FdI: “Con il DDL approvato il 28 marzo dal Consiglio dei Ministri si vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti sintetici in Italia”

VITERBO – Riceviamo da Pietro Narduzzi e Maria Di Risio (Responsabili Provinciali Dipartimento Agricoltura FdI), Massimo Giampieri (Coordinatore Provinciale FdI), Roberto Bedini (Responsabile Agricoltura Regione Lazio) e pubblichiamo: “Un disegno di legge, quello di martedì 28 marzo 2023, approvato dal Consiglio dei Ministri, che detta una linea di pensiero chiara e limpida: le nostre produzioni alimentari sono e saranno difese con tutte le forze a disposizione. Specialmente, quando in gioco ci sono i valori fondanti la nostra tradizione agroalimentare.

È questo, uno dei significati dell’atto governativo che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti sintetici sul suolo nazionale.

Si badi bene, la questione non è solo meramente economica. Certo, il settore produttivo alimentare vale centinaia di miliardi di euro che, seguendo le stime 2021, compongono il 25% del PIL nazionale. Ciononostante, il tema investe, inevitabilmente, la salute e la sicurezza alimentare dei nostri cittadini.

Per dovere di approfondimento, sottolineiamo che esiste un’incertezza circa gli impatti delle lavorazioni sulla salute umana, non si conoscono i relativi vantaggi ambientali di un modello alimentare di questo tipo e, infine, con l’avvento del cibo sintetico nella nostra economia, sarebbero pressoché certi i danni causati alle nostre produzioni d’eccellenza e al corrispondente mercato del lavoro.

Possiamo permetterci tutto questo, tralasciando il principio di precauzione che, notoriamente, guida le suddette materie? La risposta è scontata.

In qualità di primo paese europeo che si oppone al cibo sintetico, è doveroso rinfrescare la memoria storica dei passaggi che hanno portato a questa, legittima e giusta, presa di posizione del governo Meloni.

Ebbene, la spinta propulsiva viene dagli enti locali, Comuni, Regioni, Ministri, Sottosegretari e associazioni di categoria che hanno dato vita a un’azione condivisa la quale ha trovato nella compagine di governo l’interlocutore perfetto.

È forse un caso che il Ministro Lollobrigida ha prontamente modificato il nome del suo ministero chiamandolo “Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste”? Non è un caso.

Un cambio di nome che segna un notevole passo in avanti verso quella stagione tanto attesa e sperata dagli operatori del settore. La stagione della vera politica agricola, l’unica che può considerarsi utile per risollevare le sorti di un’agricoltura che non può più permettersi di essere trattata come fanalino di coda di un paese che sulla stessa si fonda”.

 

 

 

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