Ecce Homo esposta nella cripta della cattedrale di Sutri

SUTRI ( Viterbo) – Ecce Homo della serie Pietre Vive è la nuova opera del Maestro Stefano Cianti esposta a Sutri nella suggestiva cripta della cattedrale di Santa Maria Assunta. L’antica basilica romanica sita nella parte più antica del borgo a pochi passi da piazza del Comune, risulta ben riconoscibile dall’accostamento di uno slanciato campanile medievale costruito con tufo locale che contrasta con la facciata con colonne di età settecentesca.

L’opera di Cianti è stata inaugurata lo scorso primo aprile e sta riscuotendo feedback positivi da parte di fedeli e visitatori incuriositi che in questi giorni passano in visita, riconoscendo all’artista di Ronciglione il merito di essere riuscito a donare il soffio della vita alle pietre. Ecce Homo si trova precisamente nella suggestiva cripta longobarda posta al di sotto del presbitero della cattedrale, incorniciata da colonne e capitelli di epoca romana.

Dedicata a papà Eucherio, Cianti ha proposto la sua creazione direttamente a Giuliano Alessi, il parroco di Sutri ha accolto con estremo piacere l’idea di questa commovente esposizione. Le pietre sono state scelte dal pittore della Tuscia tenendo conto di un suo progetto, provenienti da una cava umbra, l’aspetto di questi particolari frammenti calcarei ricorda quello delle pietre palestinesi.

Dipinte a mano rispettando le sfumature della materia, le schegge di roccia sono state colorate a pennello, intervenendo con pigmenti modulati sapientemente, terra d’ombra, e il rosso per sottolineare la sacralità e il martirio di Cristo.

L’assemblaggio dell’opera è una live performance, ogni volta ricostruirla in una location rappresenta un rituale; per l’occasione di Sutri sono state coinvolte delle persone che guidate dall’artista hanno accostato le pietre, assistendo con stupore alla rinascita dell’opera. La composizione non è immobilizzata nella resina, infatti parte delle pietre è immersa nell’acqua, questa scelta rappresenta in pieno l’ideologia di Cianti, quella di donare all’osservatore un’opera fedele agli elementi della natura.

Le parole di Cianti: “la mia ultima creazione è un’opera contemplativa, realizzata con un mero scopo devozionale, è la rappresentazione dell’uomo e della sua fragilità, la forza nella fede è un richiamo all’uomo rinato e rigenerato da Dio. Ecce Homo è un’astrazione di Dio, l’incontro con l’osservatore rappresenta il completamento tra Cristo e l’uomo.”

Il commento della storica dell’arte Maria Letizia Putti: “Cristo è un corpo morto e come i morti Cianti lo adagia sul nudo pavimento, su un fondo nero che serve a far risaltare un corpo distrutto dalla sofferenza. Il fruitore deve chinarsi per osservarlo come ci si china quando si omaggia una salma. Il velo acqueo, trasparente e mobile, è simbolo di salvezza, come l’acqua della fonte divina che libera dal peccato con la purificazione battesimale. Con l’immagine di Cristo formata da frammenti di pietra si è voluto richiamare la distruzione del tempio di Gerusalemme, lo stesso corpo di Cristo si fa pietra, si fa tempio distrutto. Questa installazione artistica ricorda i momenti dell’attesa prima della Resurrezione e in parallelo la ricostruzione del Tempio dopo la distruzione profetizzata da Cristo. Nel nostro riflettere su di Lui, nel ritrovarci nella Sua sofferenza, ricostruiamo il tempio della nostra anima.”

Le parole dello scrittore Magdi Allam: “Ecce omo, il dono di Cianti per Cristo risorto, l’immagine che immortala il corpo flagellato e crocifisso del Cristo, attestata dalla Sacra Sindone, trasposta in frammenti di pietra dipinti che lo ricompongono, con dei vuoti concepiti come spazi da colmare con la meditazione sul mistero dell’incarnazione e sul miracolo della resurrezione.”

Ecce Homo resterà fruibile a Sutri sicuramente fino al 30 aprile ma l’esposizione in loco potrebbe venire prolungata. L’auspicio del maestro d’arte originario di Ronciglione è che venga accolta in altri luoghi sacri italiani.

Stefano Marigliani

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