Enrico Panunzi: “La memoria sia un atto vivo, un impegno quotidiano per costruire un futuro migliore”

Ottanta anni fa, il 27 gennaio 1945, le porte di Auschwitz vennero aperte, svelando al mondo l’orrore indicibile della Shoah. Oggi, nel giorno della Giornata della Memoria, non possiamo limitarci a un semplice gesto di commemorazione: dobbiamo fare della memoria un atto vivo, un impegno quotidiano per costruire un futuro migliore.

Ricordare non è solo un tributo alle vittime innocenti dell’Olocausto, ma è un richiamo potente a ciò che siamo chiamati a difendere ogni giorno: la dignità umana, la libertà, il rifiuto dell’odio. La memoria non è un dovere statico, ma una responsabilità collettiva che ci ricorda quanto il silenzio e l’indifferenza possano essere complici di tragedie inimmaginabili.

Come Vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, voglio ribadire l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni il senso profondo di questa giornata. Con il passare del tempo, i testimoni diretti della Shoah stanno lentamente scomparendo, rendendo ancora più urgente e necessario l’impegno di tramandare e raccontare ciò che è accaduto. È nostro dovere mantenere viva la memoria attraverso la narrazione, l’educazione e il confronto, affinché le voci di chi ha vissuto l’orrore continuino a risuonare e a insegnare. Solo educando i giovani al valore della memoria possiamo sperare di spezzare per sempre la catena dell’odio e dell’intolleranza. L’Olocausto non è una lezione del passato, ma un monito per il presente e per il futuro.

Chiudo affidandomi alle parole di Primo Levi. “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare”.

Enrico Panunzi
Vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio

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