d FRANCESCO MATTIOLI-
VITERBO-Così, un esimio studio delle Camere di Commercio e de Il Sole 24 ore ci informa che, nell’ottica di una mobilità sostenibile e di una maggiore vivibilità urbana sarebbe bello fare la spesa a piedi. Viterbo in questo studio è mediamente fortunata. Sessantesimo posto, i viterbesi hanno mediamente un negozio alimentare, di vicinato o supermercato, entro 15 minuti a piedi. Studio da geodetici, da statistici, certo implumi per nozioni sul comportamento sociale. Oggi la gran parte dei cittadini, che lo si apprezzi o meno, si rivolge ai supermercati: prezzi più bassi, qualità confrontabile fra i vari beni, spazio, spesa multipla dal pane alle mele alle posate. E, soprattutto, nessun viaggio alla ricerca qui del fornaio, la del verduraio, all’opposto del macellaio. Non solo; a meno di non comprare un chilo di pane e due chili di mele, nessuno si accolla chili di spesa a piedi, specie nei giorni di caldo o di bufera. Perfino il supermercato con parking coperto e’ preferito a chi non c’è l’ha. Siamo nel XXI secolo, la popolazione invecchia e uno dei pregi del progresso sta nella riduzione della fatica. Senza contare i negozi, grandi e piccoli, che portano spesa a domicilio, che siano a 15 o a 60 minuti a piedi poco importa. Allora che studio è? Ispirato da qualche luddista romanticamente appeso al tempo che fu? I problemi sono altrove: nella mutazione del commercio, delle dinamiche di vicinato, nella gestione della mobilità sostenibile, insomma un po’ più grandini e complessi di quanto si creda. Forse oltre alle statistiche e alle ideologie occorrerebbe usare la conoscenza di come funziona la vita urbana nella società complessa.
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