Divise operatori sanitari, interviene la Confael Viterbo

VITERBO – Riceviamo dalla Confael Viterbo e pubblichiamo: “Nonostante questa O.S. ha, più volte evidenziato disagi subiti dagli operatori sanitari in merito alle divise e nonostante precedenti segnalazioni inerenti la biancheria da utilizzare sui degenti, ad oggi nulla o poco è cambiato e non ci risultano energici interventi atti ad evitare quanto suddetto.
Infatti pervengono numerose lamentele e segnalazioni, da parte dei lavoratori, in merito a ritardi sulla consegna delle divise pulite, (che non sempre arrivano perfettamente pulite) inoltre, spesso le taglie non corrispondono alla corporatura di chi le deve indossare, (o troppo piccole o troppo grandi), i colori non corrispondono alla qualifica professionale rivestita creando confusioni tra le professionalità eanche tra i degenti.
L’impossibilità della disponibilità certa delle divise “pulite” è al di sopra di qualsiasi necessità aumentando il rischio di infezione che diventa ancora più intollerabile in era Covid.
Inoltre ci risulta una evidente inadeguatezza degli spogliatoi degli operatori sanitari che non rispettano i requisiti di sicurezza e qualità. Ed a proposito di sicurezza viene spontanea una domanda: “il Servizio di Prevenzione e Protezione ha valutato la presenza del rischio biologico negli spogliatoi ? ha valutato la possibilità di assembramenti nei cambio turni ?”.
Entrando del merito della biancheria destinanata ai degenti, ci risulta che spesso arriva umida o con presenza di aspetti che rendono dubbia la loro pulizia.
E’ sporca o pulita ?
A nostro parere la Direzione Generale della ASL di Viterbo sostenendo che tutto va bene vive in un “mondo virtuale” dominato da delibere, mail, circolari, timbri, firme ecc. nell’inconsapevolezza del mondo reale, che dovrebbe essere totalmente diverso dove, le divise, le taglie, i colori, la pulizia dovrebbero rispondere a tutti i requisiti compresi i tempi di consegna e di disponibilità.
Auspichiamo che la presente solleciti la Signoria Vostra ad intraprendere concrete iniziative a garanzia degli operatori e dei cittadini utenti evitando così ulteriori segnalazioni da parte della Conf.A.E.L. convinta dell’assurdità di come una struttura sanitaria pubblica gestisca la sicurezza di tutti”.

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