Festa della Mamma, in piazza con Antonella Sberna. Messaggio di saluto del ministro Roccella

VITERBO – Fratelli d’Italia ha festeggiato ieri la Festa della Mamma incontrando le famiglie viterbesi in Piazza del Sacrario per illustrare i provvedimenti adottati dal governo Meloni in favore delle famiglie e della Natalità. Presente la candidata al Parlamento europeo Antonella Sberna.

“È stata una festa bellissima, piena di allegria,  con momenti ludici per i bambini e un’occasione davvero straordinaria per un confronto sulle politiche per la maternità da promuovere e sostenere in Europa con le mamme come me che dimostrano quotidianamente come essere madri non è affatto un ostacolo per chi è in cerca di opportunità di lavoro, carriera e successo. Ringrazio tutti gli amici che hanno contribuito al successo della manifestazione “ha detto Antonella Sberna.
”Madre Teresa amava dire che ‘se vuoi cambiare il mondo vai a casa e ama la tua famiglia’ – ha aggiunto ancora – riconoscendo alla famiglia il principale elemento di stabilità e coesione sociale.
La famiglia deve tornare ad essere considerata il nucleo fondante della società, il centro delle relazioni sociali, il cuore pulsante dei valori affettivi, la prima e più  importante agenzia educativa. Con questo spirito andremo in Europa per cambiare l’approccio culturale che fino ad oggi è stato alla base della crisi demografica che pesa sul nostro continente e che mette a rischio il futuro stesso delle società occidentali”.
Alla manifestazione aveva aderito anche il ministro delle Pari opportunità e della Natalità Eugenia Roccella che impossibilitata a partecipare ha inviato un messaggio di saluto. Ecco il testo:
“Cari amici,
purtroppo non posso essere con voi, in una città che mi è cara, a causa di altri appuntamenti già presi, e mi dispiace perché sarei davvero stata felice di partecipare di persona alla vostra bella iniziativa. In primo luogo perché come ministra della famiglia e delle pari opportunità, ma soprattutto come esponente di questo governo, sono orgogliosamente e fortemente dalla parte delle mamme; e poi perché sono convinta della passione che Antonella Sberna ha messo e metterà nel difendere le cose in cui crediamo, e a cui Giorgia Meloni e tutti noi dedichiamo i nostri sforzi quotidiani e il nostro impegno politico.
Parlare di maternità oggi è quasi un atto rivoluzionario. Sempre di più vediamo agitare teorie e ideologie che vorrebbero cancellare addirittura le parole mamma e papà, parole che sono le prime ad essere pronunciate da ogni essere umano in qualunque cultura; e chi è genitore sa con quanta emozione si ascoltano le prime sillabe balbettate da un bimbo, le prime volte che, con la parola “mamma” vediamo riconosciuta la relazione d’amore con nostro figlio. Stiamo assistendo a un attacco culturale alla maternità e  alla genitorialità, e lo abbiamo visto anche in questi giorni, quando mi è stato impedito di parlare a un convegno il cui tema era la natalità e la crisi demografica che l’Italia e tutta l’Europa stanno attraversando. Un tema che non poteva certamente essere divisivo, anzi avrebbe dovuto unire tutti, visto che si tratta del nostro futuro: eppure c’è chi non tollera si parli di aiutare le famiglie, favorire le nascite, dare al nostro paese più vitalità e un domani di crescita e sviluppo. C’è chi non tollera nemmeno, come è accaduto a Milano, che si esponga una statua che raffigura una donna che allatta, come fosse uno scandalo e non il gesto più naturale che ci possa essere, in tutti i paesi del mondo.
Noi invece, con ostinazione, crediamo nel futuro dell’Italia, e crediamo anche nel passato: siamo conservatori perché vogliamo mantenere i valori in cui siamo cresciuti e in cui continuiamo a credere, ma siamo anche riformisti, perché vogliamo cambiare le cose in meglio, cambiare l’Italia e anche l’Europa. E abbiamo fiducia nei cittadini, che con il voto sanno capire e scegliere. Ed è dalla famiglia, dalle mamme e dai papà, dai figli, dai giovani, che passa la possibilità che la nostra società abbia un futuro, che possa crescere e non incartarsi su se stessa.
Per questo è importante che alla genitorialità, e in particolare alla maternità, venga restituito il suo valore sociale. E tale obiettivo passa da un lavoro culturale, certamente, ma anche da un sistema che sappia essere accogliente nei confronti delle mamme e delle loro esigenze del tutto speciali. Che non faccia sentire una ragazza costretta a scegliere se realizzare un desiderio di maternità o le proprie aspirazioni professionali. Che non faccia sentire una donna mal sopportata o addirittura penalizzata, fino al punto di dimettersi, se rientra al lavoro dopo aver partorito e cresciuto un bambino nei suoi primi mesi di vita. Che preveda un’organizzazione del lavoro a misura di mamma, o quantomeno a misura “anche” di mamma.
Questi obiettivi non ci siamo limitati a predicarli, perché il governo Meloni più che a predicare è abituato a razzolare, e a farlo bene. Nonostante la pesantissima eredità dei superbonus, che hanno mangiato l’equivalente di quasi dieci finanziarie, abbiamo investito due miliardi e mezzo per le famiglie, producendo benefici netti pari a oltre 16 miliardi, come stimato dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Abbiamo introdotto la decontribuzione per le mamme lavoratrici con figli, sgravi per l’assunzione delle donne e delle madri, fondi per l’imprenditoria femminile. Abbiamo già più che doppiato, l’obiettivo che il Pnrr ci assegnava per il 2026 per la certificazione della parità di genere per le imprese, e affiancato alla certificazione uno strumento ad adesione volontaria, il “codice delle imprese responsabili per la maternità”, finalizzato a promuovere e mettere in rete le buone pratiche di welfare aziendale. Abbiamo rifinanziato i centri estivi e stanziato importanti risorse per l’apertura estiva delle scuole, e sostenuto le famiglie aumentando l’assegno unico, i congedi parentali, e sostituendo il pessimo reddito di cittadinanza con una misura sociale fortemente tarata sui figli e sulle fragilità. Abbiamo reso l’asilo nido gratuito dal secondo figlio e avviato la realizzazione di tantissimi nuovi asili. Abbiamo moltiplicato fondi e iniziative a sostegno delle donne che subiscono violenza, in situazioni che spesso vedono anche i figli pesantemente coinvolti.
Questo, e tanto altro, costituisce il bagaglio con il quale celebra oggi la festa della mamma il nostro governo, il primo della storia d’Italia guidato da una donna che è mamma a sua volta. Un governo che anche per questo ha saputo mettere la famiglia e le mamme al centro, perché le porta nel cuore.
Con il mio, di cuore, vi auguro una buona domenica e una buona campagna elettorale, perché la nostra forza si faccia sentire anche in Europa!
Eugenia Roccella”

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