la voce, nessuno scende in piazza…non sia mai che si rischi il taglio della testa o di saltare in aria?

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