Federazione sindacati autonomi CNPP: “Se il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue carceri, non ci resta di dimostrarlo concretamente”

Riceviamo dalla segreteria Generale Federazione Sindacati Autonomi CNPP e pubblichiamo: “In una piacevole domenica della prima decade d’agosto, continuiamo a partecipare le nostre autentiche riflessioni sullo stato degli istituti penitenziari; questa volta, con compiacimento, lo facciamo ispirandoci ad un pensiero galileiano: “E pur si muove…”

L’ampollosità interlocutoria non ci contraddistingue, ma non possiamo esimerci dal significare l’intervento del Capo DAP, presidente Giovanni Russo, in un suo intervento nel corso di un’ intervista televisiva, trasmessa alla RAI nella mattinata di ieri.

Il Presidente Russo, magistrato di alto profilo, ha esaltato la professionalità di donne ed uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, con fermezza e lucidità, evidenziando il loro lavoro quotidiano nelle articolazioni del Paese.

Da diverso tempo stiamo assistendo a promesse bibliche, che ancora attendiamo, partendo da una seria riforma penitenziaria, fino ad arrivare alle riqualificazioni strutturali, adeguamenti organici ed incrementi di mezzi e processi formativi.

Ma ora, certo non saremo precursori del panopticon, come metafora di un potere invisibile, qualcosa finalmente inizia a muoversi con l’avvento del presidente Russo, sicuro promotore di metamorfosi governative all’interno dell’Amministrazione e pioniere di attività che donano nitidezza all’immagine del Corpo, come l’accordo con ENAC per contrastare i droni che veicolano illecitamente sostanze e strumenti all’interno degli Istituti e, pertanto, la nostra Organizzazione, continuerà a fornire l’indefessa collaborazione istituzionale nell’interesse di tutta la Polizia Penitenziaria.

Nei giorni scorsi, come noto in alcuni lanci mediatici, si stanno registrando diverse vicissitudini con riverberazioni sull’ordine, la sicurezza e l’incolumità psico-fisica degli operatori; ma la Polizia Penitenziaria è sempre più corazzata da senso del dovere e qualità morali, ma questo non basta. Non possiamo solo affidarci alla buona sorte e alle naufraghe quotidianità. Serve agire, ora e subito, aderendo anche ad un cambiamento socio-antropologico che, dalla riforma 395/90, sta contraddistinguendo una nuova professionalità dei poliziotti penitenziari, con sinergia di interventi tra le varie aree e partecipazione ad attività interne ed esterne il carcere.

Se il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue carceri, non ci resta di dimostrarlo concretamente e la nuova era del Presidente Russo, ne siamo certi, “non partorirà solo un semplice topolino”.

Auspicando di voler egregiamente ricordare questo suo passaggio amministrativo come la nobile gestione che ebbe il compianto presidente Amato, amante indiscutibile del lavoro della Polizia Penitenziaria. Audentes fortuna iuvat, la storia siamo noi!”

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