Filippo Rossi neo presidente della Fondazione Caffeina molla il Festival al nuovo Caffeina Group, con Gaetano Carramusa, amministratore delegato

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – Dalla misticanza alla questua. La scissione della Fondazione Caffeina Cultura è dolorosa ma necessaria. Ecco i fatti. Ieri, 22 gennaio, Filippo Rossi, personaggio imprevedibile dalla mente utopica, amato da molti e odiato da tanti, ha invitato al Teatro Caffeina (via Cavour) tutti gli amici del Festival letterario che da 13 anni allieta le serate culturali estive della città dei papi, messe quest’anno in discussione per incomprensioni con l’amministrazione comunale e problemi nati con il Christmas Village, espatriato poi con successo a Sutri. Ma la presenza del Festival è chiamata a gran voce dalla maggior parte dei cittadini. Si farà o non si farà ancora? Si farà, si farà.

Per questo la Fondazione cambia pelle. Cambia di nuovo presidente e lascia andare la sua creatura più amata, il Caffeina Festival che viene affidato alla nuova società creata per l’occasione: Caffeina Group, con Gaetano Carramusa amministratore delegato, che si occuperà della logistica di tutti gli eventi. L’ex presidente Carlo Rovelli resta in Fondazione dove continuerà a dare il suo prezioso contributo di eccelso imprenditore accanto al mitico Andrea Baffo, l’altra mente geniale del festival.  

Sul palcoscenico come un grande attore, Filippo Rossi recita il mea culpa e snocciola con umiltà il rosario degli errori commessi per amore verso Viterbo e verso il suo sogno, poi realizzato, di fare un grande festival di cui inizialmente ha sottovalutato gli onerosi costi. Entra nei particolari e porta l’elenco delle spese sostenute e dei pochi benefici ottenuti in cambio di gloria e soddisfazioni, tante. E precisa: per fare un festival di rilievo nazionale con ospiti di chiara fama che dia sempre più lustro a Viterbo, ci vogliono, per dieci giorni, 500 mila euro. Certo il festival si può fare anche in meno giorni, ma non è il Caffeina Festival. E i soldi dove si prendono? Ecco allora che si rivolge a tutti i presenti e chiede un aiuto concreto di tempo, idee condivise e denaro (chi può, chi vuole), e un efficace passa parola. Più siamo più in fretta si raggiunge la cifra necessaria, in aggiunta a quella degli sponsor. Per coloro che si offrono volontari promotori culturali si costituisce un Comitato di Presidenza che si riunirà una volta a settimana con incontri conviviali, magari in trattoria. Tutto da decidere insieme.

Infine Filippo Rossi chiude l’incontro ringraziando tutti coloro che da sempre lo sostengono nel duro lavoro di programmazione e realizzazione di un festival di grande spessore come quello Viterbese e fa salire sul palco, sia il neo Ad Gaetano Carramusa che riscuote applausi di incoraggiamento, che la deliziosa attrice e direttrice artistica del Teatro, Annalisa Canfora, la quale non si capacita ancora di vivere in una città con due teatri, Caffeina e Unione, (uno privato e l’altro comunale) con due diversi cartelloni di prosa, che non riescono ad unire le loro forze per ottenere i contributi FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo). E sì che basterebbe poco, manca solo la volontà politica.

 

 

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