Dl Semplificazioni, CNA: “Un passo importante solo se verranno fornite risposte efficaci”

VITERBO – “Il Dl Semplificazioni varato dal governo può rappresentare un passo importante per rimettere in moto l’Italia solo se fornirà risposte puntuali alle questioni che tengono bloccate le opere pubbliche e frenano gli investimenti privati. Vanno nella giusta direzione l’innalzamento a 150mila euro per i contratti con affidamento diretto, la semplificazione per gli appalti sottosoglia, così come i poteri regolatori alle stazioni appaltanti e una revisione dell’istituto dell’abuso d’ufficio”. Lo afferma CNA, che, in materia di opere pubbliche, sottolinea l’esigenza di definire rapidamente un piano straordinario per la manutenzione e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare e infrastrutturale pubblico, assicurando adeguate risorse.

“Il provvedimento è indispensabile, ma non sufficiente, per stimolare l’economia, che soffre di mali strutturali, come evidenzia la Commissione Europea, che stima un crollo del Pil dell’11,2 per cento nel 2020 e una risalita più lenta l’anno prossimo rispetto agli altri partner comunitari. Serve – secondo l’associazione di rappresentanza dell’artigianato e della piccola e media impresa – un effettivo alleggerimento degli oneri burocratici, che rappresentano troppo spesso un ostacolo alle attività economiche”.

La CNA ha presentato agli Stati Generali una serie di misure concrete per semplificare, snellire e sbloccare.

“Sono indispensabili una profonda riforma del fisco, orientato a semplicità ed equità, uniformando i gravosi livelli di tassazione su artigiani e piccole imprese, il rinnovamento della pubblica amministrazione e l’accelerazione della digitalizzazione. Non di meno – sottolinea la CNA – è necessario rivedere la ripartizione delle competenze tra i vari livelli istituzionali e intervenire sulla giustizia civile, così da garantire certezza nei rapporti economici e sentenze in tempi congrui. Servono misure efficaci su lavoro e formazione, favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo, prevedendo benefici fiscali per la collaborazione tra imprese e mondo dell’Università e della ricerca”.

 

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