Università Unimarconi

Exsurge…ecclesia!

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Non penso di stare fuori della dottrina tradizionale se affermo che i credenti nel Vangelo e non solo i “ministri” hanno il diritto il diritto di sapere, di capire, di essere “presenti”. Chi si presenta come “Exsurge Domine” sa anche che il Signore è presente sacramentalmente nella sua Chiesa, corpo di Cristo. Se il Signore è presente nella nostra vita tutti dobbiamo sentire il dovere-diritto di “Alzarci… Exsurgere” e dare voce rispettosa alla nostra fede. Fede che non è legata alla posizione dell’Altare, ai vestiti più o meno appariscenti, alle tiare e alle mitre, a come riceviamo il sacramento della presenza del Signore che non è fisica ma sacramentale, a come decidiamo di accogliere le persone in disagio o che si sentono emarginate, a come dobbiamo chiamare vescovi e cardinali, a quale velo dobbiamo mettere in testa e a chi, a chi può avere parola nella Chiesa e a chi no… I rituali sono importanti anche quando non li capiamo bene perché nel celebrare “sentiamo” una storia di fede, un cammino, il sapore delle tradizioni antiche radicate nelle culture dei popoli. Ma perché diventino poi sale e luce, il mistero nascosto nel rito deve aprire “il velame de li versi strani”, per aiutare i credenti a trasformarsi in rituali viventi, non ingessati. Dobbiamo lavorare (Ora et Labora) per costruire il Regno di Dio dove Dio si troverebbe bene e non solo pregare (a volte distrattamente) perché Qualcuno lo faccia per noi. Noi siamo le mani di Dio. Ritorno su questo perché i desideri, se autentici e onesti, di chi vuole “Exsurgere…” tenga presente che la Chiesa non va strappata, frantumata… ma aiutata a purificarsi. Come? Torniamo al Vangelo. Gesù non era un chiacchierone ambulante alla ricerca di applausi e “avvolto in morbide vesti” (Mt 11:8) come coloro che stanno a corte. Gesù era figlio della verità, della compassione, della giustizia vera, dell’ascolto, della umiltà e semplicità. Questo Gesù che vive nella Chiesa non ama le divisioni, gli attacchi vestiti di lotta per uno spazio di potere e di apparenze, non gradisce offerte preziose e privilegi. Accetta persone umili che aiutano a vivere la fede, come Francesco di Assisi, come Don Tonino Bello, come Don Dante Bernini, come don Milani, come Dom Pedro Casaldaliga, come Santa Caterina ed Edith Stein… come le tante persone buone e semplici che esistono dentro e fuori le chiese. Queste si scandalizzano con bontà di fronte ai cannoni con zucchetti colorati in testa o con tonache nere o azzurre. Papa Francesco non è un usurpatore da arrestare per salvare gli usurpati. Papa Francesco, che è il Papa, è stato scelto in conclave e al quale anche il grande emerito promise obbedienza e rispetto. Certe affermazioni sono fantasie deliranti che a me non sembrano amore alla Chiesa, ma al trono, magari portato a spalla con i flabelli. Io amo la Chiesa anche se vedo sporcizia all’interno, forse anche la mia. E la porta è sempre aperta, per condividere il cammino del Vangelo, non per mandare i “droni teologici” che distruggono o per calunniare. Vorrei proporre un INCONTRO, magari organizzato dal gruppo “Lo Studiolo” che conosco meglio, fondato dal vescovo Chiarinelli e ora diretto dal Prof. Rizzacasa. Mettiamoci insieme invece di frantumarci in gruppuscoli che fanno fatica a sopravvivere. Un gruppo di laici desiderosi di “capire e vivere” il messaggio del Vangelo “Lumen Fidei”. Un incontro non accademico ma aperto a tutti, che aiuti la Chiesa locale (laici e non) a rivedere, senza polemiche e condanne, il proprio cammino, nella unità della Chiesa e dei propri pastori. Aiutare anche a capire che problemi di questo tipo sono sempre esistiti nella chiesa e nella società. Esistevano al tempo delle prime comunità cristiane. Ascoltiamo la parola di Gesù: “Padre… che tutti siano uno, come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi perché il mondo creda che tu mi hai mandato… (Gv 17: 21)”. Uniti almeno nel rispetto, per arrivare poi a essere uniti nella comunione dell’amore”.

don gianni carparelli

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