Fials, Ricci: “Il disastro del pronto soccorso nelle aziende ospedaliere della Regione Lazio”

VITERBO – Riceviamo da Vittorio Ricci (Fials Viterbo) e pubbliciamo: “l Pronto soccorso degli ospedali della Regione Lazio, sono da molto tempo sovraffollati, centinaia di pazienti parcheggiati spesso nei corridoi, in una situazione da ” lazzaretto di manzoniana memoria ” ingestibile e pericolosa, affidati alla buona volontà di un esiguo numero di medici, infermieri ed operatori socio sanitari. Tra le cause, la mancanza di posti letto e di strutture valide per garantire la continuità terapeutica assistenziale extra ospedaliera. Gli operatori in servizio sono abbandonati a loro stessi, per garantire una adeguata e dignitosa assistenza, occorrerebbe aggiungere all’attuale organico, dei pronto soccorso della Regione Lazio, non meno di 2000 tra infermieri ed operatori socio sanitari e centinaia di medici. Solo per fare un esempio della dimensione nazionale del fenomeno, nei
paesi OCSE c’è una media di 9,2 infermieri ogni 1000 abitanti mentre in Italia siamo a 6,2, ciò significa, che mancano alla sanità italiana circa 180.000 infermieri, il nostro paese è al
tredicesimo posto per spesa pro capite per la sanità. La Regione Lazio, è in questi termini,
tra le peggiori regioni italiane e nonostante gli annunci miracolosi e l’utilizzo di calcoli molto teorici e poco realistici, non ha provveduto ancora ad adeguare le piante organiche delle singole Asl/Aziende ospedaliere, prevedendo oltre che i posti per il personale precario attualmente in servizio, l’ampliamento effettivo degli stessi, secondo oggettive e reali necessità dei servizi sanitari, tecnici ed amministrativi. E’ evidente quindi, che presso i pronto soccorso, sussistono condizioni di lavoro terribili ed esasperanti, che richiedono una particolare attenzione per la sicurezza dei pazienti e per la tutela della salute degli operatori sanitari, che sono costretti a sopportare un incredibile stress psico-fisico, in ambienti spesso non igienici e senza valorizzazione economica. La Regione Lazio tra l’altro, sta abusivamente trattenendo da un anno, la indennità decisa dal parlamento italiano per il personale operante nei servizi di pronto soccorso (art.107 c. 4 CCNL) per l’importo previsto di euro 3.216.524,00. La concomitanza tra covid/19 ed influenza di questi giorni, è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, c’e’ una gestione approssimativa dell’emergenza, mancanza di strutture filtro e di ambulatori territoriali, medicina di base e centri adeguati per il trattamento delle patologie croniche, sempre più necessari per il forte invecchiamento della popolazione. Le liste di attesa, sia per esami strumentali che per interventi chirurgici, sono faraoniche e spesso, una prestazione ordinaria o di elezione, si trasforma per effetto della lunga attesa, in intervento urgente con tutte le conseguenze che ne derivano. L’assalto al pronto soccorso, diventa quindi l’unica possibilità per i cittadini, l’unica ancora di salvezza, il rifugio dove poter avere una qualche risposta sanitaria, di fronte al vuoto totale ed a un evidente disfacimento della sanità nella Regione Lazio.
Il perdurare di tale inaccettabile situazione, senza l’avvio di interventi incisivi concreti a breve termine, costringerà la scrivente organizzazione sindacale, ad intraprendere iniziative di lotta congiunte tra operatori sanitari e cittadini, a salvaguardia dei diritti costituzionali (art 32) palesemente calpestati.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE