Esposizione opere di Eraldo Bigarelli e di altri noti pittori

VIGNANELLO (Viterbo) – Recentemente a Vignanello (VT), nella sala espositiva intitolata a Eraldo Bigarelli, è stata organizzata una esposizione di opere pittoriche e scultoree di noti artisti, apprezzati non soltanto nella Tuscia, ma anche a livello nazionale se non addirittura in alcuni casi
internazionale.
La mostra, allestita in occasione del decennale della scomparsa di Eraldo Bigarelli, ha ospitato alcune opere, oltre che di Bigarelli, anche di Emilio Petti, Mario Annesi, Manuela Petti e Walter Togni.
Dopo un’ attenta osservazione di ogni singola opera, si rimane impressionati dalla varietà delle poetiche degli artisti, i quali, anche con soggetti e tematiche comuni, esprimono una realtà non univoca, ma soggettiva, essendo essa il frutto del vissuto, della personalità, del punto di vista di ciascuno.
Ad esempio troviamo la raffigurazione di antiche porte di legno sia nei dipinti di Eraldo Bigarelli che in quelli di Emilio Petti, ma nel primo la porta esprime un significato arcano, enigmatico, legato ai ricordi dell’infanzia, in una prospettiva di introspezione.
Ben diverso significato riveste invece l’immagine della porta in Emilio Petti, per il quale la porta è l’ingresso alla propria casa, luogo di pace e di conforto e che fa riaffiorare i ricordi di una società povera, ma sana, di saldi principi, che oggi non possiamo far rivivere, ma che dovremmo riscoprire per costruire un mondo migliore.
Anche la rappresentazione di una figura femminile ci fa comprendere la profonda diversità della poetica dei due artisti: in un’opera esposta di Eraldo Bigarelli viene rappresentata una donna che cammina vicino ad un asinello, non distante da due cammelli, nella distesa infinita del deserto. Qui il tema è quello della fusione con la natura, dove l’infinito e il silenzio comprendono le figure della donna e degli animali senza soluzione di continuità, poiché nel cosmo gli esseri viventi sono elementi di tutto un insieme.
Anche in Emilio Petti troviamo l’immagine di una donna, che però in questo caso è protagonista della narrazione pittorica: ella torna a casa, portando una fascina in testa, in una mano un secchio che forse ha utilizzato per il mangime degli animali, nell’altra mano un bastone a cui si appoggia. Non si avverte la solitudine né un’ eccessiva stanchezza, ma la calma di una rassicurante quotidianità che il mondo di oggi ha perso, nel vorticoso cambiamento dell’ industrializzazione.
Nella ritrattistica, profonda è la differenza tra Eraldo Bigarelli e Manuela Petti (sorella di Emilio
Petti).
In un autoritratto rimasto incompiuto a causa della morte dell’artista, Bigarelli rappresenta il proprio volto di profilo, stagliato sulla sua stessa ombra scura e con piccoli occhi che guardano lontano, forse verso quell’infinito che lo ha sempre affascinato. Molto diverso è il ritratto che Manuela Petti ha fatto di Edda, moglie di Bigarelli. Qui le linee sono ben definite, accurate, morbide, in linea con l’espressione del volto della donna che emana tenerezza e fierezza allo stesso tempo; non manca l’aggiunta di alcuni fiori che tanto piacciono all’artista e che ricorrono frequentemente nelle sue opere.
Alla delicatezza pittorica di Manuela Petti, che predilige descrivere un mondo fiabesco e incantato, si contrappone il vigore tutto maschile di Mario Annesi, nelle cui opere troviamo spesso raffigurato un muro, che però l’uomo riesce a sfondare per liberare sé stesso e l’umanità. Il muro infatti, se da un lato ci protegge, dall’altro ci rinchiude, ma l’uomo, con una forza titanica, apre una breccia e dà l’avvio alla trasformazione del mondo. Secondo Mario Annesi, gli ostacoli della società, rappresentati metaforicamente dal muro, possono essere rimossi anche attraverso la conoscenza che ci rende liberi. Si guarda pertanto con ottimismo al progresso dell’umanità, poiché l’uomo può trasformare il mondo.
Se Mario Annesi crede nel potere dell’uomo di cambiare il mondo e la società, Walter Togni invece guarda all’universo infinito e inintelligibile. Estremamente suggestiva ed enigmatica è infatti l’opera “Global Impact “, che collocata tra alcune opere giovanili dello stesso artista si impone con la sua potenza. Si tratta di una scultura in bronzo, ottone e legno che ha avuto un importante riconoscimento alla Biennale di Firenze del 2009. Mentre le opere esposte degli altri artisti esprimono un messaggio facilmente decifrabile, l’interpretazione di quest’opera di Togni è ancora aperta: è forse la raffigurazione di un impatto primordiale, che ha dato vita al nostro sistema solare o si tratta di un impatto catastrofico che porrà fine alla vita del nostro universo?
In conclusione, le varie opere esposte esprimono molte idee, in una sorta di dialogo non solo puramente artistico, ma anche filosofico, facendo riflettere e sollevando molti interrogativi.

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