Dune (2021), la scommessa di Denis Villeneuve: dal libro di Frank Herbert al grande schermo

di NOEMI GIACCI-

Dune (2021) è il decimo film del regista canadese Denis Villeneuve, presentato fuori. concorso alla 78ª Mostra internazionale del cinema di Venezia e distribuito nelle sale italiane il 16 settembre 2021. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1965 di Frank Herbert; è stato prodotto da Leggendary Pictures, Villeneuve Films e Warner Bros e con un budget di 165 milioni di dollari vanta un cast stellare tra cui: Timothée Chalamet, Zendaya, Oscar Isaac, Rebecca Ferguson, Jason Momoa, Javier Bardem, Dave Bautista, e tanti altri.
La trama di Dune
Il pianeta Arrakis è la più importante risorsa dell’universo: produce la spezia “Melange”, una droga in grado di potenziare le capacità umane e conferire doti di preveggenza. Il pianeta viene soprannominato “Dune” dai suoi abitanti, i Fremen, per la sua natura desertica e sabbiosa. I Vermi delle Sabbie popolano le dune sabbiose e il prodotto del loro ciclo vitale è il “Melange”.
L’imperatore Shaddam IV cede il controllo di Arrakis alla Casa Atreides, togliendolo dopo anni alla crudele casata degli Harkonnen. Il Duca Leto Atreides, seguito dalla compagna Lady Jessica, dal figlio Paul e dai suoi fedeli seguaci si insedia su Arrakis, trovandosi a fare i conti con la crudele vendetta degli Harkonnen. Paul Atreides, interpretato dal giovane e talentuoso Timothée Chalamet, andrà incontro al suo destino che lo vuole protagonista di una profezia riguardante un eletto, il Kwisatz Haderach. Imparerà a conoscere i suoi poteri psichici e premonitori, entrando in relazione con il pianeta Arrakis e i Fremen.
La saga fantascientifica di Frank Herbert
Il film è la trasposizione cinematografica del capolavoro letterario di Frank Herbert, del 1965, vincitore del premio Nebula e del premio Hugo, i più prestigiosi riconoscimenti per la narrativa fantascientifica. Dune è il primo di sei romanzi che compongono il Ciclo di Dune (1965-1985). L’autore attraverso i temi quali l’ecologia, le tradizioni ancestrali, la religione, la politica, la filosofia e il potere, ha dato vita ad uno degli universi più complessi e profondi di tutto il genere fantascientifico. Ne ha influenzato l’intero immaginario e ha ispirato cosi anche la saga cinematografica di Guerre Stellari, creata da George Lucas.
L’adattamento cinematografico di David Lynch è il triste risultato
Denis Villeneuve non è il primo regista che si approccia alla trasposizione cinematografica del romanzo. Ci sono stati dei primi tentativi non andati a buon fine: anche quello di David Lynch del 1984 , si rivelò un clamoroso insuccesso. A causa di un girato di tre ore di riprese, considerato troppo dalla casa di produzione, il regista venne obbligato ad effettuare un taglio di montaggio drastico. Il film aveva quindi bisogno di scene aggiunte e di voice over per spiegare la storia che altrimenti risultava incomprensibile. Questa scelta imposta ha reso il Dune di Lynch un film confusionario e pesante da seguire.
Denis Villeneuve e la scommessa vinta
Villeneuve riesce dove Lynch ha fallito, rapportandosi nel migliore dei modi al materiale di partenza vasto e complesso: decide di dividere il primo libro in due film per non condensare troppo la storia. Per le 2 ore e 35 del film, le riprese dalle ampie inquadrature, la fotografia, gli effetti visivi spettacolari e le maestose musiche di Hans Zimmer , che hanno vinto l’Oscar 2022 per la migliore colonna sonora, ci immergono nel mondo di Arrakis, facendoci quasi sentire la sabbia sul viso.
L’unica critica che si potrebbe fare è la difficoltà di entrare nella storia da parte dello spettatore che non ha letto il libro, ma personalmente ritengo che sia meglio rivedere il film più volte per comprendere a pieno tutti i dettagli, che trovarsi di fronte agli “spiegoni”, nemici acerrimi del cinema. Di fatto la forza del film sta proprio nella sua narrazione semplice e diretta che non stravolge l’opera originale.
Avevo molti dubbi quando sono entrata in sala, ma ne sono uscita gratificata: le immagini che avevo creato nella mia mente leggendo il romanzo sono state soddisfatte e arricchite.
Vedere e sentire le mie scene preferite prendere vita è stata un’emozione. Un particolare apprezzamento alla recitazione di Chalamet e alla bravura del doppiatore, Alex Polidori: nella scena della litania sulla paura mi hanno commossa, complice il fatto che si tratta di uno dei passaggi del libro che più amo.
“Guarderò in faccia la mia paura. Lascerò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso.”
Non resta che attendere la seconda parte della saga cinematografica di Dune, augurandoci che Villeneuve continui a vincere la sua scommessa.

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