ROMA – Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 tornano, per la dodicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno, l’amato e atteso evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Durante il fine settimana – animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, assieme a tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione – saranno proposte speciali visite a contributo libero in 700 luoghi straordinari in oltre 350 città d’Italia, spesso inaccessibili o semplicemente insoliti, originali, curiosi, poco conosciuti e valorizzati (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).
Il programma dell’edizione 2023 è stato presentato oggi nel Museo dell’Arte Classica della Sapienza a Roma. Tra le aperture di questa edizione, infatti, si segnalano in particolare 11 sedi universitarie, da Trieste a Potenza, e fino a 32 luoghi di istruzione, da scuole ad accademie, da centri di ricerca a laboratori per la formazione. “Questa edizione delle Giornate FAI” – dichiara il Presidente Marco Magnifico – “intende ribadire il ruolo fondante che scuole e università hanno sulla qualità del futuro del nostro Paese”. Università, licei o istituti tecnici in Italia sono spesso edifici di valore storico e artistico, meritevoli di essere visitati, scoperti e valorizzati, ma il loro valore è soprattutto nel custodire, tramandare e promuovere la conoscenza, per costruire la cultura dei cittadini di oggi e di domani. Educare i cittadini alla conoscenza è anche lo spirito che anima la missione del FAI, sussidiaria dello Stato, e in particolare che muove le Giornate FAI: la concreta occasione che il FAI offre agli italiani per avvicinarsi e appassionarsi al patrimonio culturale del nostro Paese, scoprendo il beneficio e il piacere di apprendere, come in una scuola fuori dalla scuola. Per due giorni 700 luoghi in Italia saranno come “classi” a cielo aperto, in cui tornare ad imparare, e in cui ad insegnare saranno gli studenti, nella consueta veste di Apprendisti Ciceroni.
I Delegati e Volontari della Fondazione, come ogni anno, metteranno a disposizione energia, creatività ed entusiasmo per svelare la ricchezza e la varietà del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo di questo Paese. Un patrimonio sorprendente e inaspettato, che non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, luoghi speciali che custodiscono fascino, culture e tradizioni, e che tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, com’è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.
Settecento proposte in oltre 350 città d’Italia, in tutte le regioni. Settecento meraviglie da scoprire che raccontano, ognuna a suo modo, l’Italia. Oltre ai luoghi del sapere, sarà possibile visitare palazzi storici, ville, chiese, castelli, ma anche esempi di archeologia industriale, laboratori artigiani e siti produttivi, ricchi di storia e curiosità. E ancora musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche. Saranno in programma, inoltre, itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Insomma: archeologia e architettura, arte e artigianato, tradizione e memoria, antico e moderno, città e campagna. Tutto questo è il patrimonio culturale dell’Italia, il “nostro patrimonio”, che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento. A chi desideri partecipare verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività del FAI.
Le Giornate FAI d’Autunno sono l’evento principale della grande campagna nazionale di sensibilizzazione e raccolta fondi “Ottobre del FAI”, promossa dalla Fondazione a sostegno del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. A partire dal 2023, infatti, ottobre sarà per il FAI e i suoi iscritti “il mese del patrimonio”. Che è di tutti, e verso cui tutti hanno una responsabilità. Non a caso, lo slogan di Ottobre del FAI è “FAI la tua parte”: perché il destino dell’Italia è nelle nostre mani, e tutti possiamo esserne protagonisti.
Durante le Giornate FAI d’Autunno tutti gli iscritti al FAI potranno beneficiare degli accessi prioritari in ogni luogo aperto, di aperture e visite straordinarie in molte città e altre opportunità e iniziative speciali.
In occasione di Ottobre del FAI, a chi si iscriverà per la prima volta al FAI – sia online che presso i luoghi aperti – sarà dedicata una agevolazione di 10€ in meno su ogni tipologia di quota.
Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.
Le Giornate FAI d’Autunno 2023 si svolgono con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della cultura e di Regione Lazio.
Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante le Giornate FAI d’Autunno concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo.
Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata e per aver concesso anche in questa occasione l’apertura di suoi beni. Grazie al Fondo Edifici di Culto che in questa occasione permette l’apertura di tre suoi beni in Umbria.
Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana di sensibilizzazione Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 9 al 15 ottobre, come ormai da oltre 10 anni, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2023 anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG.
Le Giornate FAI d’Autunno 2023 sono rese possibili grazie al fondamentale sostegno di importanti aziende illuminate:
ITA Airways, Main Sponsor, ha scelto di affiancare il FAI per contribuire alla tutela del patrimonio italiano di arte e natura. La sostenibilità, in termini sociali, ambientali e culturali, è parte integrante della strategia della Compagnia che già dallo scorso anno aderisce al FAI anche in qualità di Corporate Golden Donor.
Groupama Assicurazioni, tra i principali player nel settore assicurativo in Italia, da sempre impegnata nella salvaguardia del nostro patrimonio e già Corporate Golden Donor del FAI, per il primo anno accanto alla Fondazione anche in qualità di Sponsor dell’evento.
Despar Italia, insegna della distribuzione alimentare presente in 17 regioni italiane e da oltre sessant’anni attenta alle esigenze dei territori in cui è presente, dal 2022 amica del FAI e per il primo anno Sponsor dell’evento.
Si ringrazia Ferrero, azienda storicamente vicina al FAI da sempre impegnata nello sviluppo delle comunità e al rispetto dell’ambiente, per il prezioso sostegno all’evento.
Grazie inoltre a Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, che ha donato il suo prodotto per l’iniziativa e presente nella lista dei luoghi visitabili con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE), patrocinato dal FAI ed esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico.
Grazie di cuore alla Rete dei Volontari del FAI – 132 Delegazioni, 110 Gruppi FAI, 93 Gruppi FAI Giovani e 8 Gruppi FAI Ponte tra culture – e a tutti i volontari attivi in Italia, per il loro enorme impegno a individuare i luoghi e organizzare le aperture che verranno offerte al pubblico. Un ringraziamento anche ai 9.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.
Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.
Ecco alcune delle aperture più interessanti in LAZIO:
ROMA
Il Consiglio di Stato a Palazzo Spada e la “meraviglia” barocca di Borromini
Sede del Consiglio di Stato e perciò solitamente inaccessibile al pubblico, aprirà in via eccezionale Palazzo Spada, costruito per volere del cardinale Girolamo Capodiferro tra il 1548 e i 1550: caratterizzato da decorazioni scultoree e pittoriche sulla facciata, nel cortile e nelle stanze del piano nobile, l’architetto fu Bartolomeo Baronino, mentre una squadra di lavoro coordinata da Giulio Mazzoni creò i sontuosi stucchi dell’interno e degli esterni. Il palazzo fu comprato nel 1632 dal cardinale Bernardino Spada, il quale incaricò Francesco Borromini di modificarlo in stile barocco e di renderlo una “reggia”, degna del potere che la famiglia rappresentava nelle gerarchie papaline dell’epoca. Con una altezza di tre piani e un mezzanino fra il piano nobile e l’ultimo piano, la facciata presenta finestre racchiuse entro cornici rettangolari sporgenti alle quali si alternano nicchie con timpani e statue, ricche decorazioni in stucco, festoni, amorini, maschere e figure alate. Nel cortile è presente un solo ordine di archi sorretti da massicci pilastri. Sul cortile si affaccia il capolavoro della “falsa prospettiva” che Borromini creò aiutato dal matematico Padre Giovanni Maria da Bitonto, uno dei massimi esempi di illusionismo barocco che si potrà ammirare nel percorso proposto dal FAI: una sequenza di colonne di altezza decrescente e il pavimento che si alza generano, infatti, l’illusione ottica di una galleria lunga 37 metri, mentre è di 8, in fondo alla quale è posta una scultura alta 60 centimetri che sembra a grandezza naturale. Durante le Giornate FAI d’Autunno 2023, dopo l’eccezionale salita fino al piano nobile, accoglierà i visitatori il Salone di Pompeo, con la gigantesca statua ai piedi della quale, forse, cadde Giulio Cesare nel 44 a.C. Il passaggio attraverso la Cappella, con dipinti ad affresco e a olio su muro, introdurrà nella Sala delle Quattro Stagioni con lo stile michelangiolesco di Giulio Mazzoni nelle pitture e nei nudi degli efebi. La Sala di Achille, di Callisto, di Amore e Psiche, dei Fasti Romulei portano alla Galleria degli Stucchi, gioiello della decorazione manierista. Stupefacente colpo d’occhio si ha entrando nella Galleria della Meridiana, con la meridiana catottrica: la decorazione, eseguita nel 1644 da Giovan Battista Magni su progetto del matematico francese Padre Emmanuel Maignan, contempla busti di personaggi della famiglia Spada, nonché quello di papa Urbano VIII di Gian Lorenzo Bernini.
Le collezioni del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti
Apertura riservata agli iscritti FAI
In occasione delle Giornate FAI d’Autunno 2023 sarà possibile visitare le tre collezioni di Arte Moderna e Contemporanea del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, nella sede storica di via Goito che apre le sue porte al pubblico per la prima volta. Cassa Depositi e Prestiti, nata nel 1850 per raccogliere i depositi dei risparmiatori e finanziare le pubbliche amministrazioni, nel corso del tempo ha ampliato i propri ambiti di intervento fino a divenire uno dei principali promotori dello sviluppo sostenibile del Paese. Negli ultimi anni ha rivolto particolare attenzione alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, quale fattore determinante per il progresso sociale ed economico e per il miglioramento della qualità della vita collettiva. In linea con questo impegno è stato avviato un processo di recupero e valorizzazione della collezione di opere d’arte del Gruppo, che a partire dal 2020 ha portato alla creazione di un “museo” all’interno della sede di Cassa Depositi e Prestiti. Lo scenografico allestimento si snoda lungo la monumentale scala liberty del palazzo e consente di ammirare le copertine e le tavole della rivista «Civiltà delle Macchine», commissionate ad artisti quali Afro, Capogrossi, Dorazio, Severini, Vedova, Tamburi, Vespignani. La rivista, pubblicata tra il 1953 e il 1979 e nata come house organ di Finmeccanica grazie alla lungimiranza dei suoi fondatori Sinisgalli e Luraghi, rappresentò un unicum del panorama editoriale italiano, coinvolgendo i più importanti intellettuali dell’epoca in un confronto sullo sviluppo industriale e tecnologico italiano e sull’impatto delle trasformazioni sull’uomo e la società. Completano l’esposizione le sculture di Pepper, Pomodoro e Gheno che nascono da materiale di fabbrica, come il ferro, il bronzo e l’acciaio. In queste opere emerge il tentativo e il desiderio di osservare e indagare la cultura industriale e non è un caso se alcune di queste derivano dall’esperienza diretta in stabilimenti siderurgici, cantieri navali e centrali elettriche. Durante l’eccezionale apertura delle Giornate FAI d’Autunno i visitatori avranno la sensazione di trovarsi non semplicemente in un luogo di lavoro, ma in un vero e proprio museo di arte moderna e contemporanea, dove l’arte si lega all’industria.
Consiglio Superiore della Magistratura
La sede del Consiglio Superiore della Magistratura apre al pubblico per la prima volta in assoluto durante le Giornate FAI d’Autunno 2023. I visitatori avranno la possibilità di vedere dove opera uno degli istituti fondamentali della democrazia italiana, previsto dalla Costituzione, e di approfondirne il funzionamento. Si tratta dell’organo di amministrazione della giurisdizione e di garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza dei magistrati ordinari. Oltre a conoscere dove il Consiglio si riunisce in plenaria, si potrà vedere lo studio del Presidente della Repubblica, che è anche il presidente del CSM, con arredi di pregio e opere d’arte di fine ‘800 e della prima metà del XX secolo. Dal punto di vista architettonico il palazzo è il più importante fra quelli che si affacciano su Piazza Indipendenza, cuore del primo quartiere creato dopo la proclamazione di Roma capitale nel 1870. L’edificio subì una prima trasformazione negli anni Venti del Novecento e poi negli anni Trenta, quando divenne la residenza dei Marescialli d’Italia, periodo cui risale la facciata con rivestimenti in tufo e travertino e decorazioni scultoree. Dopo la guerra il palazzo divenne residenza del Ministro delle Finanze fino a quando, nel 1960, passò al Consiglio Superiore della Magistratura. L’interno, che non conserva spazi originali ma è stato modificato funzionalmente, è ricco di pregevoli arredi provenienti, ad esempio, dalla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini. Nel cortile – che si potrà percorrere durante le Giornate FAI dopo aver goduto del panorama su Piazza Indipendenza dalla terrazza – sono stati inglobati piccoli villini ed edifici dei primi del ‘900 che nelle forme e nelle decorazioni richiamano gli stili in voga all’epoca, dal liberty al neorinascimento fino al barocchetto romano.
Palazzo Esercito
Durante le Giornate d’Autunno 2023 si potrà accedere a Palazzo Esercito, grande complesso a pianta rettangolare con cinque cortili interni, costruito nel 1876 su progetto del capitano Bernardini e del colonnello Garaviglie, oggi sede dello Sato Maggiore dell’Esercito e dello Stato Maggiore della Difesa. Il percorso di visita partirà dal Cortile d’onore con il Sacrario dei Caduti e toccherà la cappella con le reliquie di San Giovanni XXIII papa, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, che durante la Prima Guerra Mondiale, prima di diventare pontefice, venne arruolato come tenente cappellano. Proseguendo, la tappa più importante sarà dedicata alla Biblioteca Militare Centrale, che custodisce un patrimonio librario il cui nucleo principale è costituito dalla Biblioteca del Corpo Reale dello Stato Maggiore e della Tipografia, istituita a Torino nel 1814 dal Re di Sardegna Vittorio Emanuele I. La biblioteca raccoglie oltre 120.000 volumi e 1000 riviste di carattere storico, militare, politico, sociologico e scientifico, con titoli italiani ed esteri, e annovera un fondo antico di circa 1200 volumi e cinquecentine. Tra le opere di maggiore pregio si trovano il De Bello Persico, unito in un’edizione a stampa del 1506 al De Bello Gothorum, che insieme al De Bello Vandilico costituiscono la più importante trilogia dello storico bizantino Procopio di Cesarea; la Divina Commedia in un’edizione del 1529 con il celebre commento di Cristoforo Landino; la celebre Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des Sciences, des Arts et des Métiers di Diderot e d’Alembert, di cui sono presenti le prime tre edizioni complete. La visita permetterà di scoprire, inoltre, il mosaico romano della metà del II secolo d.C., appartenente in origine al complesso di edifici dei Castra Praetoria, caserma principale della Guardia Pretoriana alle dirette dipendenze dell’imperatore, fatto costruire da Tiberio tra il 23 e il 26 d.C. e la Fontana dei delfini, composta da una vasca circolare in travertino e da una scogliera di tufo sulla quale sono adagiati quattro delfini, in pietra artificiale.
Domenica 15 ottobre l’apertura di Palazzo Esercito, sede dello Stato Maggiore della Difesa e dello Stato Maggiore dell’Esercito, con il quale la Fondazione ha un accordo quadro, durante le Giornate FAI d’Autunno si svolge in concomitanza con la Giornata della Trasparenza.
Oratorio dei Filippini
Progettato da Francesco Borromini e tra i più importanti esempi di barocco romano, il seicentesco Oratorio dei Filippini nacque dall’idea di San Filippo di realizzare a Roma un luogo dove si potessero unire momenti di preghiera e momenti musicali. La facciata riassume lo stile innovativo di Borromini: suddivisa in cinque campi principali, segnati da paraste giganti, è impostata in pianta su un andamento concavo e convesso e culmina con un timpano mistilineo. Utilizzato nell’Ottocento come aula di tribunale, dal 1922 l’oratorio è sede dell’Archivio Storico Capitolino. Il “filo rosso” della visita durante le Giornate FAI d’Autunno 2023 sarà quello della “trasformazione”. Si può cogliere la trasformazione della città nel passaggio dal periodo della Controriforma all’epoca barocca osservando le facciate dell’Oratorio e della Chiesa Nuova. Il tema sarà riproposto nei locali dell’Archivio Storico, dove sono custoditi i progetti dei nuovi argini del Tevere del XIX secolo, oltre alle tavole originali dipinte a mano del primo piano regolatore di Roma, con lo sviluppo urbano fuori le mura. Sullo scalone d’onore sono presenti bassorilievi realizzati da Alessandro Algardi; ci si potrà affacciare dalla Loggia dei Cardinali, osservando dall’alto la Sala della Musica, chiusa al pubblico da oltre un ventennio, dove recentemente hanno girato “Rapito” di Marco Bellocchio. Grazie al PNRR, il complesso sarà interessato da un grande piano di restauro, per cui a fine anno chiuderà per riaprire in una nuova veste consona al suo prestigio storico e architettonico.
SANT’ORESTE (RM)
Bunker Soratte
Le gallerie del Bunker Soratte – imponente complesso ipogeo lungo 4,5 km – si trova nella cornice della Riserva Naturale del Monte Soratte, a circa 50 km da Roma. Nel 1937, per volere di Mussolini, venne avviata la realizzazione di numerose gallerie all’interno del monte, che sarebbero dovute servire da rifugio antiaereo per le alte cariche dell’Esercito Italiano. Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, il “Comando Supremo del Sud” delle forze di occupazione tedesche in Italia si stabilì sul Soratte e, per un periodo di circa dieci mesi, le gallerie costituirono un rifugio segreto per le truppe naziste e resistettero al bombardamento del 1944. Dopo la fuga delle truppe tedesche, il complesso fu abbandonato fino al 1967, quando fu modificato per assumere la funzione di bunker antiatomico, deputato a garantire la sopravvivenza del Presidente del Consiglio dei ministri e del Presidente della Repubblica nel periodo della Guerra Fredda. Dal 2001 il Comune di Sant’Oreste ha acquisito l’intera area della Ex-zona militare provvedendo alla realizzazione di un vasto intervento di recupero generale di tutte le strutture esterne (ex-caserme e tracciato carrabile) e degli ambienti ipogei. Durante le Giornate FAI d’Autunno si potrà visitare il Museo diffuso “Percorso della memoria” con panorami e cimeli storici unici ed entrare nelle “viscere” del Soratte attraverso gli ipogei, fino a raggiungere il bunker antiatomico.
TARQUINIA (VT)
La Bandita di Sebastian Matta
Durante le Giornate d’Autunno 2023 la Bandita aprirà con il FAI per far conoscere parte degli spazi privati dell’artista che ospitano alcune delle sue opere, dal giardino al cortile del convento, fino alla cappella in cui Matta per anni ha lavorato e dove ora riposa. Situato nella campagna tarquiniese, nella bassa Maremma, il Ritiro della Bandita è un ex convento dei frati passionisti fondato da San Paolo della Croce nel 1750. Il convento passò poi al Comune e quindi, grazie a Luisa Laureati, amica e gallerista di Matta, venne acquistato nel 1968 dall’artista che, avendo vissuto a Roma negli anni Cinquanta, cercava un posto nei dintorni della capitale in cui creare un rifugio per vivere e lavorare. Il Ritiro della Bandita fu la casa di Sebastian Matta fino ai suoi ultimi anni di attività; oggi sede degli Archivi Matta, il complesso conserva sculture in bronzo, ceramiche, pastelli, tele, disegni e mobili e racconta l’immaginario fantastico e inimitabile di uno dei più carismatici, brillanti e visionari artisti del Novecento.
CISTERNA DI LATINA (LT)
Monumento naturale di Torrecchia Vecchia
Apertura solo domenica; riservata agli iscritti FAI
Sorta su un territorio anticamente abitato da etruschi e romani, Torrecchia Vecchia – tenuta privata di oltre 1500 acri restaurata per volere del principe Carlo Caracciolo a partire dal 1991 e visitabile solitamente solo previa autorizzazione – è stata riconosciuta Monumento Naturale nel 2007 e abbraccia oltre 625 acri di bosco, oltre a notevoli giardini in stile inglese. Il più bello, custodito tra le mura del castello ristrutturato da Gae Aulenti, è di circa due ettari: inizialmente progettato da Lauro Marchetti, curatore dei Giardini di Ninfa, fu sviluppato e mantenuto dal celebre paesaggista inglese Dan Pearson. Una totale libertà sembra essere la filosofia del luogo definito “selvaggio curato” grazie a una panoplia di verde e bianco con sfumature di blu e rosa. Le infiorescenze d’un bianco puro si delineano attraverso il glicine Wisteria Floribunda, le ortensie, i gelsomini, le rose Sally Holmes, Iceberg, Alfred Carrière, le digitali, le anemoni del Giappone, le aquilegie e i fiori annuali per le aiuole fiorite. Dei giochi di cascate con gunnera, gigaro, iris, ninfea e melograno partecipano a questa scenografia romantica.
MONTENERO SABINO (RI)
Montenero: un galeone nel verde dei boschi sabini
Montenero Sabino si trova all’estremità sud-orientale della Sabina tiberina, alle pendici del monte Tancia. Il nome potrebbe derivare dalle cave di pietra focaia, assai scura, molto numerose un tempo nei dintorni. Costruito su uno sperone di roccia a 450 metri sul livello del mare, dominato dal Castello Orsini, affiancato da due torrenti e circondato da boschi, il borgo ha un’unica strada che conduce fino alla Chiesa di San Cataldo, su cui si aprono due file di case. Per la sua forma Montenero può ricordare un galeone: sotto il castello, che rappresenta la poppa, c’è il centro abitato lungo e stretto – lo scafo – strutturato secondo la classica tipologia “a fuso d’acropoli” degli incastellamenti attorno all’anno Mille e chiuso all’altra estremità dalla Chiesa di San Cataldo, l’ideale prua del veliero. È presumibile che l’origine del borgo risalga all’XI secolo, tuttavia nella zona ci dovevano essere insediamenti e ville sin dall’epoca sabino-romana: è recente la scoperta di un santuario, presumibilmente dedicato alla dea Vacuna, oggetto da qualche anno di scavi archeologici. Medievale deve essere la fondazione del castello, che poi subirà profondi cambiamenti tra il Quattrocento e il Seicento, venendo trasformato dagli Orsini in palazzo ducale: di quest’epoca sono la doppia scala monumentale di ingresso, il portale con le due torri circolari, la corte interna e buona parte delle strutture residenziali dei piani alti. Anche la quattrocentesca Chiesa di San Cataldo subì nel tempo cambiamenti rilevanti: nel 1735 ci fu un restauro talmente radicale da rendere necessaria una nuova consacrazione. Il percorso nel borgo durante le Giornate FAI d’Autunno 2023 partirà dal Castello e proseguirà nella parte bassa del borgo e con la visita a Palazzo Bonacasata, dov’è custodita la stele di Vacuna; si concluderà nella Chiesa di San Cataldo. Arricchiranno le giornate tre conferenze che si svolgeranno all’interno del Castello. Sabato alle ore 16 Carmelo Russo, ricercatore in Discipline Demoetnoantropologiche all’Università La Sapienza di Roma, parlerà di Streghe in Sabina fra passato e Presente. Uno sguardo antropologico. Domenica alle ore 11.30 Ileana Tozzi, ispettore onorario SABAP per Rieti e Provincia, parlerà di Una strega per un Castello, incontro dedicato alle vicende del Castello dove nacque Bellezza Orsini. Sempre domenica, alle ore 16, Aldo Borlenghi, Docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Mondo Romano all’Università Lumière di Lione2, parlerà di Vacuna, una dea sabina. Lo scavo archeologico del Santuario romano di Montenero. Durante le Giornate FAI Miriana Perilli, Consigliere comunale, in vari momenti suonerà le campane della Chiesa di San Cataldo.
ANAGNI (FR)
Convitto Principe di Piemonte
Apertura riservata agli iscritti FAI
Inaugurato nel 1930, il Convitto Principe di Piemonte, nel centro storico di Anagni, è un complesso di circa 28.000 metri quadrati realizzato su progetto dell’architetto Alberto Calza Bini – reduce del restauro del Teatro Marcello a Roma – il quale, comprendendo l’importanza dei manufatti connessi al monastero extra moenia di San Pietro in Vineis, inglobò all’interno del complesso la stessa chiesa e Coro delle Clarisse. L’edificio prendeva il nome del titolo reale dei Savoia, assumendo, durante il periodo fascista, la funzione di accogliere dormitori, spazi per lo studio, servizi per i convittori, per lo più orfani. Il Convitto Principe di Piemonte è ancor oggi un importante centro nell’ambito dell’istruzione.
Elenco completo dei luoghi visitabili in LAZIO e modalità di partecipazione su:
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=LAZIO