Fase 3, Confesercenti: “Riaprire fiere, sagre ed eventi per rilanciare l’economia e favorire i flussi turistici nelle città”

VITERBO – Dal 18 maggio, dopo il lungo periodo di fermo, sono ripartiti i mercati. La riapertuta, però, è stata molto lenta e presuppone un grosso impegno. L’Anva Confesercenti di Viterbo, come organizzazione di categoria, sollecita la ripresa delle attività delle fiere, nel rispetto delle norme anti Covid 19, e offre la collaborazione alle amministrazioni locali perché si arrivi a ripristinare la normalità, favorendo non solo la ripresa del comparto, fortemente danneggiato dal lungo lockdown, ma anche il risveglio dei centri storici tramite l’arrivo di flussi turistici.

Questo è il contenuto di una lettera – appello inviata ai sindaci della Tuscia a firma di Vincenzo Peparello, presidente edella Confesercenti di Viterbo e  responsabile Area turismo regionale, di Giulio Telli, presidente Anva di Viterbo e di Sergio Forliti responsabile Anva Area Fiere.

“il Dpcm della c.d. “fase due” – affermano nella lettera – ha previsto la riapertura di tutte le attività produttive, artigianali e commerciali, tra cui i settori dei mercati e delle fiere.

Sono state emanate altresì le linee guida per il distanziamento interpersonale e relativi dispositivi sanitari da rispettare.

La sperimentazione delle riaperture dei mercati settimanali, rionali e di quartiere, prima con il settore alimentare, poi con tutte le categorie merceologiche, nel rispetto delle linee guida del Governo e delle Regioni .- continua la lettera – ha dimostrato che possono svolgersi nella massima sicurezza. La Confesercenti di Viterbo e l’Associazione Anva (Associazione Nazionale Venditori Ambulanti) ritiene che come avviene in molti comuni di altre Regioni, anche le fiere potranno svolgersi nella massima sicurezza garantendo il distanziamento di un metro tra le diverse postazioni ed i clienti.

 Questi ultimi infatti,  frequentano fiere  e mercati e non sono meno disciplinati di quelli che frequentano le grandi strutture di vendita al coperto.

Fiere e mercati hanno il vantaggio di potersi svolgere all’aria aperta e dispongono di grandi spazi dove è più facile gestire i flussi e mantenere il distanziamento interpersonale.

La stagione estiva che significa fiere, sagre, eventi, spettacoli all’aperto, feste Patronali e religiose – prosegue il documento – rappresentano la cultura e la tradizione dei nostri territori. Queste attività, sono sempre accompagnate da operatori su aree pubbliche fieristi, che svolgono il proprio lavoro solo in queste occasioni.

 Vogliamo ricordare alla S.V.I. che questa è la categoria più di tutte colpita dal Covid-19: difatti è stata la prima a chiudere e, rispetto a tutte le altre attività che hanno riaperto, gli operatori sono ancora inattivi e senza lavoro. Una categoria già allo stremo che ha ricevuto poco o niente in materia di aiuti dallo Stato, e che non potendo ancora lavorare, in forza del prolungamento imposto dal Governo, rischia di chiudere definitivamente.

Ma non solo. Questo fermo provocherà  un  danneggiamento anche a  Comuni, centri storici, i quali senza eventi, e quindi senza flussi di turisti dall’esterno, perderanno introiti tra tasse e tributi. La stessa filiera turistica perderà ancora fatturati, oltre quelli già persi in occasione di tante manifestazioni sul territorio comunale cancellate dal Covid-19.

Gli operatori del commercio su aree pubbliche rappresentate da Anva-Confesercenti di Viterbo, che hanno autorizzazioni e concessioni nel suolo del proprio comune, chiedono quindi alla S.V.I. di adoperarsi per la riapertura e svolgimento delle fiere e degli eventi come già fatto in altri Comuni e altre Regioni; nel frattempo chiedono di essere informati circa modalità e tempi per la riapertura.

Dichiariamo fin da ora la massima disponibilità e collaborazione – concludono Peparello, Terri e Forliti – come associazione di categoria, per il raggiungimento di quello che riteniamo obiettivo comune per la riapertura delle fiere, sagre, ed eventi in generale, anche per una ripresa del turismo nei Comuni della nostra regione.

Nel ringraziare per quanto si vorrà/potrà fare, diamo disponibilità per quanto riguarda possibili incontri sulle tematiche prospettate”. Fin qui la lettera – appello.

“La ripresa dell’attività fieristica – aggiunge Vincenzo Peparello – sarebbe la salvezza per l’economia della Tuscia e dell’intera regione, poiché oltre a dare un impulso agli operatori permette di salvaguardare un buon numero di posti di lavoro. Per questo chiediamo che le amministrazioni locali guardino con opportuna attenzione le nostre proposte di rilancio che possono essere la base di ulteriori termini da definire nel corso di incontri con i sindaci tenuto conto che le fiere sono un evento che consente agli operatori di recuperare le gravi perdite dovute al fermo a causa della pandemia e di dare slancio al comparto turistico anch’esso gravemente danneggiato da lungo lockdown. E’ da ricordare che fiere e sagre rappresentano il terzo segmento del turismo ”

 

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