“Et voilà, a piacer vostro”, è la bella mostra fotografica di Susanna Marcoaldi inaugurata al Museo dei Portici

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – Non sono opere pittoriche, come appaiono al primo sguardo, ma fantastiche e oniriche composizioni fotografiche, 25 per l’esattezza, di Susanna Marcoaldi esposte in mostra al Museo dei Portici di Viterbo con il titolo ‘Et voilà, a piacer vostro’, vernissage inaugurato ieri, giovedì 18 aprile, alla presenza dell’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi.

Le straordinarie fotografie attirano subito l’attenzione del visitatore che si sofferma a guardare le immagini esposte e cerca, anche attraverso il sonetto indicatore e filosofico scritto da Susanna Marcoaldi (ogni foto ne ha uno), di individuare la bellezza degli elementi del mondo naturale quali foglie, mele, verdure o conchiglie abilmente unite, ma non nascoste, a oggetti della quotidianeità, anche non contemporanea.

Susanna Marcoaldi che ci accompagna nella visita, sorride al nostro stupore di osservatori mentre scopriamo, foto dopo foto, la sua inesauribile fantasia e racconta: “Ho 35 anni, sono nata a Roma ma sono cresciuta in questa bella città di Viterbo, mi sono laureata nella facoltà di lettere e Filosofia all’università La Sapienza di Roma nel gennaio 2014”. “Negli anni in cui ero una studentessa – continua l’artista – non ho mai abbandonato la mia passione per la fotografia perchè sentivo l’esigenza di creare un binomio che unisse l’immagine e il testo breve. Per fare questo ho posto l’attenzione sul testo breve scegliendo dei vocaboli o dei ritmi che riportano alla tradizione classica”.

Ci fermiamo per una foto e una breve chiacchierata davanti alla composizione fotografica denominata Pomi, che ha impresso questo sonetto:“Celeste aveva un’impronta felice, ogni traccia era fortunata e potente e la gratitudine a se stessa la rendeva abilmente serena”.

“Apparentemente Pomi che racchiude le tre mele – ci spiega ancora Susanna Marcoaldi – sembrano le protagoniste della fotografia perchè sono state fotografate nella loro interezza e naturalezza, così come sono realmente, quindi guardandole vediamo il loro carattere e in qualche modo, la loro essenza. Questa loro essenza ben si accorda con il temperamento e quindi è anche una virtù della vera protagonista della composizione fotografica, che in realtà è la signora Celeste. Celeste è la mia trisavola da parte materna. E perchè qui parlo di impronta felice? Perchè l’impronta e quindi la cifra, ovvero il nome e cognome sono incisi sugli strumenti da lavoro che nella foto non si vedono. Ci possiamo chiedere perchè lei era abilmente serena? Lo era perchè era onesta e l’onestà premia sempre. Era il suo saper fare che le dava la sicurezza, ma sostanzialmente in questa foto, portando alla luce quelli che sono i suoi strumenti da lavoro, quindi la sua operosità che anche un concetto e tradizione di famiglia, volevo rendere grazie a questa persona, perchè la gratitudine è un sentimento che dovremmo coltivare sempre, ed è un sentimento di affettuosa riconoscenza per chi non c’è più”.

NOTA – La mostra sarà visitabile durante gli orari di apertura del Museo, ovvero tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 19, con ultimo ingresso alle 18. L’ingresso prevede l’acquisto del biglietto unico del circuito MuVi, o per Palazzo dei Priori, ed è gratuito per i residenti.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE