Emergenza COVID-19 in carcere Lazio. La Polizia penitenziaria richiede urgenti regole d’ingaggio!

FROSINONE- Riceviamo e pubblichiamo: “In queste ore si è avuta al Carcere di Frosinone l’ennesima aggressione di un detenuto già reo di simili atti nei confronti di un agente dopo avergli aperto la sua cella, procurandogli lesioni con una prognosi di 15 giorni s.c..
Questa situazione purtroppo non può essere più tollerata soprattutto perché non esistono strumenti adeguati al contenimento di soggetti con tali comportamenti.
A questo aggiungiamo l’emergenza COVID-19 dove ad ogni ingresso di nuovi detenuti provenienti dalla libertà è da altro istituto sono necessari 14 giorni di isolamento preventivo dopo esecuzione tampone, con ripercussioni su tutto il territorio interregionale che coinvolge anche Abruzzo e Molise territorialmente di competenza del Provveditorato Regionale di Roma.
Infatti oramai da tempo gli arrestati anche in località abruzzesi, molisani oltre a quelli nella stessa regione Laziale vengono collocati dove si può trovare posti liberi anche a distanza di 400 km tra le località soprarichiamate è le sedi Viterbo, Rieti, Civitavecchia ecc, creando un congestionamento dei posti detentivi già oltre il 30% dei posti disponibili.
Il continuo ritrovamento di microcellulari occultati anche nelle parti intime, utilizzati per parlare con l’esterno per continuare a svolgere il controllo dei loro traffici, che entrano attraverso pacchi inviati dai familiari o lanciati dall’esterno con vari metodi, vale la stessa situazione nel ritrovamento degli stupefacenti.
A questo aggiungiamo che all’interno delle celle di detenzione (il Ministero li definisce camere di pernottamento?) si trovano costantemente secchi di frutta macerata destinata a produrre alcol definito “Grappa” artigianale che praticamente diventa un metodo di spaccio interno, la quale impegna la Polizia Penitenziaria a costante sequestro è contestazione per le violazioni al regolamento penitenziario.
Evidenziamo che in ogni cella detentiva il detenuto “ricco” può mantenere tanti indumenti e altri oggetti seppur consentiti che di fatto impediscono in molti casi i dovuti controlli preventivi e usarli anche come mezzo di scambio per quei soggetti senza alcun sostegno economico che anche per un pacchetto di sigarette diventano loro “complici” alle continue violazioni penitenziarie e penali.
Solo ieri in un noto istituto penitenziario laziale sono state rinvenuti anche corde artigianali forse utilizzabili per una probabile evasione.
L’USPP Lazio non può che chiedere all’Amministrazione Penitenziaria di assumere urgente intervento con iniziative a tutela del personale per le Aggressioni con regole di ingaggio è strumenti adeguati per contrastare atti aggressivi, reati di traffico di stupefacenti è quant’altro. Serve con urgenza integrazione all’organico di Polizia Penitenziaria per le note carenze ben conosciuti che superano le 600 unità solo nel Lazio.
Sicuramente al Ministero della Giustizia tutto questo non sembra nutrire effetti di interesse per motivi di sicurezza e prevenzione, purtroppo determinando gravissime ripercussioni a danno della Polizia Penitenziaria oggetto di continui aggressioni da soggetti DETENUTI che non hanno altro interesse che continuare a delinquere!!!
Nel frattempo auguriamo al collega la pronta guarigione, pur iniziando ad avere forte preoccupazione su quanto quotidianamente accade è nessuno si prende la responsabilità di affrontare”.

Il segretario regionale USPP Lazio
Daniele Nicastrini

 

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