Don Gianni Carparelli in Canada

Riceviamo da don Gianni e pubblichiamo: ” Ho chiesto di poter dire io la preghiera prima del pranzo. Sento che c’è qualcosa di apparentemente devoto, ma spiritualmente incoerente in alcune preghiere che perpetuano un’idea di Dio e della vita che per me non è corretta. Posso invitarvi a riflettere per qualche minuto? Prendetelo come antipasto prima del pranzo.

Se vogliamo che la Caritas/school of life-scuola di vita, possa continuare la sua missione di aiuto concreto e non solo di sollievo temporaneo… dovremmo considerare:

  • Che la vita spezzata delle persone non può essere solo un campo sportivo per le aziende farmaceutiche…
  • Abbiamo bisogno di loro, ma non basta. Farmaci, sessioni terapeutiche e anche pratiche religiose sono certamente utili e spesso necessari ma non sono sufficienti.
  • Il cuore del nostro servizio è altrove…

Amici miei, prima di tutto sono in debito con voi. Se sono leggermente migliore come persona, è perché grazie a voi ho intravisto meglio il senso della vita… e sapete bene che non sono un visionario seduto su un banco di chiesa, con in mano il rosario, a chiedere e aspettare. Ho fede e speranza, come molti di voi, ma cerco di lavorare con serietà e impegno per costruire la mia e le vostre speranze.Diciamo che mi sento una specie di “mercante ambulante”… in viaggio per offrire, gratuitamente, sogni che possiamo però costruire insieme.

Ricordate la parabola del Vangelo di Luca (10,30-37)? Un sacerdote e uno studioso della Bibbia, che forse tornavano dalla preghiera, non si fermarono per aiutare quel povero passante aggredito dai ladri. Pregarono: “Dio abbi pietà di lui”? Non vedo però in loro il senso di una vera empatia. Un commerciante invece, forse critico nei confronti della religione, vide quella persona, intuì che stava male e si fermò. Il commerciante non ha detto preghiere, ma è diventato la preghiera e la risposta alle preghiere… attraverso l’aiuto che stava offrendo. Ebbene, la nostra vita è come un lungo viaggio da Gerusalemme a Gerico, metafora del nostro viaggio in questo nostro universo affaticato.

In questo viaggio anch’io, come il mercante, ho imparato sporcando le mani nella realtà della vita e delle persone. Torno brevemente indietro nel tempo:

1. Ricordo di aver visitato persone in prigione, come William, che si trovava nell’East Detention Centre a Toronto. Mi disse“Gianni esco e entro da questo carcere continuamente. Quando esco mi sento come un bambino nudo abbandonato sulla autostrada. E faccio in modo di rientrare. Questo pochi mesi prima che decidesse di togliersi la vita.2. … Abbiamo accettato persone che soffrivano della malattia della dipendenza, della salute mentale e anche positivi a l’HIV, come Helder Marques, che ha disegnato la copertina di un mio libro: “High on Life”presentato dal Dr. Ty Turner del St. Joseph Hospital.  Helder morì in Portogallo dove era stato deportato. Lo avevo accompagnato all’aeroporto. 3. … Offrivo, e non potevo portare altri, ai miei amici che erano nella “Casey House”perché contagiati dall’AIDS e nei giorni in cui quella era una condanna a morte… offrivamo forza, rispetto e sostegno. Li ho abbracciati e quando hanno chiesto a me, due uomini (brasiliano e canadese), di dare una benedizione alla loro relazione… ho benedetto la loro vita. Dopotutto, vissero e morirono con il sorriso, nelle mani di Dio come facciamo tutti noi.4. … Accoglievamo persone che venivano da una vita di prostituzione per la droga nelle nostre città canadesi, persone che molti potrebbero considerare impure. Eppure, li abbiamo visti riconquistare la loro dignità e la loro integrità e, direi, verginità, aiutando anche altri che stavano affrontando un cammino simile per trovare la loro strada… come Elisha… (nomi non veri se le persone sono ancora vive)………….La ricchezza e anche la fragilità della nostra esperienza umana, la varietà che emerge dalla diversità non possono essere lasciate solo nelle mani dell’Intelligenza Artificiale o degli Algoritmi. Siamo come un mosaico o una sinfonia dove ogni dettaglio, ogni piccolo frammento di pietra, ogni nota, è tutto da ammirare e dove la bellezza nasce dalla “con-fusione” di dettagli diversi. La bellezza della vita è una “FUSIONE – CON” dell’universo insieme alla nostra visione di un futuro migliore. Un futuro da costruire anche dalle ceneri, anche dagli errori… se possibile. Amici miei, se vogliamo veramente aiutare le persone, non basta accendere candele o recitare qualche preghiera! Dobbiamo diventare noi per loro e con loro la luce dell’onestà, la luce della giustizia, la luce dell’integrità, la luce fornita da un atteggiamento accogliente, la luce del rispetto vero e non solo professionale, che brilla qualunque cosa accada, la luce dell’empatia e della solidarietà.Così facendo non staremmo recitando semplicemente una preghiera. Saremmo noi, con una vita corretta, “una preghiera che cammina.

La spiritualità vola alto: è imparare a non giudicare; è essere vicini alla gente e disponibili all’ascolto del dolore umano; è rispettare la natura e i suoi abitanti. Essere spirituali significa accettare le persone così come sono. E l’atto di aiutare con semplicità, rendendoci esseri umani più pazienti e migliori (e io non sono così bravo in questo). La spiritualità è• “quello che risiede nelle pareti del nostro cuore e non di un edificio…”. Questa è la risposta che ho ricevuto da una poetessa italo-canadese, Gianna Patriarca. Grazie Gianna • Ho letto una risposta simile anche in un bellissimo libro (Walk in Beauty, 2022), scritto da Nicholas Goodman, che ha lavorato, dopo anni di droga e problemi, al centro Caritas di King City. Con gli aborigeni del Canada, Nicholas ha scoperto l’amore per la vita, per la natura, per le persone… Grazie Nick. La spiritualità non è un allegato o una pratica devota, una predica settimanale, qualcosa di aggiunto ogni tanto al programma. La spiritualità è meglio intesa come il lievito in un impasto con acqua e sale. Il lievito all’interno dell’impasto deve scomparire per essere presente e attivo. Eppure è il lievito che trasforma la farina e l’acqua in pane. Se siamo aperti a questo, la spiritualità può trasformare la nostra vita e quella di coloro che soffrono accanto a noi, ovunque si trovino. (Ho aggiunto: E possiamo imparare a diffondere la spiritualità ovunque durante la giornata. Se il nostro staff è interessato sono disponibile a condividere idee su come dipingere pennellate di spiritualità durante il giorno e la settimana). Gli esperti suggeriscono che abbiamo bisogno di un approccio “bio-psico-socio-spirituale” (vedi: DSM-5) ai problemi e alla sofferenza umana. Cosa vogliono dire? Ebbene, abbiamo bisogno di una revisione totale nel nostro modo di intendere una vita spezzata, la nostra e quella degli altri. Come ci avviciniamo alla sofferenza, come disegniamo un intervento? E fede e speranza, fanno parte del protocollo? Siamo invitati innanzitutto ad essere umili con le nostre capacità e competenze. E l’umiltà non viene dai libri e dai titoli, ma nasce dalla consapevolezza che c’è sempre qualcosa DI PIÙ che dà luce a tutto il resto. Riusciamo a Intravedere quel “ALTRO”, quando esploriamo il misterioso regno dello spirito? Il “Signor eterno Dio” deve scendere nella nostra vita e deve plasmare le nostre mani operose, cioè: la nostra vita. Dio è presente con noi e attraverso di noi, non ci osserva dall’alto dei cieli. Ce lo ricorda spesso il nostro John Rossi nelle sue riflessioni mensili on line. Grazie John… scriveremo un libro su questo: “Dancing the walk”, e vi includeremo un dipinto dell’artista Pullano. Uno dei suoi dipinti è nel libro “HIGH on LIFE”. Con un importante contributo del ministro Tibollo. Il libro è disponibile per voi oggi, se volete.Stiamo sognando un mondo nuovo e una vita migliore? I cristiani come me chiamano questo nuovo mondo in arrivo, il “Regno di Dio”. Ma dobbiamo essere noi i co-architetti e i co-costruttori di Dio. Possiamo costruire noi questo “Regno” insieme alla nostra fede in Dio. Se non diffondiamo giustizia e armonia e non aiutiamo coloro che incontrano difficoltà a farlo, saremmo distruttori, non costruttori. Non lo vediamo ovunque? Sono un costruttore di giustizia, di amore e di vita buona per tutti o sono semplicemente un professionista con laurea per insegnare e per predicare…?Nelle nostre preghiere spesso chiediamo a Dio quello che dovremmo fare noi nella nostra vita e nel nostro lavoro quotidiano. Se le nostre preghiere non ci aiutano a costruire un mondo migliore, allora le nostre preghiere sono vuote, inutili come candele spente. Quando invece rispettiamo le persone e le aiutiamo a costruire una vita di onestà e rispetto, stiamo diventando noi la luce delle candele e la preghiera di cui il mondo ha più bisogno. Ecco la nostra spiritualità, vera e alta, non solo confessionale. E’forse un viaggio lungo e talvolta doloroso? Sì! Una volta nel nostro centro di King City, uno dei residenti, mentre faceva retromarcia con il trattore, ha inavvertitamente fatto cadere una statua religiosa donata dalla famiglia Galati… e si è rotta. Bene, hanno risolto il problema incollando di nuovo tutti i pezzi e l’incidente è diventato una riflessione sulla vita. È stata come una nuova vita, spezzata e resuscitata, attraverso la fede e la speranza e, soprattutto, attraverso l’opera delle nostre mani. Dobbiamo essere noi le mani, gli scultori di ciò per cui preghiamo… non solo parlatori e predicatori. Non posso concludere senza dire qualche parola di ringraziamento a chi ci ha aiutato anche quando erano in pochi a credere nel nostro progetto. In particolare: Gabriel Gabaldo, il vescovo De Angelis, mons. Nusca, Mons Borean, Ralph Nardi e Gildo Pasquali, Madre Teresa in Pauline Ave n. 22, Ermanno e Carla Ruggeri, la famiglia Galati, la famiglia Manco e molte famiglie qui presenti, Joe Carraro, Elio Sergnese, il Sig. Di Giorgio Anthony, Jonny Lombardi e la CHIN, Omni TV e Laura Albanese, Paolo Canciani, il Corriere Canadese e lo Specchio, il Rotary club, e più recentemente: il Consiglio Direttivo, formato da persone competenti e generose. Con loro e tanti altri, compreso il CeIS di Viterbo, i tanti genitori e la tenacia dei nostri residenti, ce l’abbiamo fatta! E continuiamo a farlo… e il nostro Staff? Lavorano in prima linea e il loro servizio non è un lavoro, è una vocazione.  Li ringraziamo. GRAZIE… siete voi tutti LA PRESENZA di tanti, anche la mia. CARITAS/school of life è casa per una vita che desidera tornare a vivere. È una scuola che promuove una nuova vita e sento che è la mia casa. Ebbene, questo è l’antipasto che ho preparato per noi.Sgranocchiate questo impegno per costruire una civiltà dell’amore e della speranza piuttosto che impinzarvi solo di pillole di diversi colori. E alimentatevi anche con la preghiera…quelle che recitiamo con la bocca possono aiutare, ma quelle che mettiamo in pratica fanno miracoli. E ora… la mia preghiera prima del pasto1. Ti ringraziamo, nostro Creatore, Padre e Madre dell’universo, per ciò che riceviamo attraverso la tua misteriosa presenza.2. Donaci la saggezza e la generosità per aiutare coloro che sono nel bisogno e condividere    con loro, in uno spirito di rispetto e di amore3. Lo chiediamo e ci impegniamo a fare quello che chiediamo, attraverso l’esempio di Gesù Cristo. AMEN!……. Buon appetito e tanta simpatia.

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