“Festival dell’ecologia integrale” a Montefiascone: ieri la tavola rotonda con Vania De Luca, presidente Ucsi nazionale

di WANDA CHERUBINI –

MONTEFIASCONE ( Viterbo) – Ieri sabato 26 giugno, si è tenuto il penultimo giorno del Primo Festival dell’Ecologia Integrale – Nel creato tutto è in relazione: ritrovare i legami, in programma dal 24 al 27 giugno, presso la Cripta di Santa Lucia Filippini, organizzato dall’associazione Rocca dei Papi, presieduta da sua eccellenza il vescovo monsignor Fabio Fabene. Il festival ha visto conferenze, tavole rotonde, mostre, spettacoli, concerti ed un mercatino dei prodotti biologici del territorio. Dopo l’incontro con Gianmarco D’Agostino e la

proiezione dei documentari “Camminando sull’acqua”, I premio “Arco d’Argento” Est Film Festival 2017, “Tutto il mondo, piano piano” e dello spot “Portiamo la scuola dove non c’è” e le riflessioni con il regista nel corso della mattinata, nel pomeriggio, alle ore 18, si è tenuta la Lectio Brevis di Edo Ronchi, presidente della fondazione per lo sviluppo sostenibile sulle “Sfide della transizione ecologica” e quella di Riccardo Valentini, docente dell’università della Tuscia sugli “Effetti dei cambiamenti climatici sul territorio della Tuscia”. Ha moderato Federico Cinquepalmi, ricercatore etnologo Ispra. In particolare Valentini ha ribadito come non si possa buttare il 35 per cento di cibo in pattumiera, quantità che potrebbe sfamare per ben 4 volte le persone che non hanno cibo. “Si tratta di un problema etico e ambientale – ha rimarcato- Dobbiamo tener conto anche di quello che noi mangiamo, come la troppa carne. Un kg di carne rossa produce  un’emissione di 25 kg di Co2. Non abbiamo bisogno di questa alimentazione distorsiva. Dobbiamo ritornare ad un equilibrio nuovo”. E’ stato, quindi, trasmesso un video sul biodistretto  del lago di Bolsena. Alle ore 19 si è tenuta la tavola rotonda  con la presidente dell’Ucsi nazionale, Vania De Luca, che ha fatto da moderatrice della tavola rotonda “Educare alla casa comune”.  “Mi sono riguardata il capitolo VI della Laudato sì di Papa Francesco, dove si parla di educazione – ha esordito De Luca –  Prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Non si tratta di un’enciclica verde, ma sociale. Il Papa dice che manca la coscienza di un futuro condiviso da tutti”. Ha, quindi, dato la parola a Giovanni Savarese, geologo ed animatore della Laudato sì, che ha detto: “Sono 15 anni che mi occupo di bonifica  di siti contaminati. La differenza nella gestione di questa problematica può farla solo la cura, termine che il Papa nella sua enciclica utilizza 63 volte”. Ha richiamato poi una riflessione di San Giovanni Paolo II nel 1990: a proposito del problema del rapporto con la natura si ricollegava alla creazione come momento di educazione alla cura. Il problema non è ambientale, ma morale, diceva San Giovanni Paolo II.  Tra i segni più evidenti di questo degrado c’è il non rispetto per la vita- ha proseguito Savarese– Ma nei borghi come Montefiascone ancora esiste questo senso di appartenenza. In questo momento di transizione ecologica riscoprire il patrimonio di comunità può essere il volano per un’economia integrale. E’ importante mantenere una solidarietà territoriale”. Ha poi parlato della sua esperienza di padre di famiglia ed ha detto: “Il ruolo della famiglia per Papa Francesco è un ruolo centrale nell’economia integrale. Sostenere la famiglia significa sostenere la casa comune”.

La moderatrice Vania De Luca ha evidenziato come Papa Francesco abbia scritto tre encicliche di cui due fortemente francescane, la Laudato sì e la Fratelli tutti. “Papa Francesco – ha affermato De Luca – ci dice che non tutto è perduto, gli essere umani posso scegliere il bene e forse la bioarchitettura va in questa direzione”. Ha preso, quindi, la parola la professoressa Wittfrida Mitterer, che ha evidenziato come i luoghi di formazione come le scuole siano i posti più importanti non solo per le risorse umane, ma per i materiali con cui sono realizzati. Ha poi evidenziato: ” Un metro cubo di legno produce una tonnellata di ossigeno, mentre un metro cubo di cemento produce una tonnellata di Co2. Non è un problema che va visto in una spanna di tempi lunghi, ma deve essere affrontato  adesso”. Ha poi ricordato la prima legge dell’ecologia: quello che una specie elimina deve essere cibo di un’altra. “Non è quindi possibile buttare via la plastica che non può essere digerita da altri animali. Dobbiamo evitare questi inceppamenti della risorsa cibo”. Ha poi ricordato un’altra regola fondamentale: senza il sole non c’è vita, quindi, è importante progettare i nostri ambienti in modo che la luce possa  penetrare integralmente. Un altro concetto evidenziato dalla professoressa è che tutti i materiali che entrano in un luogo devono anche uscirne. “Sostenibilità- ha concluso- è tutto quello che sostiene la vita in questa terra”.
E’ stata poi la volta di Alfonso Cauteruccio, presidente  dell’associazione Greenacord, che ha parlato del lavoro della sua associazione, iniziato nel 2002. “Abbiamo fatto in questi anni una cosa semplice: aiutare i giornalisti a formarsi. Il tema ambientale è complesso. Adesso abbiamo il problema della sovraesposizione. E’ una sfida grande perché si può far passare di tutto sotto il tema della sostenibilità. Il CMCC diceva che i nostri vini sarebbero cambiati nel sapore e come non sarà più possibile coltivare ulivi nelle nostre terre. Dovremmo abituarci a cambiare i nostri stili di vita. Papa Francesco dice una frase per me geniale: “Cresce un’ecologia superficiale ed apparente che consolida un certo intorpidimento e una spensierata irresponsabilità”. Quello che stiamo facendo è come acquistare una casa con un mutuo di 1 euro all’anno. Ma dove sta la fregatura? Che il mutuo dura 2 mila anni e condanni così i tuoi figli e i figli dei tuoi figli e così via. Stiamo giocando sul futuro delle nuove generazioni ed i ragazzi lo hanno capito e stanno manifestando. Non è quindi una cosa su cui si può dormire, ma che ci deve portare all’azione. Bisogna però avere una conoscenza approfondita dei problemi. Il Papa dice che è una sfida educativa. Bisogna allargare i nostri obiettivi perché  non basta riciclare bene, mangiare meno carne. Bisogna sfatare dei miti del consumismo moderno, che ci sta portando ad un uso spropositato delle risorse. Il Papa si chiede se cambieremo il mondo. Ci risponde che non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Il contributo di ognuno di noi, anche se può sembrare impercettibile, non passa inosservato e non è inutile”.
A conclusione Mons, Fabio Fabene ha evidenziato come non bisogna perdere la capacità di saper ascoltare, come ci insegna Papa Francesco. Un monito  contro una virtualità nel vivere sociale. “Ridurre il mondo a qualcosa di incorporeo- ha detto Mons. Fabene – limita la nostra capacità di agire, di intervenire sulla realtà. Montefiascone ha dimostrato che è possibile ritrovare la profondità  della comunicazione e la saggezza che presuppone un incontro con il mondo concreto”. Ha poi ricordato come il festival si concluderà con la S. Messa tramessa su Rai uno domattina alle ore 11 presso la basilica cattedrale di S. Margherita ed il concerto della banda dei Carabinieri alle ore 21. Si è, infine, passati  al conferimento di due premi “Custode della casa comune”: il primo è stato consegnato da Mons. Fabene, presidente dell’associazione Rocca dei Papi ad Edo Ronchi, mentre il secondo è stato consegnato dalla vice presidente dell’associazione Rocca dei Papi, Lina Onorati alla prof. Wittfrida Mitterer, che ha detto: “Evviva il festival dell’ecologia integrale. Il Papa dice che quando gli esseri umani commettono un errore Dio li perdona, ma la natura mai”.

 

 

 

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